Capitolo tre

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Il giorno del suo compleanno furono le urla dei suoi genitori a svegliare Isabelle.

Non succedeva da un mese, circa, e sinceramente pensava che si fosse aggiustato tutto tra loro.

Ma, a quanto pare, non era così.

"Non ci vuole nulla a sistemare le tue giacche nell'armadio!" Quella era decisamente la voce di suo padre Harry.

Isabelle roteò gli occhi. Papà Harry era un maniaco dell'ordine, ma papà Louis era fin troppo disordinato.

"Oh, scusami se la mattina sono di fretta e non ho il tempo di fare cose che potrei fare tranquillamente di pomeriggio!" E sì, quella era la voce di Louis. "Io già ho i miei pensieri, non posso fare cose che hai sempre fatto tu!"

"Sì che puoi! Se sistemi le giacche nell'armadio, invece di lasciarle ovunque, non saranno sgualcite e io non dovrò stirarne una ogni mattina!"

"Oh santo cielo, quando ti ho sposato ero abbastanza convinto che tu avessi il cazzo tra le gambe!"

E Isabelle avrebbe anche riso, se non fosse stato per la situazione drammatica.

"Sei un fottuto irrispettoso!"

"E tu sei irritante!"

"Io sono irritante? Io almeno non flirto con la mia segretaria!"

"Primo, che cazzo c'entra?! Secondo, sono fottutamente gay, Harold."

"Potresti aver cambiato gusti, sai, visto che stai con me che, a quanto pare, sono come una donna!"

"Hai mai pensato che, se ti dico che sei nevrastenico come una donna, magari è così?"

Isabelle si sentiva soffocare.

Solitamente prendeva le sue cuffiette, il telefono, e apriva Spotify per evitare di sentire i suoi genitori, coloro che ancora le facevano credere nell'amore, vomitarti addosso parole orrende.

Ma stavolta non aveva il coraggio di togliersi le coperte di dosso e uscire da quel luogo sicuro, ovvero la sua stanza, per prendere le cuffiette che erano in cucina, dove i suoi genitori stavano discutendo.

Il senso di oppressione al petto le aveva causato anche un nodo alla gola, e ora stava facendo respiri più profondi per calmarsi.

Sembrava che avessero finito, ed era quasi contenta, ma si ricredette due secondi dopo.

Quasi quasi avrebbe preferito continuare a sentire le urla piuttosto che sentire ciò che suo padre Harry disse con tono colmo di disprezzo.

"Io voglio il divorzio."

Ci fu un minuto di silenzio. O forse di più.

Isabelle trattenne il respiro, ed era abbastanza sicura che anche Louis lo avesse trattenuto.

"Haz, io..."

"Mi dispiace, Louis, ma non possiamo continuare una relazione basata sul fingere di amarci ancora quando siamo davanti a nostra figlia e litigare quando lei sta dormendo."

Quando voi credete che lei stia dormendo, avrebbe voluto aggiungere Isabelle.

Louis non replicò. "Solo... per il momento, non diciamole niente. È il suo compleanno, facciamola divertire. E domani, quando sarà tornata dalla festa, le spiegheremo tutto."

Isabelle avrebbe voluto urlare.

I suoi genitori stavano insieme da così tanti anni che sembrava impossibile che la loro relazione fosse finita così.

Magari entro domani cambiano idea. Si disse, salendo di stare mentendo a se stessa.

Decise perciò di alzarsi dal letto e di stamparsi un sorriso sul volto.

Our Sun Princess [L.S.] -The Prince Of Darkness 2-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora