Capitolo 21: Il Patto.

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Non appena Alastor aprì la porta si trovò davanti Charlie, la giovane aveva un'espressione di pura collera dipinta in volto.
"Cosa diavolo volete fare?!" urlò lei.
"Charlie?" chiese suo padre sporgendosi.
"Hai sentito tutto, vero?" chiese Alastor alzando il sopracciglio.
"Non cambiare discorso! Che significa tutto questo?! Papà, avevi detto che l'avresti convinto! Non puoi permettergli di fare questo a Alyson!" continuò lei furibonda.
"Non è così semplice Charlie... non abbiamo scelta, o ci atteniamo all'accordo o lei morirà.." spiegò Lucifero.
"E dov'è finito il favore che doveva farti!?"
"Il favore che gli ho fatto... è successo quando eravamo al servizio di Dio, tanti anni fa.. lui aveva combinato un disastro nella biblioteca, preso da un'improvviso attacco di collera, aveva distrutto gran parte dei tomi divini e io mi sono preso la colpa al posto suo.. col passare del tempo posso ipotizzare che quel gesto non abbia alcun valore per lui. Ho provato a convincerlo ma con lui non si può ragionare, o accettiamo le sue condizioni altrimenti non se ne fa nulla.." continuò il sovrano. Charlie tirò su col naso, chiuse gli occhi per pochi secondi, quando li aprì erano completamente rossi: stava perdendo il controllo.
"E tu?!" disse lei puntando il dito contro Alastor "A te va bene questa cosa immagino! Finalmente non l'avrai più tra i piedi!" urlò lei avvicinandosi a lui.
"Così potrai tornare il bastardo che eri un tempo senza doverti giustificare con lei!" continuò lei. Alastor non rispose, non ne aveva la forza.
"Sai una cosa?! Sono stanca.. sono stanca di provare a cercare di rendere i demoni migliori.. tu mi hai dimostrato che le persone non cambiano, la verità è che tu non provi dei sentimenti, hai solo finto.. per tutto il tempo e ora, per colpa tua lei adesso sta morendo..." disse lei voltandosi e correndo per il corridoio singhiozzando. Lucifero si smaterializzò per inseguire la figlia lasciando solo Alastor.

Alyson era peggiorata ulteriormente nelle ultime ore, era in stato comatoso e probabilmente non avrebbe passato la notte, la dose di veleno presente nel suo corpo era troppo elevata per farla sopravvivere qualche giorno in più. Vaggie l'aveva attaccata al respiratore che Lucifero aveva fatto apparire il giorno prima, il demone falena era accanto al letto dell'amica intenta a pulirla dal sangue che aveva rigettato. Niffty invece era dall'altro lato del letto intenta a nutrirla attraverso un piccolo tubo infilatole nel naso che faceva capolino nello stomaco. Alyson era pallida, quasi cianotica, le sue labbra erano fredde e viola, l'unica cosa che le dava "colore" erano le sue vene completamente nere che facevano capolino dai suoi arti ai quali vi erano attaccate quattro flebo contenenti quel potente antidolorifico. Le due ragazze accanto a lei avevano gli occhi gonfi e rossi, trattenevano a stento i singhiozzi per paura che lei riuscisse a sentirle.
"Credi che ce la farà..?" chiese Niffty singhiozzando.
"Non lo so.. non lo so davvero..." rispose Vaggie osservando il corpo della ragazza.
La porta si aprì all'improvviso, Alastor fece capolino entrando nella stanza, aveva il suo solito sorriso ma si vedeva chiaramente dallo sguardo che qualcosa non andava.
"Alastor, tutto bene?" chiese Niffty.
Vaggie lo squadrava, ma non con il suo solito sguardo malfidante, c'era della pietà nei suoi occhi.
"Ma certo tesoro!" disse lui sorridendole, quel sorriso gli costò tanto, il demone aveva l'innata capacità di bluffare, ogni giorno del suo post-vita lui l'aveva passato con il sorriso in volto, aveva sempre pensato che il non sorridere avrebbe mostrato la sua debolezza e questo non poteva permetterlo, ma allora perchè in quel momento gli era così tanto difficile sorridere? Domanda stupida, lo sapeva benissimo il perchè, in quel momento avrebbe voluto stare lì, fermo completamente immobile, per digerire il colpo appena subito, ma non aveva più tempo, guardandola aveva capito che ormai l'ora dell'addio era vicina. Respirò profondamente e parlò.
"Mi dispiace disturbarvi, ma dovrei scambiare due parole con lei. Potreste.." non finì la frase, entrambe si alzarono dalle sedie lasciando la stanza in silenzio, Vaggie lanciò un'ultimo sguardo a lui e all'amica prima di uscire chiudendo la porta.

