Capitolo 14

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Mi giravo e rigiravo nel letto, trovando un po' di pace e una posizione abbastanza comoda per dormire, tolsi anche il leggero lenzuolo dalla mie gambe, il piumone era già per terra da molto. I miei fastidiosi pensieri non volevano lasciarmi, gli avvenimenti della giornata passata mi attraversavano la mente come se volessero farlo apposta. Mi girai dall'altro lato: dovevo dormire, cazzo. Un lamento uscii dalle mie labbra socchiuse, l'orlo del lenzuolo mi solledicava la fine dalla gamba quasi vicino al piede, mi misi a sedere e buttai il lenzuolo contro la porta. Mi stesi nuovamente, sospirando, aprii le braccia e divarcai le gambe, cosi' stavo molto meglio. Chiusi gli occhi, nella stanza era calato il silenzio, c'era solo il rumore di quel fastidioso tic tac, il quale proveniva dall'orologio sopra il comodino. Una leggera brezza di vento, proveniente dalla finestra socchiusa accarezzò le mie gambe nude, rabbrividii a quella sensazione, rigirandomi ancora una volta. Il pensiero di Harry, mi balenò tempestosamente nella mente, non riuscivo a dimenticarmi l'eco delle sue parole. ''Sto gurdando te e non la strada Destiny, potrei andare a schiantarmi contro una macchina, ma non sopporto vederti giù di morale.'' mi sembrava di sentire la sua voce, come quando quella sera in cui ci litigammo fuori quel locale, e le sue parole mi tormentarono per giorni. Avevo ancora la sensazione dei suoi capelli nelle mie mani, e il suo sorriso mi si era attaccato sugli occhi. Posai le mani sul viso, esasperata. ''Devo dormire.'' farfugliai ripetendolo più volte, merda. Sentii la porta aprirsi di scatto, e sussultai ma non mi mossi, dio chi era? Sentii i passi avvicinarsi a letto, fin quando la luce fioca della lampada non mi riscaldò la pelle, aprii gli occhi, prima uno e poi l'altro, e quando misi a fuoco chi era, mi alzai di scatto. 

''Che cazzo ci fai sveglia a quest'ora?'' disse toccandosi i capelli. Sbattei più volte le palpebre, poi sospirai.

''Non riesco a dormire.'' dissi, mi guardò da sotto le sue ciglia lunghe, era assonnato stava dormendo. I capelli erano un opera d'arte, nonostante fossero scombinati, mi piacevano. Aveva il viso stanco, le guancie arrossate, si stropicciò l'occhio con un dito, poi passò entrambi mani sul viso, e mi guardò. Il cuore mi batteva forte, mi morsi il labbro, guardando verso il basso, lo sentii sedersi sul letto. 

''Non volevo svegliarti.'' mormorai. 

Un sorrisetto sghembo gli contornò il volto ''Non preoccuparti, che succede?'' 

Espirai forte, legandomi i capelli in una coda disordinata ''Non lo so, non riesco a trovare pace.'' dissi, poi mi allontanai da lui mettendomi quasi alla fine del letto. Il suo sguardo si posò sul mio corpo, i suoi occhi si muovevano lentamente su e giù, e quasi mi mancò il fiato. 

''Carino il piagiama.'' si formò un ghigno divertito sul suo bel viso. Abbassai lo sguardo e mi ricordai che indossavo un pantaloncino e una canotta decorati con la fantasia di maialini rosa, nonostante era marzo, avevo abbastanza caldo la notte. Schiusi le labbra come se volessi dire qualcosa, ma non potei fare altro che arrossire.

''Certo che sei strana..'' mormorò, ''l'altra mattina indossavi un pigiamone enorme e poi ora..'' lo fermai. 

''Si dipende se sento caldo o meno.'' mi strinsi nella spalle, lui annuii. 

''Perchè non riesci a dormire Destiny? E' successo qualcosa?'' disse lui avvicinandosi ancora di più. 

''No.'' dissi scuotendo la testa. ''Te l'ho detto, non so cosa mi prende, sono..sono eccitata.'' dissi sciogliendomi i capelli la coda non faceva per me, lo vidi spalancare gli occhi.

''Che cosa sei Destiny?'' non sapevo decifrare la sua reazione, da una parte mi sembrava divertita dall'altra confusa, non capivo cosa avevo detto di cosi' sconvolgente.

''S-sono eccitata, perchè?'' dissi confusa. Si agitò mettendosi una mano alla bocca, non capivo se stesse ridendo o cosa? 

''Dio Destiny..'' ringhiò. Il tono della sua voce mi fece rabbrividire, ma ero ugualemente confusa dalla sua reazione. ''Sei eccitata nel senso, vuoi..'' si lecco il labbro inferiore. Avvampai all'istante, ora ero io a spalancare gli occhi. Lo spinsi per il petto ''Ma no Harry, oddio! No, non intendevo in quel senso, sono elettrizzata, eufrorica, non eccitata in quel senso. Fai schifo Harry.'' gli lanciai un cuscino mentre lui rideva, lo prese in tempo, poi si fermò a guardarmi, io ero ancora scioccata. 

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