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Era ormai dicembre, uno dei mesi più freddi dell'anno, specialmente a Cambridge dove tirava sempre aria fredda. Ricordavi che a Bristol, durante l'inverno, le pareti del canale del fiume Avon si ghiacciavano diventando degli appoggi per i gabbiani in cerca di cibo.

Cambridge in quel periodo ricordava tanto un piccolo villaggio pieno di luci natalizie e neve, tanta neve. Il prato sempre curato dell'università era ricoperto da un manto nevoso e morbido, spesso i ragazzi giocavano ancora a palle di neve quando uscivano dalle aule, quasi come fossero dei bambini. 

Camminando per le strade, si poteva sentire l'odore delle calde bevande uscire dai bar e delle sfornate dei dolci e torte dai negozi.

Avevi un'ora buca prima di dover ritornare all'università, così decidesti di fare un giro per le vetrine dei negozi insieme a Sarah al tuo fianco. La ragazza si fermò davanti a un negozio che vendeva concime per fiori, ti spiegò che da alcune settimane le sue orchidee sembravano star appassendo e cercava in tutti i modi di salvarle.

Ti infilasti le mani coperte dai guanti nelle tasche della giacca, mentre rimanesti a guardare l'esile figura di Sarah davanti alla vetrina. Indossava un cappotto color mogano che si intonava meravigliosamente ai suoi capelli ramati intrecciati attorno alla sciarpa scura legata al collo. 

Metà del suo viso arrossato era nascosto da quel tessuto scuro che le copriva anche le spalle. Nonostante ci fossero 0°C, la tua compagna di corso non voleva saperne di indossare dei pantaloni, preferiva mettere dei vestiti di lana con delle calze altrettanto pesanti e coprenti che finivano all'interno di alti stivali scuri.

<<Credi che qua dentro abbiano dei fertilizzanti o qualcosa del genere per le mie orchidee?>> chiese la ragazza aspettando una tua riposta impazientemente, alzasti un sopracciglio confusa. Sarah sapeva bene che per te le piante erano un mondo a sé stante, eppure i suoi grandi occhi color miele volevano una risposta.

<<Prova a darci un'occhiata, sicuramente potranno darti una mano.>> le rispondesti facendo spallucce. La ragazza annuì e poi si precipitò alla porta del negozio entrando.

Stavi per raggiungerla, quando il telefono ti squillò nella tasca della giacca, lo estraesti leggendo il nome di Tom sullo schermo. Rispondesti al terzo squillo mentre cercavi di toglierti i guanti neri dalle mani. 

"So bene che sei in pausa, ma potresti arrivare tra mezz'ora nel mio ufficio?" chiese il professor Hiddleston con una certa urgenza. <<Certo! Ci sono problemi? Mancano dei documenti?>> chiedesti corrugando la fronte di riflesso.

Normalmente Tom non era solito a chiamarti durante le ore scolastiche "L'unica cosa mancante sei tu sulla mia scrivania, tesoro." a quella risposta per poco non ti andò di traverso la tua stessa saliva. Tossisti sonoramente e ovviamente il tuo insegnante dall'altra parte del telefono ridacchiò.

 <<Vedrò cosa posso fare.>> rispondesti con tono scherzoso. Sapevi bene che non c'era altro posto in cui avresti preferito essere, ma non volevi dargliela vinta così facilmente, adoravi quel vostro modo di comunicare.

"Brava, così vedrò cosa potrò fare anche io una volta che sarai qua." rispose l'uomo chiudendo la chiamata. Per un attimo chiudesti gli occhi, eri sicura di essere arrossita perché potevi sentire le guance andarti a fuoco.

Nelle ultime settimane il rapporto tra te e Tom era cresciuto ancora di più. Dopo quello che era successo con il professor Ross, il tuo insegnante di letteratura inglese divenne parecchio protettivo nei tuoi confronti, ma la cosa non ti dispiaceva. 

Si assicurava sempre che tu stessi bene e che non ci fossero stati altri momenti simili a quello che avevi passato. 

Passavate parecchio tempo insieme a casa sua, la sensazione più bella era quando la mattina dopo, ti svegliavi nel suo letto e la prima cosa che potevi vedere erano i suoi diamanti luminosi incastonati al posto degli occhi. 

Professor Hiddleston [Tom Hiddleston x Reader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora