Charlie cadde in ginocchio guardando fissa suo padre, era come se la giovane fosse pietrificata.
Angel si accasciò contro il muro stringendosi forte il petto con una mano, mentre con l'altra era intento a trattenere i singhiozzi che gli uscivano dalla bocca.
Vaggie scoppiò il lacrime appoggiando la fronte sul vetro della finestra.
Husk con gli occhi umidi, abbracciò Niffty cercando di tranquillizzarla.Dopo qualche ora tutti si ripresero leggermente, giusto per uscire dalla stanza per pensare a un'ipotetica soluzione, nessuno volle arrendersi in quel momento così disperato. Niffty aveva estratto il proiettile dalla gamba di Angel fasciandolo successivamente, la ragazza l'aveva tranquillizzato per la prognosi, il colpo non gli avrebbe causato danni permanenti, avrebbe solo avuto dolori occasionali per le future settimane.
Lucifero provvedette a preparare delle flebo con un'antidolorifico molto potente per non far soffrire ulteriormente la ragazza. Il sovrano decise inoltre di passare i successivi giorni all'hotel per trovare una soluzione insieme allo staff.
Attaccò una flebo alla ragazza iniziando la somministrazione prima di uscire dalla stanza.
"Spero che ti dia un po' di sollievo.. " le sussurrò lui accarezzandole i capelli.
"Gr..zie.." rispose lei, Lucifero le sorrise tristemente uscendo dalla stanza.
Alastor rimase in ginocchio sul pavimento, nella stessa posizione che aveva tenuto le ore precedenti. Charlie provò a cercare di scuoterlo toccandogli la spalla. Il demone non ebbe alcun tipo di reazione.
"Al, lo so che è dura, ma vedrai che insieme troveremo un soluzione.." disse lei accarezzandogli la spalla.
Alastor non si mosse, rimase solo lì con lo sguardo basso intento a fissare il pavimento.
"Devi cercare di scrollarti, abbiamo bisogno del tuo aiuto.." sussurrò lei.
"Charlie, puoi lasciarmi solo, per favore? Ho bisogno di riflettere.." disse lui.
"Ma certo, se hai bisogno, chiamami." disse lei uscendo dalla porta.Alastor si alzò dopo qualche minuto, inspirò profondamente e si avvicinò al letto della ragazza. Faceva fatica a guardarla, gli causava dolore fisico vederla stare così male. Ma voleva disperatamente starle accanto, farle capire che lui era lì per lei e lì sarebbe rimasto. Il pensiero di una possibile vendetta su Valentino non gli interessava in quel momento, voleva solo restare con lei.
Il demone si mise di fianco al suo letto osservandola. La ragazza aveva il respiro affannoso, ogni volta che l'aria usciva dalla sua bocca lei emetteva un lamento di dolore. Alastor sapeva quale orribile e intenso dolore stesse provando, aveva studiato l'effetto di quel veleno anni prima e il solo pensiero che lei potesse provare tutto quello lo fece stare ulteriormente male.
Alastor allungò la mano verso il suo visto lentamente, annullò la distanza iniziando ad accarezzarla dolcemente.
"Al...tor.." disse lei con un filo di voce. Era incredibile, nonostante la totale mancanza di vista la ragazza l'aveva riconosciuto solo dal tocco.
"Sono qui." disse lui poggiando la mano su quella di Alyson. La ragazza a quel contatto la strinse debolmente.
"Ho... p...ura.." la ragazza faceva fatica a parlare, ogni volta che ci provava il dolore aumentava. Alastor la osservo e vide che oltre al sangue i suoi occhi erano pieni di lacrime. La baciò sulla fronte continuando ad accarezzarla.
"Vedrai che riusciremo a uscirne." disse lui mentre continuava a baciarla. La ragazza singhiozzò debolmente, cercò di coprirsi il viso con una mano: non voleva piangere davanti a lui.
Il demone la fermò con dolcezza baciandole la mano, non doveva vergognarsi di mostrare le sue vere emozioni davanti a lui.
"Non preoccuparti, ci sono io qui. Non ti lascio sola.." sussurrò lui.Dopo qualche minuto la ragazza si addormentò grazie alla flebo che le aveva somministrato Lucifero.
Alastor prese una sedia mettendola di fianco al letto di lei, si sedette e appoggiò la testa accanto al corpo della ragazza iniziando ad accarezzarle la mano, dopo qualche minuto si addormentò anche lui.Era notte fonda ormai, tutto il personale dell'hotel stava dormendo, fatta eccezione per Charlie. La ragazza stava per l'appunto cercando dei libri in biblioteca, aveva ancora gli occhi gonfi dal pianto. Riusciva a leggere a fatica le copertine dei libri sugli scaffali, era parecchio stanca ma non poteva dormire. Il pensiero di Alyson in quelle condizioni e soprattutto le parole del padre la facevano stare malissimo. Non poteva permettersi di perdere quella che per lei era come una sorella. Da quando era uscita da quella stanza aveva iniziato a cercare una soluzione. La biblioteca era grande, aveva passato parecchie ore tra quelli scaffali, ma senza successo. Sopra la scala pioli Charlie stava leggendo le ultime copertine dello scaffale, il suo sguardo si illuminò quando lesse una delle tante copertine. Estrasse il libro dallo scaffale osservandolo con attenzione, la copertina era malandata, emetteva un leggero odore di muffa: sembrava parecchio vecchio come libro. Sul piatto anteriore del libro vi era una piccola scritta quasi del tutto sbiadita ma ancora leggibile: "Veleni mortali: cosa sapere.". La ragazza completamente in estasi fece un piccolo salto per la felicità dimenticandosi totalmente dove si trovava. La scala oscillò leggermente, in pochi attimi Charlie perse l'equilibrio cadendo, la ragazza si trovava nel punto più alto di quella scala, dieci metri circa dal suolo. La ragazza lanciò un piccolo urletto chiudendo gli occhi e preparandosi all'impatto con il suolo.
Due braccia fermarono la sua caduta tenendola a mezz'aria. Charlie aprì lentamente gli occhi trovandosi davanti alla faccia di suo padre.
"Non dovresti essere a letto?" chiese lui mettendola giù.
"Non ho più quaranta anni papà.." disse lei dandogli le spalle. Il rapporto con suo padre non era dei migliori, lui negli ultimi anni era stato distante da lei, la ignorava, non la spronava pensando che il suo progetto fosse soltanto una perdita di tempo. La ragazza non si sentiva capita nè tanto meno apprezzata da lui, molte volte rimpiangeva i momenti della sua infanzia quando lui l'ascoltava e giocava con lei comportandosi da padre.
"Charlotte, guardami." disse lui, quella situazione lo metteva in difficoltà, non sapeva davvero come comportarsi, lei era sua figlia e lui non riusciva a trovare il coraggio per provare a consolarla. Charlie si girò lentamente verso di lui.
"Dimmi."
"Devi riposare, sei distrutta. Non fa bene alla tua salute." disse lui freddamente.
"Non posso, devo trovare una soluzione." disse lei mostrandogli il libro, il sovrano lesse velocemente il titolo sospirando leggermente.
"Non esiste alcuna cura." disse lui
"Alyson ha rischiato la sua vita per salvare la mia. Non posso arrendermi così!" alzò leggermente la voce lei.
"Lo so, cosa credi? Anche io tengo molto a lei." disse lui facendo una pausa "Ma non troverai una soluzione lì." sussurrò indicando il libro "Conosco il progresso medico del mio regno e... attualmente non esiste una cura." concluse lui.
"Un momento... il tuo regno..." pensò Charlie ad alta voce. Rimuginò un pochino sulla frase appena detta dal padre decifrando con calma ogni singola parola.
"Ma certo! Non esiste una cura per quel veleno all'Inferno! Ma in Paradiso..." disse lei alzando la testa di scatto.
Il sovrano spalancò gli occhi, sua figlia aveva ragione, in effetti lui non sapeva se in Paradiso avessero trovato un antidoto o in generale una cura.
"In effetti, potrebbe esserci una cura lì. Qui però sorge un altro problema.." disse lui pensieroso "Gli angeli non permetteranno mai a un demone di mettere piede in paradiso per curarsi."
"Non è compito degli angeli aiutare?" chiese Charlie.
"Non noi, pensa allo sterminio annuale, per loro la morte di un demone non è altro che un peccatore in meno in questo schifoso mondo." disse lui.
"Ma Alyson non è totalmente un demone.." pensò la figlia facendo girare il padre di scatto.
"Tu come lo sai?" chiese lui sconvolto.
"Ho passato molto tempo con lei, la sua aura demoniaca è... diversa.." disse lei "E poi vi ho sentiti parlare stamattina." concluse.
"Comunque potrei provare a giocare quella carta, ma dobbiamo fare in fretta, ad Alyson rimangono pochi giorni e sono abbastanza sicuro che la pratica sarà estremamente lunga.." disse lui "... a meno che..." pensò lui.
"Cosa?"
"Posso riscattare un favore a una persona molto influente." pensò lui ad alta voce.
"Di chi parli?"
"Di Gabriel."
"Un'attimo.. ma parli dell'arcangelo?!" chiese la ragazza sconvolta, il sovrano annuì leggermente "Ma, lui ci odia più di chiunque altro.. come farai..?" chiese lei rattristendosi.
"Mi deve un favore, e se ciò non dovesse bastare troverò il modo di convincerlo." sogghignò lui.Lucifero aveva chiesto a Charlie di preparare una stanza libera per poter conversare con Gabriel in tranquillità, si fece promettere dalla figlia che avrebbe tenuto a bada lo staff: l'arcangelo aveva la peculiare caratteristica di non sopportare la vista dei demoni, il suo odio per loro era sconfinato, avrebbe voluto vederli bruciare tutti, sfortunatamente per lui doveva un favore a Lucifero, quindi era obbligato a recarsi in quel buco marcio e puzzolente a sentire le stronzate di quel narcisista.
Gabriel era uno dei sette arcangeli e insieme a loro gestiva l'esercito di Dio, lui in particolar modo si occupava nella gestione e addestramento degli angeli "purificatori" che una volta all'anno facevano una visita all'Inferno non proprio di cortesia. Aveva un corpo molto magro di colore celeste coperto da uno smoking bianco latte che sfoggiava perennemente, come gli altri del suo stesso rango aveva un solo gigantesco occhio posizionato al centro del viso, l'altro occhio era stato rimosso da Dio stesso dopo la ribellione di Lucifero, anche lui arcangelo, questo atto aveva uno scopo sia simbolico che preventivo: nessun'altro Arcangelo avrebbe mai più potuto guardarsi alle spalle nel tentativo di tradirlo.
"Allora, che cosa vuoi?" chiese Gabriel parecchio scocciato apparendo nella stanza.
"È un piacere vederti fratellino." disse Lucifero sogghignando.
"Non chiamarmi così. Hai perso il diritto di farlo da quel giorno." rispose seccamente lui "E non pensare che io sia venuto perchè tenga a te, sono qui solo per ripagare il mio piccolo debito."
"Gabriel, ho bisogno del tuo aiuto, e so che tu puoi aiutarmi."
"Sentiamo."
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Hello, My Dear
FanfictionAlyson é una ragazza particolare nel suo genere, separata dal suo amato al momento della morte, finita all'Inferno per un patto stretto col Diavolo prima di morire. Sogna di poter riabbracciare la persona che ama in Paradiso, una missione apparentem...