Capitolo ventitré

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"Cazzo, cazzo, cazzo, cazzo!" Urlò Louis, togliendosi rapidamente il gonnellino hawaiano, mentre una delle vampire lo inseguiva. "Ma non morite mai, stupide creature?"

Lei rise, prima di lanciargli contro un coltello che Louis schivò prontamente gettandosi a terra. Nel modo di rotolare sul pavimento di legno, un'asse si ruppe e la maglietta di Louis si strappò.

"Ehi!" Sbuffò il figlio di Ade. "Dovrai ripagarmela, è di marca!"

L'Empusa alzò gli occhi al cielo, emettendo un sbuffo divertito. "Voi eroi dovreste imparare a capire quando è il momento di scherzare." Sibilò, avvicinandosi minacciosamente.

Louis mise il broncio. "Mica sto scherzando: sai quanto costa una di queste robe?" Esclamò, mostrandole la maglietta.

Lei spalancò gli occhi, allibita. "Giuro, sei il primo semidio che incontro con una fissazione per la moda."

Louis sorrise. "Sai, ne conosco uno anche peggio di me."

L'Empusa rise. "Ah sì? E chi sarebbe?"

Harry, da dietro di lei, le fece un fischio, costringendola a girarsi. "Piacere di incontrarti, sono Harry Styles e amerei approfondire con te la nostra conversazione sulla moda," lei sollevò un sopracciglio, confusa. "... ma non credo proprio che sarai in grado di farlo." E, senza aggiungere niente, con la sua spada le trapassò il collo.

Louis camminò davanti alle ceneri di ciò che era stata la vampira e si schiarì la voce. "Per tua informazione, era Vans."

Harry roteò gli occhi, afferrandolo per il colletto della maglietta sporca di polvere. "Un giorno ti farai ammazzare a forza di essere così sarcastico, lo sai?"

Louis alzò leggermente il mento, con fare orgoglioso. "Spero che accada il più tardi possibile."

Quando Harry stava per controbattere, un urlo proveniente dal piano di sotto li fece bloccare.

"Isabelle!" Urlarono entrambi, precipitandosi giù per le scale, dove tutti i loro amici erano attorno ad Isabelle che era stata afferrata da un particolare mostro, già affrontato in passato.

"Una manticora?!" Sbuffò Louis, roteando gli occhi. "Di nuovo?"

Se la situazione fosse stata un'altra Niall avrebbe fatto qualche battuta riguardo al fatto che il mostro amasse particolarmente tutto ciò che riguardava Harry, ma decise di tacere per rispetto.

"Beh..." Stan si guardò attorno. "Merda?"

Louis non avrebbe potuto trovare parola più azzeccata per descrivere quella situazione. Okay, la manticora era già stata sconfitta da un pezzo, quando lui e i suoi amici erano ancora adolescenti, ma i mostri, quando ritornavano in vita erano doppiamente forti. Quindi, merda era esattamente l'aggettivo più adatto al momento.

Inoltre, il fatto che Isabelle si dimenasse e urlasse contro il mostro, come se in qualche modo sarebbe potuto essere utile, di certo non aiutava Louis a pensare. In quel momento, l'unico desiderio che aveva era quello di arrendersi a John per lasciare andare la sua famiglia.

Arrendersi. Arrendersi. Arrendersi.

Avrebbe fatto di tutto per avere lui il... comando.

"Ma certo!" Esclamò Louis, non preoccupandosi di avere interrotto Eleanor mentre illustrava il suo piano che Louis non si era nemmeno degnato di provare ad ascoltare.

"Stavo parlando!" Protestò la figlia di Ecate, ricevendo una pacca sulla spalla dall'amico.

"Sono sicuro che il piano fosse grandioso, tesoro." disse Louis, sperando che la ragazza si consolasse. "Ma ho un'idea."

Zayn gemette e buttò la testa all'indietro. "Le tue idee fanno schifo." Decise di precisare.

Louis spalancò gli occhi, offeso. "Ehi, chi ha avuto l'idea di buttarci sotto il Sant Elena per fermare delle arpie quando avevamo tredici anni e l'unica arma a nostra disposizione era la mazza chiodata mezza storta di Niall?"

Il figlio di Afrodite arrossì, infastidito da quelle parole. "Dico solo che il novantanove per cento dei tuoi piani fa schifo!"

Alex si intromise, massaggiandosi le tempie. "Scusatemi, ma non possiamo offrire un tentativo al signor Tomlinson?"

Louis serrò gli occhi, cercando in qualche modo una trappola che non trovò. Lui e Alex non si sopportavano, questo era chiaro, ma allora perché il ragazzo ora gli stava dando ragione?

"Non mi importa se rischiamo al novantanove per cento di fallire," proseguì la progenie di Nick Grimshaw. "Quell'uno per cento è lì, che aspetta solo noi. Ho fatto solo un viaggio con il signor Tomlinson, non di certo mille imprese come tutti voi, ma mai una volta uno dei suoi piani ha fallito, nonostante inizialmente promettessero tutto tranne che il successo completo."

Louis non seppe se sentirsi lusingato o insultato da quelle parole. E poi, il ragazzo aveva speso davvero delle belle parole su sua figlia. Forse, e ripeto forse, a Louis Alexander stava cominciando a piacere. E se... no. No. No. Louis scosse mentalmente la testa. Non era il momento per farsi venire delle crisi da papà di un'adolescente semidea: ora doveva spiegare il suo piano.

***

"Quindi," ripetè Liam, con la faccia di uno che era tutto tranne che convinto. "Se uccidiamo John, tutte le creature si arrenderanno perché sono sotto il suo comando?"

Barbara rise. "Così sembra quasi facile."

Louis annuì. "È rischioso. Molto rischioso." Guardò Barbara e Stan, "Per questo voglio che voi due portiate in salvo i ragazzi."

"Cosa? No!" Protestò Stan, avvicinandosi al figlio di Ade. "Noi vogliamo combattere."

Barbara annuì, "Niall, tesoro, diglielo anche tu!"

Niall si strinse nelle spalle. "Odio dirlo, Barb, ma sono d'accordo con Tommo. Per i ragazzi è semplicemente troppo rischioso stare qui e hanno bisogno di adulti competenti che li proteggano."

"Ma io voglio combattere!" Esclamò Alex, e a Louis per poco non uscì una fragorosa risata. Povero illuso... che speranze pensava di avere contro una manticora? Lui. Un mortale. Certo che gli adolescenti, a volte, erano dannatamente esilaranti.

"Sei un mortale, Alex." Sottolineò Harry, posandogli una mano sulla spalla.

"Non puoi."

"Vedo nella Foschia! E... ho ammazzato delle dracene, prima!" Con un dito indicò un po' della cenere rimasta dai mostri. "Posso eccome!"

"No, che non puoi, ragazzo." Intervenne Louis, incatenando il suo sguardo gelido negli occhi del mortale. "Non sei allenato: se dovessimo correre ci intralceresti soltanto. Poi, non hai armi magiche se non questa spada presa chissà dove che è comunque troppo poco potente per una creatura a strati come la manticora. E, terzo, se tu dovessi morire, mia figlia poi ammazzerebbe me."

Alex arrossì alla menzione di Isabelle e, finalmente, sembrò convincersi.

Proprio mentre Barbara e Stan stavano portando via i ragazzi, Alex si voltò verso Louis, grattandosi la nuca in imbarazzo. "Solo... state attenti."

Louis ghignò. "Domani potrete finalmente avere quel tanto atteso appuntamento, sì, Alexander." Fece finta di assumere una faccia disperata. "Dii immortales, voi adolescenti pensate solo a questo!"

Our Sun Princess [L.S.] -The Prince Of Darkness 2-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora