24. Il terzo mancante | Past;

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"Ricordo i tempi della scuola con grande nostalgia e tenerezza. 
In un modo o nell'altro, Toshinori mi è sempre stato accanto."

Passato

Il giorno dopo l'allenamento con Shota, mi sento indolenzita ma piena di energie. Nonostante sia andata a dormire alle tre passate, quando alle sette suona la sveglia, la spengo subito e mi alzo, con un entusiasmo che sorprende me per prima. Dopo essermi sciacquata il viso, mi guardo allo specchio e quasi non mi riconosco: ho le guance rosse, gli occhi scintillanti, un sorriso sulle labbra. Mi sento bene, per la prima volta dopo moltissimo tempo.

Indossata la divisa, legati i capelli in una coda e preparato lo zaino (anche se in realtà ci metto dentro solo la penna che mi ha prestato Yamada e un vecchio quaderno usato per metà che ho recuperato dalle mie cose), scendo al piano terra del dormitorio: questa mattina non ci sarà All Might ad accompagnarmi e a portarmi la colazione, quindi meglio provvedere da me.

La sala comune è ancora deserta, ma quando passo accanto al tavolo noto uno scatolone sul suo ripiano. Curiosa, mi avvicino e lo sbircio: non è mio (chi mai mi manderebbe un pacco?) eppure allungo due dita per afferrare il bigliettino che pende dal fiocco che lo rilega.

«Buongiorno, bellezza!» esclama Kayama, facendomi sobbalzare per lo spavento.

Mi si è avvicinata silenziosa come un gatto e mi ha avvolto un braccio attorno alle spalle. Mi riserva uno sguardo di traverso che luccica dello stesso sorriso sornione che ha sulle labbra già truccate di scuro.

Questa ragazza è una Femme Fatale.

«B-Buongiorno» riesco a risponderle dopo qualche istante, e sento le guance arrossire per essere stata beccata con le mani nel sacco, a farmi gli affari di qualcun altro.

«Cos'è?» domanda infatti Kayama, adocchiando a sua volta il pacco.

Scrollo le spalle e fingo nonchalance. «Non lo so, era già qui quando sono scesa.»

Più sfacciata di me, Kayama allunga la mano e afferra il bigliettino.

«Hei, non dovremmo...» provo a fermarla.

«Oh» fa lei, e un'espressione stupita si disegna sul suo volto. Si gira e mi rivolge un grosso sorriso. «Ma è per te!»

Adesso anche la mia faccia deve avere un'espressione stupita. «Cosa? Per me?» Mi avvicino sconcertata, sicura che ci debba essere un errore, e afferro il bigliettino che Kayama mi porge.

Nessun errore: in una grafia un po' disordinata c'è proprio scritto "Kasumi Saito".

«Chi è T.Y?» domanda lei pettegola, sbirciando ancora il biglietto da sopra la mia spalla. «Un ammiratore segreto?» Mi dà una leggera gomitata su un fianco.

Da quando è entrata così in confidenza con me?

La cosa normalmente mi infastidirebbe, ma non questa mattina. Questa mattina sono di ottimo umore, per l'allenamento con Shota, per la nuova vita che mi aspetta a braccia aperte come non ha mai fatto prima, per il messaggio di Toshinori... per il suo regalo. T.Y. Toshinori Yagi.

«Ma figurati» glisso, e scuoto il capo, mettendo il bigliettino in tasca.

Kayama mi rivolge uno sguardo navigato, ma non fa commenti.

Prendo il pacco tra le braccia: è bello pesante. «Lo porto su in camera e scendo a darti una mano con la colazione» le dico, mentre mi accingo verso le scale.

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