30. Una mano tesa | Present;

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"Avrei dovuto capirlo prima

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"Avrei dovuto capirlo prima.
Nessuno si sacrifica in questo modo
per una sconosciuta.
Neanche il grande All Might."

«Ragazzi: prendeteli.»

Siamo circondati da tutta l'Alleanza dei Villain: tranne Dabi e Kurogiri, il resto è pronto a costringerci a seguirli, questa volta con le cattive. Twice, Toga, Mr. Compress, Spinner e persino Shigaraki... vogliono attaccarci tutti insieme.

«Coglioni» li provoca Bakugo, e ancora non riesco a capire se il suo sia coraggio o follia; se fa così perché è effettivamente conscio delle sue abilità o se è un suo modo per esorcizzare la paura.

Io, onestamente, me la sto facendo sotto.

«Oh, vi prego, lasciate Haruka a me!» esclama Toga, con una luce inquietante negli occhi gialli. Lecca la lama del pugnale che ha in mano, neanche riuscisse già ad assaporare il mio sangue su di essa.

«La affidiamo a te, Toga!» «Non fartela scappare!» esclama Twice, dando a ogni frase un tono diverso.

«Sbrighiamoci» taglia corto Spinner, e parte all'attacco di Bakugo.

«Col cazzo» dice quest'ultimo. Mi afferra per la vita e mi trascina a sé. «Reggiti.»

Mi stringo contro la sua schiena, le mie braccia allacciate al suo bacino, mentre lui protende le sue e comincia a ruotare, generando una serie di esplosioni che tengono lontani gli avversari e creano un nuovo muro di fumo e polvere. Mi fischiano le orecchie e mi domando come faccia lui a non essere diventato sordo col tempo.

«Corri, adesso!» esclama.

Mi stacco da lui e faccio per seguirlo, ma lo schiocco improvviso un metro da sarta, che Twice utilizza come fosse una frusta, si interpone tra di noi e ci divide, costringendomi a fermarmi. Nel fumo e nella confusione, perdo subito di vista Kacchan e il panico ci mette poco ad assalirmi. Il cuore pompa così velocemente che temo possa esplodermi il petto.

Sollevo le mani, in quella che presumo essere una specie di posizione di guardia, e mi volto freneticamente a destra e a manca, cercando di anticipare eventuali attacchi. Ovviamente fallisco e percepisco troppo tardi lo scintillio della lama che sbuca dal nulla. Faccio appena in tempo a sollevare un braccio a protezione della faccia che il pugnale di Toga mi lacera la carne, strappandomi un grido di sorpresa e dolore.

«Dai, non fare così!» esclama lei. Si è avvicinata tanto che riesco a distinguere il suo sorriso eccitato anche con questo fumo. «È appena appena un taglietto innocente, cosa farai quando ti avrò sfregiato ben bene quel bel visino che ti ritrovi?»

Deglutisco e faccio un passo indietro, per cercare di mantenere le distanze da lei e dal pugnale col quale ora sta fendendo l'aria. Sembra una bambina con una stella filante a Carnevale: è completamente fuori di testa.

DISTANCEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora