68. La Guerra: Futuro.

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|| lunedì 7 luglio 1978 ||

Liv preparava la colazione, quando un gufo si presentò davanti alla finestra della cucina.

Portava due lettere attorno alla zampa, Liv aprì la prima.

Signori membri dell'Ordine,
Potter Manor,
Londra.

Tenetevi pronti per le 14.00 di questo pomeriggio. Verrò a prendervi.

A. P. W. B. Silente.

Nel frattempo Sirius era sgattaiolato in cucina, e aveva letto la lettera da sopra la spalla di Liv.

"Ti sei svegliata presto?" Si avvicinò a lei avvolgendole completamente la vita con un braccio.

Liv sentiva il suo corpo premere contro il suo, e appoggiò le mani sul piano della cucina, cercando di concentrarsi sulla sua voce.

"Si, perché sei sceso?"

Le braccia di Sirius vagarono sul suo corpo, accarezzandola.
Le baciò il collo, da entrambi i lati. Liv chiuse gli occhi.

"Sentivo la tua mancanza nel mio letto." disse.

Liv sorrise, e si voltò, per guardarlo negli occhi.

"Ma ora sono qui." rispose, issandosi a sedere sul piano della cucina con l'aiuto delle braccia.

"Hai ragione." il ragazzo sorrise, facendo scorrere la mano lungo la sua coscia e avvicinandosi per baciarla.

Sirius le spinse il mento all'indietro e posò le labbra nell'incavo nel suo collo, baciandone ogni centimetro.

Gli occhi di Liv vagarono per un attimo sul davanzale della finestra dove aveva lasciato l'altra lettera, e non poté fare a meno di leggerne il mittente e il rispettivo destinatario.

Ospedale San Mungo per le Malattie
e le Ferite Magiche.
Olivia Parker, Potter Manor,
Londra.

Quasi finì per cadere dal pianerottolo, quando si mosse per afferrare la busta, Sirius ancora con le braccia intorno a lei.

"Oh mio Dio."

"Che cos'è?" chiese Sirius, scosso dall'improvvisa interruzione.

Liv lo aprì, e lesse le poche righe di fretta.

"La lettera di ammissione per il tirocinio." disse, e le parole quasi le si spensero in gola.

Cosa pensava di fare? Lasciare tutti i suoi impegni con l'Ordine ed esporsi così tanto frequentando il più grande ospedale magico di Londra cinque giorni a settimana?
Non poteva neanche pensarci.

Si passò una mano tra i capelli, rimettendo al suo posto la lettera.

Sospirò, e attorcigliò braccia e gambe intorno al ragazzo.

"Andiamo su?" disse, e lui la sollevò come se gli avesse appena imposto un comando.

Afferrò due frittelle dalla padella ormai fredda e ne infilò una tra i denti di Sirius.

"Graffie." il suono della sua voce era soffocato dall'impasto.

"Comunfue..." "Perfé hai fbuffato in quel mofo? Non fi hanno prefa?" chiese mentre saliva gli scalini uno ad uno.

Liv gli tolse la frittella dalla bocca, sorridendo.

"Si che mi hanno presa, è questo il problema." "Sarò costretta a rimandare a..." non sapeva bene quando la guerra sarebbe finita, e se lei ne avrebbe visto la fine.

R U mine? || sirius black Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora