Capitolo 6

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Ero nella mia stanza, è rimasta uguale, non credo che avrò tuna compagna di stanza, meglio così.
L'ultima volta che ero entrata qui dentro era con lei, sento ancora la sua risata tra le mura, la sua splendida risata, ed ora è vuota e lei non è con me , questo fa male tanto male.
Avevo ripreso la mia vecchi divisa, mi stava ancora, una parte di me voleva tornare a vivere ma l'altra sapeva benissimo che non glielo avrebbero mai permesso.
Era passata un'ora e sentivo i ragazzi andare nelle proprie camere, erano arrivati.
Sentii la porta aprirsi, la paura mi assalì se fosse stato uno studente che conoscevo non sarei sopravvissuta un minuto in più qui dentro ma quando la figura si rivelò i muscoli mi si rilassarono.
Mattheo.
"Ti sei rifugiata qui"
Mi guardò stavolta con disprezzo, il suo sguardo non era più quello di quando l'ho conosciuto
"Qualsiasi rapporti di amicizia ci sia stato tra di noi scordatelo, lo facevo solo per farti marchiare ma ora non ne ho più bisogno"
Lo sapevo, io lo sapevo, nessuno e dico nessuno tiene a me, sono nata sola e morirò sola
"Non speravo in niente, che ci fai qui?"
Dissi tutto con tono freddo, come sempre
"Silente ha detto che dovevo stare qui e controllarti ma non provare ad avvicinarti a me quando sto con amici"
Sorrido nervosamente
"Non avevo intenzione di avvicinarmi a te lo stesso"
Lui annuì e si mise la divisa, mentre lui si spogliava davanti hai miei occhi neanche lo guardai, presi il pacchetto di sigarette e mi misi seduta sul davanzale della finestra, misi le gambe a penzoloni fuori dalla finestra, cominciai a fumare la
Sigaretta che avevo tra le mani e mentre fumavo mi passò un pensiero nella testa, guardai giù, pensai che se mi sarei buttata tutto il dolore, la depressione, l'infelicità e la mia bastarda apatia sarebbero tutte  sparire e solo a quel pensiero mi venne sollievo ma poi pensai che prima di porre fine alla mia vita dovevo vendicarmi quindi mi ritrassi le gambe e spensi la sigaretta.
Vidi Mattheo sdraiato sul letto a fissare un punto vuoto.
"Perché non esci e mi lasci solo?"
Mi domandò continuando a guardare il vuoto
"Forse perché se esco da qui comincerà l'inferno è vorrei aspettare un'altro pò"
Si girò verso di me e sorrise
"Li hai fatto proprio arrabbiare eh"
Lo guardai con sguardo freddo tanto da fargli togliere quel sorriso che si era formato sul suo volto, mi scese una lacrima ma il volto rimase comunque freddo
"Fanno bene dovrei morire per quello che ho fatto, e dovrei morire di una morte le ta e dolorosa quindi non li biasimo se mi vogliono morta perché hanno ragione ma non mi farò uccidere se prima non avrò la mia vendetta"
Lui continuò a guardarmi sembrava aver una sguardo di compassione verso i miei confronti
"Non dovresti fartelo pesare così tanto, hai perso il controllo perché loro te lo hanno fatto perdere"
"Tu non capisci, tu uccidi solo per il semplice gusto di farlo io invece non ho mai voluto far del male a nessuno, volevo solo vivere una vita come una ragazza normale".
Dopo quella conversazione non parlammo più.
Era arrivata l'ora di cena e l'inferno comincia proprio adesso.

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