XIV

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Quel giorno Harry non si fece vedere.
Lo aspettai impaziente per quasi tutta la sera ma quando il sole calò definitivamente, lasciando la mia camera quasi al buio, se non fosse stato per la presenza delle candele e del fuoco nel camino, capii che ormai non sarebbe più arrivato.

Ero rimasto male per questo?
Molto.
Ma la paura che lo avessero preso o che gli fosse accaduto qualcosa fu molto più forte.
Mi affacciai alla finestra come sempre e guardai in direzione della foresta finché da lì sopra non vidi qualcosa di diverso dal solito verde del prato.

Cinque cavalli al galoppo scappavano dalla città.

Il mio cuore si fece molto più leggero.
Harry stava bene e non era venuto da me quella sera perché aveva i suoi impegni per la città.

Sorrisi nel vedere quelle cinque figure galoppare veloci via, verso l'orizzonte.

Una di quelle si fermò però. Il cavallo nero che stavo guardando rallentò e mi parve di vedere il suo cavaliere girarsi dalla mia parte e guardare in alto.

Forse lo vedevo davvero o forse era solo la mia immaginazione ma ero quasi certo che Harry mi stesse guardando.

Alzai una mano, non sapendo nemmeno se mi vedesse, e lo salutai da lontano.

Non lo vidi rispondere al mio saluto, eravamo davvero troppo distanti, ma solo quando sentii un leggero fischio nell'aria, il cavallo ripartì al galoppo ed Harry con lui.

Qualcuno, forse Liam, lo aveva chiamato ed Harry li aveva raggiunti di nuovo.

Quella sera Harry aveva da fare.
Doveva essere l'eroe che conoscevo bene e che mi aveva stregato sin da subito.

Io e lui potevamo aspettare.

Quando sentii un tonfo fuori dalla mia finestra la sera dopo, corsi ad aprire le imposte di corsa. Quasi inciampando nei miei stessi piedi.

Avevo un sorriso enorme sul viso e non persi tempo quando il riccio più bello di sempre entrò nella mia stanza.
Gli saltai con le braccia al collo e lui mi abbracciò forte, stretto, prima di baciarmi con passione.

-Scusa per ieri ma..- uno schiocco più rumoroso degli altri si liberò nell'aria attorno a noi -Avevo da fare.
-Non preoccuparti.- ripresi a baciarlo con la stessa intensità di poco prima.
-Ma ora devi farti perdonare.- dissi salendogli addosso, una volta sul mio letto.
Harry sorrise furbo ed io con lui, continuando a baciarlo.
Le nostre lingue si intrecciavano alla perfezione mentre Harry gongolava per la mia richiesta esplicita.

-Subito.- rispose con un'altro schiocco.

I miei vestiti caddero a terra e sul materasso sotto di noi.
I suoi anche.
Rimanemmo nudi, pelle contro pelle, per lungo tempo.

Me lo sentii addosso, attorno, dentro di me in ogni senso possibile finché quasi non svenni per il piacere intenso.

Ero sopra di lui e lo stringevo che le mie gambe e con le braccia pur di averlo ancora più vicino, sempre di più.
Volevo che fossimo una cosa sola e forse ci stavamo davvero riuscendo.

Non riuscivo a capacitarmi di quanto fosse bello averlo tra le mie gambe, mentre le sue braccia mi stringevano con tale foga, riempiendomi di segni che il giorno dopo avrei visto e rivisto ogni volta che volevo, ricordando quei momenti perfetti.

*

Eravamo sdraiati sul mio letto. Harry giocava con i miei capelli mentre le nostre gambe erano intrecciate tra loro, le mie mani erano posate sul suo petto, i suoi occhi guardavano me mentre io guardavo lui. Un suo braccio mi cingeva le spalle mentre con l'altro mi accarezzava il viso e giocava con i miei capelli.

Robin HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora