85. La Guerra: Il Diadema.

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D'un tratto, aprì gli occhi.

Il soffitto della stanza in cui era stata portata era bianco e immacolato, poteva sentire delle voci indistinte non molto lontane da lei.

Riuscì a riconoscere le tendine azzurre tipiche dell'infermeria.

"Professore?" chiamò, e dei passi si avvicinarono a lei.

"Grazie a Dio." Madama Pomfrey le si avvicinò, posandole una mano sulla fronte.
"Ti senti meglio, cara?"

Anche Silente e Lumacorno la raggiunsero intorno al lettino.

"Dov'è...?"

"Non preoccuparti, Olivia, ogni cosa è al proprio posto." Silente non le lasciò terminare
la frase.

"Se te la senti, sarebbe il caso che ti riaccompagni a casa. Sirius ti starà aspettando."

"Che ore sono?" Liv si mise a sedere sul letto, scoprendo la fasciatura che la Pomfrey le aveva fatto intorno alla caviglia.

"Le quattro del pomeriggio." la informò Lumacorno, osservando il suo orologio da taschino.

Liv si alzò, lentamente, e Madama Pomfrey le tese un paio di stampelle.

Lei e Silente percorsero di nuovo la strada per tornare nell'ufficio, qualche studente era ancora in giro per i corridoi dopo le lezioni.

"Quindi, distruggeremo tutti gli Horcrux alla fine?" chiese la ragazza.

"Sì, ci darà il tempo di trovare un buon modo per farlo."

"Il Medaglione, l'Anello..."

"... potremmo procedere con Il Diadema." disse Silente.

"Lei l'ha mai visto? Sa come è fatto?"

Silente annuì. "Oh, sì, è presente in molti disegni nei libri di Storia di Hogwarts. È un diadema d'argento a forma di corvo, con al centro, - proprio sotto la testa del corvo - una pietra blu mare."

La mente di Liv iniziò a pensare piuttosto velocemente.

Proprio in quel momento, quasi fosse
destino, passarono davanti alla Stanza delle Necessità.

E in quegli attimi, la mente di Liv ripescò un preciso ricordo, risalente a due anni prima, che le fece quasi perdere l'equilibrio.

Si fermò davanti l'ingresso della Stanza, e Silente la guardò, fermandosi a sua volta.

Zoppicando, tornò indietro e camminò davanti alla Stanza per tre volte, con un pensiero fisso in testa. Proprio lo stesso che aveva avuto tempo prima.

Mi serve un posto per nascondere qualcosa.

Silente seguì i suoi movimenti attentamente, e probabilmente intuì le sue intenzioni.

La Stanza si aprì, e Liv barcollò, intenta ad aprire la porta.

"Mi segua." avvertì distrattamente il professore, che si mosse al seguito.

Liv continuò a ripercorrere il ricordo, mentre ad un passo seguiva un altro.

Scaffali, sedie, mobili, calderoni.

R U mine? || sirius black Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora