E quella serata arrivò.
Mia madre non fece storie come avevo pensato all'inizio. Lady Walton doveva davvero averle parlato e la scusa che aveva accampato sicuramente era più che valida per non darle modo di chiedermi come mai avessi deciso di allontanarsi dal palazzo a quell'ora, soprattutto.
Cenai con la signora ed il signor Walton. Poi lui decise di ritirarsi nelle sue stanze per dormire mentre noi due, insieme a Tim, ci dirigemmo nella biblioteca della casa, proprio accanto all'uscita sul retro da cui avremmo potuto controllare se qualcuno stesse arrivando o meno.
Tim era agitatissimo quella sera.
Non vedeva l'ora di vedere i suoi genitori ed il villaggio di nuovo, mentre io, che giocavo con lui solo per potermi distrarre, ero ancora più agitato di lui.
Alla sola idea di poter rivedere qualcuno di loro, ma soprattutto Harry, non riuscivo a stare fermo.
Praticamente tremavo come una foglia e lady Walton quasi se ne accorse quando presi un gioco e questo mi cadde di mano.Ciò nonostante non disse nulla. Anche lei era leggermente nervosa.
Lasciare Tim ero sicuro che le costasse molto, un po' come una seconda perdita, ma da madre che sapeva bene cosa si passasse nel perdere un figlio, non avrebbe mai lasciato che qualcun'altro avesse il suo stesso destino.Così stavamo giocando con Tim quando lei mi chiese:
-Loro come sono?
Alzai lo sguardo.
-Come sono?
Lei annuì.
-Si. Con te come sono stati?
Sorrisi.
-Buoni, lady Walton. Sono le persone migliori di tutta Nottingham.
Lei sorrise felice.
-Ne parli con molta nostalgia vedo. Deve esserti costato molto tornare qui.
Annuii.
-Infatti.
Lei annuì e tornò a giocare con Tim, presa dai suoi pensieri.Solo quando ora la notte era inoltrata e la luna era l'unica fonte di luce che avessimo, oltre quelle piccole candele che avevamo acceso al nostro fianco, sentimmo dei rumori.
Il mio sguardo corse alla finestra e, con il cuore in tumulto, mi alzai per andare a vedere chi fosse.
Non vidi nulla per un po'. Solo rumori di cavalli, di zoccoli. Poi vidi un cavallo.
Era sul marroncino chiaro.Liam.
Poi un secondo. Bianco come la neve, candido.
Maud.
Continuai a guardare.
Zayn aveva detto che fossero tre ma ne vedevo solo due.
Poi vidi qualcosa muoversi appena, come una coda.
Non era l'oscurità quella che stavo guardando.
Era un cavallo nero come la pece.Harry.
Il mio cuore perse un battito.
Era lì...
Finalmente.Mi voltai verso la signora Walton.
-Sono arrivati.- dissi.
Lei prese in braccio Tim e lo portò vicino la porticina.
Io la aprii.Non vidi cosa accadde dall'altro lato.
Sentii solo dei passi frettolosi e quando guardai, vidi Maud e Liam che tenevano la situazione sotto controllo con archi e frecce, imbavagliati come al solito.
Ma il mio sguardo non rimase troppo su di loro.Davanti a me, dopo tanto tempo, finalmente c'era Harry.
Harry con i ricci più belli e morbidi che avessi mai visto e sentito legati in un codino alto.
Harry con quegli occhi verdi come unico modo per poterlo riconoscere, con la bandana a coprirgli le labbra più belle che avessi mai visto.
I suoi occhi trovarono i miei e rimasero paralizzati nel guardarmi.Prese Tim tra le braccia.
Il piccolo non riusciva a stare tranquillo.
-Robin!- urlò felice.
Lo sguardo di Harry si puntò di nuovo sul bambino e lo vidi sorridere sotto la bandana.
Maud e Liam si voltarono per guardare il piccolo, anche loro sicuramente sorridendo.
Lady Walton era commossa ed io non avevo mai visto nulla di più bello.
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Robin Hood
Fanfic1295 Gran Bretagna Contea di Nottingham Robin Hood è il ladro gentiluomo che ruba ai ricchi per sfamare i poveri. Misterioso, coraggioso, fiero e imprendibile è il chiaro esempio del fatto che anche gli eroi abbiano il loro punto debole.