Capitolo 7: Provocazione.

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Alastor passò la notte in bianco meditando su come oltrepassare il contratto con Lucifero. Aveva capito che non poteva contare sul suo "limite di pazienza", per lui anche solo il fatto che quella donna respirasse era una buona ragione per squartarla. E se invece fosse stata lei ad attaccarlo? Sarebbe stato tutto più semplice, il contratto avrebbe considerato la sua come semplice "autodifesa". Il demone sogghignò leggermente pregustandosi tutto quel dolore che avrebbe fatto subire a quell'arpia. Ora mancava solo la scusa per farla attaccare, da quello che si ricordava lui, lei nella vita passata era molto calma e dolce, si difendeva solo nelle situazioni che lo richiedevano... per questo la considerava praticamente "improvocabile".
Passò le successive ore a pensare a un piano, poi, al sorgere del "Sole" gli venne un'idea: la gelosia. Se davvero lei sosteneva di provare ancora quel sentimento così ridicolo l'arrivo di un'altra donna l'avrebbe mandata fuori di testa. Solo che ora si presentava un altro problema, Alastor odiava profondamente avere alcun tipo di contatto fisico con le altre persone, lo disgustava assai quella situazione. Avrebbe dovuto solo stringere i denti e baciare una perfetta sconosciuta davanti a lei, il solo pensiero delle sue labbra su qualcun'altro gli faceva venire un terribile conato di vomito.
La sua ombra lo fissò incuriosita, lui la fissò di rimando, fu a quel punto che ebbe l'illuminazione della serata.

Il giorno dopo Alyson si svegliò distrutta, aveva passato una notte insonne nel tentativo di trovare le parole giuste per spiegare ad Alastor la situazione. E nonostante ciò non aveva ancora trovato quelle parole! Si tirò su dal letto leggermente più nervosa del solito, il suo solito sorriso era stato sostituito da un broncio serrato e perenne. Scese le scale per far colazione, per lo meno dentro l'hotel era lontana da possibili disturbi. Naturalmente non sapeva ancora quanto quella giornata l'avrebbe fatta inferocire.
Attraversò l'ingresso della hall, diretta alla sala pranzo, ma un insistente bussare all'ingresso le fece cambiare rotta. Leggermente scocciata dalla mancanza di personale aprì di poco la porta per vedere chi fosse. Si trovò davanti a un demone femminile dall'aspetto raffinato e attraente.
"Desidera?" chiese dolcemente lei, il suo obbiettivo adesso, oltre a parlare con lui si intende, era di aiutare Charlie ad acquisire nuovi clienti per l'hotel.
"Oh, ciao cara... ecco io avrei un'appuntamento con un membro del vostro staff... è per caso disponibile?" rispose l'altra donna, il che era strano, visto che i membri dello staff non erano molto disponibili dato il loro pessimo umore. Alyson stava per risponderle quando una voce la precedette.
"Oh mia cara, eccoti finalmente. Sai che sono sempre disponibile per accoglierti! Accomodati pure!" disse la voce familiare di Alastor alle sue spalle.
Il demone prese la giovane a braccetto scortandola nella sala pranzo.
Alyson rimase lì a fissarli sul posto totalmente sconvolta, la situazione le sembrava del tutto irreale, infondo Charlie le aveva confidato che Alastor in tutti questi anni di permanenza all'inferno non aveva mai avuto alcun tipo di rapporto con qualsiasi tipo di demone, e questa era addirittura un'informazione che aveva ricevuto Charlie da suo padre.
La giovane non ci fece troppo caso e andò in sala da pranzo, pronta a divorare il tavolo.
La scena che si trovò davanti le fece accapponare la pelle: Alastor che faceva delle moine a quella donna. Lei si era addirittura seduta sulle sue gambe intenta a mangiare e a giocherellare con lui. Alyson cercò di inghiottire quel boccone così amaro ma senza successo, un profondo senso di tristezza iniziò a pervaderle il corpo.

Quando Vaggie e Charlie entrarono in stanza la situazione peggiorò ulteriormente, entrambe continuavano a spostare lo sguardo dalla coppietta ad Alyson, assai sconvolte.
"Allooora, Al..." fu Charlie che parlò "...chi è questa ragazza?"
"Oh, che maleducato, lei è Cheriê una giovane donna che tempo fa ha catturato la mia attenzione." disse lui accarezzandole la guancia. Quel gesto fece perdere ad Alyson il controllo per pochi secondi facendole sbattere il piatto sul tavolo.
"Oh, perdonatemi, credo di aver mangiato troppo." disse lei alzandosi e incamminandosi verso la sua stanza a testa china sotto lo sguardo divertito di Alastor, ancora una piccola spinta e sarebbe esplosa. Alyson prese in considerazione l'idea di passare tutta la sua giornata in camera, per evitare ulteriori provocazioni.

Purtroppo non aveva tenuto conto che nella sua stanza non ci fosse ancora il bagno privato funzionante. Quindi dovette optare per i bagni in comune. Mentre si stava dirigendo lì, passando a fianco alla camera di Alastor notò che questa era aperta. Decise di buttarci un'occhio per vedere se fosse libero per parlare. Mai cosa fu più sbagliata, il demone non aspettava altro, così appena vide che lo sguardo della giovane si era poggiato su di lui prese Cheriê e la baciò, ma non prima di aver lanciato uno sguardo di sfida ad Alyson.
Il bacio durò veramente troppo. La ragazza provò in tutti i modi a trattenere il senso di odio che stava montando dentro di sé e quasi ci riuscì finchè non incrociò lo sguardo soddisfatto di Alastor. Fu lì che esplose.
"Tu..." una leggera scossa fece tremare i lampadari.
"Tu..." questa volta toccò alla porcellane in cucina.
"TU..." la terra stessa iniziò a tremare.
"Tu.. brutto figlio di..." la ragazza si scaraventò contro di lui, entrambi sfondarono la finestra frantumandone il vetro e insieme iniziarono a precipitare dal quinto piano dell'hotel.
Alyson continuava a tenere ben saldo Alastor, non voleva permettergli di scappare.
"Lo sai mia cara, mi hai deluso particolarmente. Ti facevo più intelligente." disse lui sogghignando.
"Ma in fondo se è questo quello che desideri.." disse lui sfoderando gli artigli e allungandosi le corna "...non mi tiro di certo indietro."

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