XVI

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-Harry!
Mi voltai.
Will si stava avvicinando a noi con un manifesto in mano.

Tutto il villaggio si avvicinò ad un Will preoccupato.
Harry afferrò il pezzo di pergamena, mentre io e Liam ci avvicinammo per leggerlo.

Quando lessi quelle poche righe, sentii il sangue gelarsi nelle mie vene.
Lo sguardo di Liam era puntato su di me, sicuramente, come anche quello di tutti gli altri.

-Che dice?- chiese Much, nervoso.

-Che le famiglie devote a Re Riccardo verranno tutte giustiziate domani mattina.- mormorai a bassa voce, laconico.
-Lou!- esclamò Harry in pena.
-Ciò vuol dire..- cominciò Maud sconvolta ma io conclusi per lei.
-Che i miei genitori verranno giustiziati, insieme a tutte le altre famiglie, si!

Nessuno parlò per un po' finché Will non disse:
-Quindi anche i tuoi genitori, Liam?
Liam scosse il capo.
-No. I miei sono sempre stati dei bravi strateghi. Sono certo che siano dalla parte del Principe ora.- rispose senza essere fiero di ciò.
-Quindi? Cosa si fa?- chiese George.
-Non possiamo lasciare che i Tomlinson vengano uccisi.- continuò Niall deciso.
-Infatti attaccheremo.- rispose Harry.

Non lo avevo mai sentito più convinto di quel momento.
Mi voltai verso di lui, velocemente.

-Ma sei sicuro?
I suoi occhi verdi incontrarono i miei.
-È l'unica cosa da fare. Non lascerò morire la tua famiglia!- si voltò verso Liam e gli altri -Dobbiamo pensare ad un piano. Forza! Abbiamo meno di un giorno.- comandò autoritario.

E così li vidi allontanarsi da me, per andare a decidere il da farsi.

Il mio cuore batteva forte come mai prima e mi sentivo commosso per quanto aveva detto.

Avrebbe messo a rischio il suo villaggio, i suoi amici e la sua famiglia per me.
Non esisteva uomo migliore di Harry e mi sentivo fortunato come mai per averlo nella mia vita, al mio fianco.

-Occhi cielo, devi venire anche tu!- mi chiamò da lontano.
Sorrisi felice.

Avevo desiderato sin dal primo momento di stargli accanto e la situazione nella quale mi ritrovavo sembrava un sogno.

Non era delle migliori, sicuramente. La mia famiglia poteva essere uccisa da un momento all'altro, come anche noi.
Ma ero parte della vita di Harry. Lo amavo alla follia e lui era così legato a me da mettere a rischioso la sua vita e i suoi compagni per me. Non sapevo se per lui fosse amore ma qualsiasi cosa fosse, io ero felice di poterla avere.

Gli corsi dietro e mi unii agli altri nel pensare ad un piano.

Avevamo meno di ventiquattrore.
Era un suicidio anche solo pensarci!

*

Ero sul corridoio più alto delle cinta di mura della città di Nottingham. Il piano prevedeva che fossi coperto da un lungo e pesante mantello, il quale mi avrebbe coperto anche il volto. Nessuno mi  avrebbe riconosciuto e per ora il piano funzionava. Ero dentro le mura e riuscivo a vedere la folla che si riuniva attorno alla piattaforma costruita per le esecuzioni. C'era una pietra grande al centro di essa ed un'accetta grande e inquietante era conficcata lì vicino, in attesa delle sue vittime. Solo a guardarla sentivo un moto di angoscia e disgusto propagarsi in tutto il mio corpo.

Il mio arco e la mia unica freccia a disposizione erano sotto il mantello, nascoste alla vista.

La folla si radunava sempre più velocemente. Il momento stava per arrivare.
Il nervoso ed il tremore aumentavano di gran lunga ad ogni secondo che passava ed io mi guardavo attorno per vedere se i miei compagni fossero già arrivati.

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