Capitolo dieci

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Non potè fare altro che guardare Polifemo che si voltava verso Isabelle, afferrandole l'abito da sposa e strappandoglielo di dosso.

Sotto, in jeans e maglietta, ricomparve la vecchia Isabelle, che cacciò un urlo e abbassò la testa per non farsi ghermire dal mostro.

"Fermo!" lo supplicò. "Non mangiarmi cruda! Io conosco... conosco una ricetta buonissima!"

Zayn fece per prendere la spada, ma Liam sibilò: "Aspetta!"

Polifemo stava esitando, con un grosso masso in mano, pronto a spiaccicare la sua mancata sposa.

"Ricetta?" chiese alla Tomlinson.

"Oh, s-sì! Non vorrai mangiarmi cruda! Ti beccheresti un'infezione, il botulino e chissà che altro. Sarò molto più gustosa grigliata a fuoco lento. Con una salsina al mango! Potresti andare a coglierne qualcuno, laggiù nel bosco. Io ti aspetto qui."

Il mostro ci rifletté. Il cuore di Louis gli martellava in petto. Se avesse attaccato, sarebbe morta di sicuro. Ma non poteva permettere a quel mostro di ammazzare sua figlia.

"Ragazzina alla griglia con salsina al mango." rimuginò Polifemo. Tornò a guardare Leo, ancora appeso sopra il pentolone bollente. "Anche tu sei una ragazzina?"

"No, ammasso di letame troppo cresciuto!" urlò lei. "Io sono un ragazzo! Un figlio di Efesto! Uno dei sette della profezia! Adesso slegami così ti stacco le braccia!"

"Mi stacchi le braccia." ripeté Polifemo, scettico.

"E poi te le faccio inghiottire!"

"Hai fegato."

"Mettimi giù!"

Polifemo agguantò Isabelle come se fosse un cucciolo che fa i capricci.

"Devo pascolare le pecore adesso. Il matrimonio si farà stasera. E mangeremo una ragazzina come portata principale!

"Ma... ti sposi lo stesso?" Isabelle sembrava ferita. "Con chi?"

Polifemo guardò verso il pentolone bollente.

Leo fece un verso strozzato. "Oh, no! Non puoi fare sul serio. Io sono fidanzato! Con una ragazza! Lei ha... poteri magici. Potrebbe ridurti in polti-..."

Prima che i ragazzi potessero reagire, Leo lo staccò dalla corda come una mela matura e lo lanciò insieme a Isabelle nelle profondità della caverna. "Accomodatevi! Tornerò al tramonto per il grande evento!"

Poi il ciclope fischiò, e un gregge misto di capre e pecore - più piccole di quelle cannibali - uscì dall'antro e sfilò davanti al suo padrone.

Mentre andavano a pascolare, Polifemo ne accarezzò qualcuna sulla groppa chiamandole per nome: McFlurry, Miley, Britney...

Quando anche l'ultima pecora ciondolò fuori, Polifemo fece rotolare il masso davanti all'entrata con la disinvoltura con cui io chiuderei la porta del frigo, spegnendo così il suono delle urla di Isabelle e Leo.

"Mango." borbottò fra sé e sé. "Che roba è?"

Si allontanò giù per la montagna con il suo abito da sposo celeste, lasciandoci lì da soli con un pentolone bollente e un masso di sei tonnellate da spostare.

Ci provarono per quelle che sembrarono delle ore, ma non ci fu nulla da fare. Il masso non si muoveva. Urlarono nelle crepe, bussarono sulla roccia, fecero tutto quello che gli venne in mente per mandare un segnale a Isabelle, ma non riuscirono a capire se li sentiva.

Anche se per qualche miracolo fossero riusciti a uccidere Polifemo, non sarebbe servito a niente. Isabelle e Leo sarebbero morti dentro quella caverna chiusa. L'unico modo per spostare quella roccia era farlo fare dal ciclope.

In preda alla frustrazione, Louis colpì il masso con il Ferro dello Stige, riuscendo soltanto a far volare un po' di scintille. Un grosso masso non era il genere di nemico che si poteva sconfiggere con una spada magica.

Si sedettero sconsolati sulla sporgenza e osservarono la sagoma lontana e celeste del ciclope che si muoveva in mezzo al gregge.

Aveva saggiamente separato il bestiame normale dalle pecore cannibali, sistemandoli sui due lati distinti del baratro che divideva l'isola. L'unica via di collegamento fra i due era il ponte di liane, e le assi erano troppo distanziate per gli zoccoli delle pecore.

Guardarono Polifemo che faceva visita al suo gregge carnivoro, dall'altra parte dell'abisso. Purtroppo, non lo sbranarono. In effetti, non se lo filarono molto.

Lui diede loro da mangiare dei misteriosi pezzi di carne prelevati da un grosso cesto di vimini, e la scena non fece altro che rafforzare la sensazione che Louis aveva da quando era stato trasformato in porcellino d'India: forse era davvero ora che diventasse vegetariano come la sua amica Eleanor.

"L'inganno." decise Liam. E, okay, era un figlio di Atena quindi era normale fare piani che, all'inizio, non avevano nessun senso. "Non possiamo batterlo con la forza, perciò dobbiamo usare l'inganno."

"Okay...?" disse Niall. "Qual è il piano?"

"Beh... il piano è pensare all'inganno da fare." Tutti lo guardarono, scioccati. "Che volete? Non pensavo che sarei mai arrivato a questo punto!" 

Figlio di Atena un corno.

"Fantastico."

"Polifemo dovrà spostare il masso per fare entrare le pecore." Riflettè Harry.

"Al tramonto." specificò Louis. "Ovvero quando sposerà Leo e si mangerà nostra figlia per cena. Non so cosa mi faccia più ribrezzo."

"Liam potrebbe prestarmi il suo berretto dell' invisibilità e farmi entrare dentro" propose il figlio di Apollo.

Liam non protestò, come se avesse capito le intenzioni del figlio di Apollo

"E noi altri?" Chiese Louis, scettico.

"Le pecore!" rifletté Liam. Fece una di quelle sue occhiate scaltre che li allarmavano sempre. "Quanto vi piacciono le pecore?"

***

"Reggetevi forte!" disse un'invisibile Harry da qualche parte alla loro destra.

Facile per lui! Erano loro quelli aggrappati sotto la pancia di una pecora.

Ora, Louis ammetterebbe che non fu difficile come pensava. Si ero già infilato sotto la macchina di Mark per cambiare l'olio, e non fu tanto diverso.

La pecora non ci badò nemmeno. Anche il più piccolo esemplare del gregge di Polifemo era abbastanza grande da sostenere il loro peso, e avevano tutte una lana folta.

Gli bastò piegarla per farci due maniglie, agganciare i piedi, e voilà: erano come cuccioli di canguro aggrappati alla pancia di una pecora, solo che dovevano stare attenti a non farsi entrare la lana in bocca e nel naso.

Casomai vogliate saperlo, la pancia di una pecora non ha un odore fantastico.

Immaginate un maglione trascinato nel fango e rimasto nella cesta dei panni sporchi per una settimana. Una roba del genere.

"Liam," gemette Zayn, strizzando gli occhi a causa del cattivo odore. "Questa è stata decisamente una delle tue peggiori idee."

"Ssh," lo zittì l'invisibile Harry. Louis non aveva ancora capito perche lui faceva il vip con il berretto mentre loro dovevano fare il lavoro sporco. "Il sole sta calando."

Our Sun Princess [L.S.] -The Prince Of Darkness 2-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora