XIII

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-Louis, andiamo a cavallo insieme. Potremmo sfidarci come un tempo.- mi propose mia sorella.
-No..- mormorai mogio, ancora con lo sguardo perso sull'orizzonte.

Era mattino, il gallo aveva cantato da un pezzo ormai, e mia sorella Charlotte era venuta a farmi visita e stava provando a portarmi di sotto con lei.

-Ma ci divertiamo. Come sempre.
Sospirai.
La sentii avvicinarsi a me.
-Louis, sono settimane che non ti vediamo. Sei sempre chiuso qui. Vieni giù con noi, ti prego.- mi supplicò.
Sospirai ancora e mi voltai verso di lei, alzandomi poi.
-Cosa vuoi fare Lottie?- chiesi utilizzando il soprannome che solo noi di famiglia conoscevamo.
Lei sorrise, molto più felice che mi fossi arreso.
-Potremmo cavalcare fino al laghetto e poi.. potremmo fare una gara. Chi arriva prima può arrampicarsi sull'albero di mele per averne una.

Una volta quel genere di cose mi esaltavano molto.

Ora invece... Avevo fatto di peggio che arrampicarmi su un albero di mele. Mi ero arrampicato sul muro del castello per rubare i tesori che c'erano dentro.
Molto più emozionante.

Ma acconsentii lo stesso, anche con un sorriso tirato pur di farla felice e veder comparire sulle sue labbra un sorriso molto più sincero del mio.

Scendemmo di sotto e come promesso prendemmo i nostri soliti cavalli, cavalcandoli per ore ed ore insieme. Ovviamente li facevamo riposare spesso, poi ripartivamo.
Andare al galoppo era vietatissimo per noi nobili, a meno che non fosse un caso di vita o di morte.
Per cui il massimo che potemmo fare fu andare al trotto.

Se a mia sorella cercai di dare a vedere che mi stessi divertendo, dentro di me la desolazione si faceva sempre più intensa.

Una volta non era così per me..

Tornammo al castello che era ormai tardi anche per il pranzo.
Scesi di sotto solo per lavarmi e quando salii, incontrai lo sceriffo.
Da quando avevo saputo che fosse lui la spia dei ribelli, il mio sguardo nei suoi confronti era cambiato.

Ora provavo un profondo rispetto per quell'uomo così coraggioso da vivere sotto lo stesso tetto del Principe e tradirlo allo stesso tempo con maestria.

Quando tornai di sopra, come al solito, mi chiusi nella mia stanza.

La cena fu l'unico motivo per cui scesi di sotto.

Quanto odiavo quella vita, una volta non era affatto così. Ero sempre in movimento, sempre con qualcosa da fare, sempre con un obbiettivo diverso. Ora invece...
Mi affacciai alla finestra, come al solito, per poter guardare il panorama e scorgere quel puntino che era la foresta di Sherwood. Chissà cosa stava facendo Harry in quel momento...

Fuori però faceva troppo freddo quella sera, così cedetti.
Chiusi le ante della finestra e mi andai a sistemare sul mio letto. Aprii la giacca che avevo sopra la camicia e slacciai i due lacci con i quali tenevo legata quest'ultima. Una volta comodo, mi sdraiai completamente. Lo sguardo era perso sul soffitto del mio baldacchino mentre un braccio era sistemato sotto la testa.

Non mi sentivo stanco, non abbastanza da addormentarmi, ma la noia era talmente tanta che..

Sentii un colpo.
Girai il volto verso destra e cercai di capire da dove fosse venuto il rumore.
Ascoltai in silenzio ma sembrava davvero che me lo fossi solo immaginato.
Così come l'avevo sentito, all'improvviso, se ne era andato.
Tornai a guardare il soffitto allora e chiusi anche gli occhi, prendendo un gran respiro. Poi sentii un rumore contro la finestra.
Allora era da lì che proveniva quel rumore di poco prima, pensai.
Ascoltai ancora, cercando di capire cosa potesse essere.
Sicuramente era stato qualche volatile.
Ma dopo poco il rumore si ripresentò.
Mi alzai ed andai a controllare.
Non vedevo bene.

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