Capitolo cinque

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Louis era abituato a fare incubi apparentemente senza senso, ma quello era troppo strano persino per lui.

La sua dolce, bella, intelligente e, soprattutto, sedicenne, figlia stava andando a comprare un abito da sposa.

L'incubo cominciava così.

Si trovava nella strada deserta di una piccola città di mare.

Era notte fonda e infuriava la tempesta.

Il vento e la pioggia sferzavano le palme lungo il marciapiede.

Edifici intonacati di giallo e rosa costeggiavano la strada, le finestre sbarrate con delle assi.

A un isolato di distanza, dopo una linea di cespugli di ibisco, l'oceano era in tumulto.

Poi sentì dei rumori dietro di sè, vedendo così sua figlia mentre correva. Correva più velocemente di quella volta in cui erano in ritardo per il concerto di Katy Perry.

La porta più vicina era stata sventrata dalla tempesta.

Il cartello sopra la vetrina buia diceva: LA BOUTIQUE DELLA SPOSA DI ST. AUGUSTINE.

Isabelle si precipitò dentro e si tuffò dietro una fila di abiti da sposa.

L'ombra di un mostro passò di fronte al negozio.

Riusciva a sentire l'odore di quella "cosa" - una combinazione nauseabonda di lana bagnata e carne putrefatta, con in più quel fetore corporeo acidulo e insolito che hanno soltanto i mostri, come di una puzzola che campa di cibo messicano.

Isabelle tremò dietro gli abiti da sposa. L'ombra del mostro proseguì per la sua strada.

Silenzio, tranne che per la pioggia. Isabelle tirò un respiro profondo.

Forse la cosa se n'era andata.

Il lampo di un fulmine. L'intera facciata del negozio esplose e una voce mostruosa mugghiò: «MIAAAAAA!»

"LOUIS!" Qualcuno lo scosse per il braccio, probabilmente per svegliarlo.

Louis si drizzò a sedere, rabbrividendo.

Si guardò attorno, e notò semplicemente Harry che lo scuoteva in modo frenetico, tenendo gli occhi spalancati.

Era in macchina, con Liam, Zayn, Niall ed Harry.

Non c'era nessuna tempesta. Nessun mostro.

Harry non aveva ancora lasciato il suo braccio, quindi Louis fu costretto a fissarlo e dirgli: "Ehm, Haz? Mi stai arpionando il braccio. Potresti togliere la tua mano?"

Il riccio, in imbarazzo, tolse subito la mano. "Scusa, ero solo... uhm... preoccupato. Hai urlato di paura. Così forte che temevo che avessi l'abilità del fischio ultrasonico del marito del tuo fratellastro."

Louis roteò gli occhi. "Sto bene, sul serio, e non ho il fischio di Will Solace, tranquillo." Scrollò le spalle. "Ho solo fatto un sogno strano. In pratica c'era Isabelle..."

***

Quando Louis ebbe finito di raccontare il sogno, erano ormai arrivati al parco, dove trovarono Alex ad aspettarli, seduto su una panchina.

"Alex." Louis si diresse a falcate verso il semidio, per poi afferrarlo dall'orlo della maglietta e sollevarlo da terra. "Chi ha preso la mia bambina?"

Il ragazzo tossicchiò, in difficoltà. "Signor... Tomlinson... non riesco a... parlare... così..."

Louis lo lasciò andare bruscamente, e il ragazzo si buttò a peso morto sulla panchina. "Stavamo chiacchierando quando..."

"Perché era con te?" Fu quello che disse Louis, sulla difensiva.

Our Sun Princess [L.S.] -The Prince Of Darkness 2-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora