Kemono Of Our Hearts

VII.

Scusate veramente per la mia lunga assenza, tra scuola e problemi di salute(mentale e fisica) scrivere è stata davvero dura.
Prometto che cercherò di tornare a pubblicare con un minimo di regolarità e se così non fosse vi faccio un piccolo riassunto iniziale così da non dover continuamente tornare a controllare quello precedente!<3

{riassunto: uno degli abitanti ha avvistato un kemono presso il villaggio del Nekoma, provocando panico anche al villaggio vicino: il Fukorodani. Keiji ha tenuto una riunione per provare a calmare le acque, riscuotendo, però, non molto successo. Successivamente si recherà nella sua capanna sognando Bokuto, il suo "finalmente" compagno, in modo molto erotico}

I giorni passati senza vedere Kozume erano stati strazianti per Kuroo, trovava quel biondino così interessante e non solo perché fosse un omega.

Aveva quel suo sguardo sempre attento, notava tutti i dettagli di tutto, studiava le persone da capo a piedi. Ma era anche un tipo abbastanza solitario, gli parve strano di essere riuscito ad avvicinarsi a lui così velocemente.
Introverso, poco spesso tendeva a prendere l'iniziativa, un po' peperino a volte e probabilmente bisognoso di attenzioni, quest'ultima era un'idea che si era fatto Tetsuro e che avrebbe voluto scoprire man mano col passare del tempo.

Era passato qualche giorno, giusto per la sicurezza di entrambi, in cui sia Kuroo che Kenma, che Keji e Bokuto avevano pensato ad un modo per smentire le voci sull'avvistamento di un kemono, le idee c'erano, e anche molto astute, però non so riusciva a trovare il modo di metterle in pratica: gli abitanti dei villaggi avevano iniziato a passare sempre più tempo chiusi in casa e nessuno aveva intenzione di ascoltare il proprio capo.

Tetsuro si era appena svegliato, con gli occhi gonfi, la bocca impastata e un rivolo di saliva ormai seccata che pendeva dalle sue labbra, i soliti capelli slanciati verso l'alto per via delle coperte e i cuscini premuti sulle orecchie, abitudine che ha da quando ne ha ricordo.
Indossava a malapena un paio di mutande, faceva troppo caldo per poter mettere anche solo dei pantaloni.

Si stiracchiò per bene emettendo un leggero e lungo gemito che venne seguito da uno sbadiglio. Dopo essersi lavato il viso si concentrò sui vestiti: indossò dei semplici pantaloni neri dotati di un buco sul retro per permettere il passaggio della coda e una maglietta a maniche corte estremamente larga ma nulla di così scioccante, vivevano in mezzo alla natura quindi era già tanto che fossero riusciti a procurarsi o cucirsi dei vestiti.
Rise al pensiero del suo amico Bokuto che, al contrario suo, non metteva mai un capo che coprisse il busto, diceva che era fastidioso, gli impediva di muovere propriamente le ali e che gli stringeva il petto perché "è troppo grande".

Uscì felice dalla sua tana e quatto quatto si diresse verso il villaggio del suo amico.
Era mattina presto quindi non c'era nessuno sveglio o che fosse uscito dalla propria capanna, tutti dormivano.

Tutti... Compreso Kenma. Quando entrò nella sua tenda, Kuroo lo vide raggomitolato tra le coperte nonostante il caldo e quasi gli fece tenerezza: i capelli erano annodati e sembravano anche parecchio complicati da sbrogliare, gli occhi chiusi e rilassati e solo se prestavi particolare attenzione potevi notare un leggero movimento del lenzuolo che lo copriva che indicava il suo respiro regolare.

Era ormai da un po' che aspettava mentre Kozume continuava il suo riposo e il kemono iniziò a domandarsi se anche lui potesse essere andato in letargo anche se nella stagione sbagliata.

"pss!! Sveglia."

Il biondo si limitò a mugugnare qualcosa di incomprensibile e girarsi dal lato opposto lasciando uno spazio su cui Tetsuro si poté finalmente sedere anziché rimanere sul pavimento.
-ma come fa a dormire così tanto? Nemmeno la luce che entra gli da fastidio, sembra che non dorma da tantissimo tempo.- le ipotesi di Kuroo dopotutto non erano così sbagliate, Kenma non andava mai a dormire presto o a volte non dormiva proprio, neanche Akaashi era mai riuscito a capire cosa facesse tutto quel tempo.