Alastor si avvicinò al letto di lei non sapendo bene cosa dire. Si sedette accarezzandole dolcemente i capelli.
"Lo sai? È proprio buffo, a quanto pare il destino non vuole che io e te stiamo assieme, ahahah..." disse lui ridendo tristemente. Mano a mano che quella risata andava avanti il risivo si trasformava in singhiozzi. Il demone si mise la mano in faccia per coprirsi, non poteva permettersi di cedere in quel momento, doveva essere forte, Alyson non doveva sospettare di nulla o non gli avrebbe mai consegnato la sua anima.
Alastor stanco di trattenere quelle emozioni decise di agire prima di scoppiare totalmente. Toccò con un dito un punto ben preciso del corpo della ragazza, dove risiedevano le sue due entità ed entrò nell'anima della ragazza. Quello era il solo posto dove la ragazza era ancora cosciente.

Il luogo in cui si trovava era sia luminoso che buio, sia caldo che freddo, sia accogliente che desolato. Alastor iniziò a camminare guardandosi attorno, dopo qualche minuto di camminata si trovò davanti a una porta. L'aprì pronto ad entrare nel cuore delle due anime, la scena che si trovò davanti lo fece desistere dal proseguire: si trovava nel salotto della sua vita mortale e li vi era Alyson, nelle sue spoglie mortali mentre preparava la cena.
"Perchè mi fai questo.." sussurrò lui a un'entità non meglio precisata.
"Hai detto qualcosa caro?" chiese lei dolcemente.
"No nulla, pensavo ad alta voce all'intervista di domani.. ahah." rispose lui.
"Ora basta pensare al lavoro, rilassati, la cena è quasi pronta." disse lei sorridendogli.
Alastor si avvicinò al cucinino sorprendendo la ragazza di spalle abbracciandola, Alyson si rilassò istantaneamente a quel tocco girandosi appena per baciarlo sulle labbra. Quel momento per Alastor era sia una tortura che una benedizione, una piccola lacrima di gioia e dolore gli cadde dall'occhio finendo sulla spalla di Alyson, la quale alzò lo sguardo incuriosita. La donna accarezzò il viso del marito in silenzio, sapeva benissimo che in quella situazione era inutile chiedere e che la cosa migliore era stargli accanto.
"Mi sei mancata.." sussurrò lui all'orecchio.
"Non ci vediamo da stamattina Al. Ahah." disse lei girandosi e scompigliandoli i capelli.

I due si misero a tavola per mangiare, Alastor ascoltò in silenzio la ragazza parlare della sua giornata lavorativa facendo qualche commento di strafòro.
L'uomo faceva fatica a guardarla in faccia, sapeva che nonostante quella fosse una proiezione dell'anima della sua amata lei era la presenza originale.
"Tesoro, va tutto bene?" chiese lei.
"Oh, si cara, certamente.." disse lui guardandola appena.
"Dovevi parlarmi di qualcosa giusto?"
"Si, ecco vedi.. ho bisogno di qualcosa di molto importante da te." disse lui.
"Chiedi pure." sorrise lei.
"Io voglio che tu sia al sicuro, io voglio proteggerti da qualsiasi tipo di calamità della vita."
"Ma non ce n'è alcun bisogno Alastor! Ahah."
"Invece sì, sei in pericolo e io non posso fare nulla... mi sento così inutile e vuoto.." Alastor stava per scoppiare ma non poteva assolutamente permetterselo, doveva tenere duro ancora un po'.
"Tesoro.. che cos'hai..?" chiese lei preoccupata.
"Devi farmi una promessa Alyson.." sussurrò lui.
"Di che si tratta?"
"Prometti di essere solo mia in anima e corpo, donati completamente a me e io ti prometto che ti proteggerò da tutte le avversità." disse lui guardandola negli occhi, allungò il braccio con la mano spalancata pronta a farsela stringere per concludere il patto.
"Io sono e sarò per sempre tua..." sussurrò lei avvicinando la mano.
"Lo vuoi? Sei sicura?" chiese lui alzandosi dalla sedia e allontanando la mano spaventato da quello che sarebbe successo in seguito. La ragazza si alzò avvicinandosi lentamente a lui. Alastor indietreggiò ulteriormente, si bloccò quando la sua schiena toccò la parete. Alyson si fermò di fronte a lui osservandolo. Dopo qualche secondo di silenzio la donna si alzò in punta di piedi stringendolo dolcemente tra le braccia.
"Lo voglio." gli sussurrò lei. Alyson si spostò appena osservandolo con dolcezza, improvvisamente si piegò in avanti facendo incontrare le loro labbra in un bacio passionale e dolce allo stesso tempo. Un denso fumo verde invase la stanza, ma ai due ciò non importava presi dal loro amore continuarono a baciarsi, entrambi in lacrime.
"Ti amo." questa fu l'ultima cosa che Alastor sentì dire da sua moglie prima di sprofondare in un'apparente oscurità calda.
Il patto era stato siglato.

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