capitolo 10

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"Dai che sta mattina ti porto a fare colazione" ridacchia il ragazzo sdraiato accanto a me,
siamo ancora nudi, abbracciati sotto le coperte, è davvero rilassante stare abbracciata al ragazzo che amo.
"Va bene" lascio un piccolo bacio sul suo petto.

"Non so che prendere" dice.
"Tu che prendi?" Mi chiede Zaccaria mettendo il suo braccio attorno alle mie spalle
"Un cappuccino e una brioche vuota"
"Scontata" ridacchia
"E sentiamo,il ragazzo particolare cosa prende?" Lo prendo in giro
"Un caffè lungo e una brioche alla marmellata" sorride
"Mi scusi" rido

"Dove vuoi andare ora?" Chiedo tenendo la sua mano, siamo sul solito pullman, ho già capito dove vuole portarmi ma voglio avere la conferma
"Al nostro piccolo posticino" mi guarda negli occhi

"Eccoci qui" si siede sul cornicione accendendosi la sua solita canna
"Oggi è proprio una bella giornata" dico prendendo la sua mano
"Tra poco verrà a piovere" dice tirandosi su il cappuccio
"Penso anche io, c'è questo vento freddo da pioggia" poggia sulle mie spalle il suo giubbotto, che fino ad ora era stato appoggiato tra noi due
"Grazie" arrossisco.
Sono quei gesti banali, ma se fatti nel momento giusto, possono farti sentire bene.

"Vogliamo tornare a casa?" Chiede
"Si dai" ci alziamo a iniziamo ad camminare verso l'uscita.

Luci blu.

"Zaccaria" sussurro allarmata
"Cazzo" sussurra
"Mani in alto!" Abbiamo puntate addosso tutte le pistole dei carabinieri

"Dammi lo zaino" un poliziotto lo strappa dalle spalle di Zaccaria.

Iniziano a rovistare dentro esso, tirano fuori delle piccole bustine bianche, un piccolo sacchetto dove, poco prima Zaccaria aveva tirato fuori la canna; per finire un coltellino e per mia sorpresa una pistola carica....

"Tu, dacci tutto quello che possiedi" urla minaccioso il poliziotto verso di me
"Lei non ha nulla lasciatela stare!" Si dimena Zaccaria dalla presa degli agenti, urla insulti in arabo, maledicendosi da solo.

"Adesso vieni in questura e domani ti trasferiamo al Beccaria" uno dei tanti poliziotti ammanetta il ragazzo. Non riesco a mettere bene a fuoco le immagini. Non riesco a capire se è davvero la realtà o se è solo un incubo.

"Jasmin ricordati che ti amo! Fatti venire a prendere da qualcuno! Non preoccuparti! Starò bene! Scusami! Non avrei dovuto farlo! Sono stato obbligato! Aspettami qui, fuori!" Urla piangendo, viene sbattuto con forza nell'auto della polizia per poi partire verso non so che destinazione.

"Sami" piango al telefono
"Vienimi a prendere al manicomio di Mombello"
"Hanno arrestato Zaccaria"
"Aveva della droga e della armi"
"Scusami"
"Vienimi a prendere"
"Ti prego" urlo
"Arrivo" l'unica cosa che dice prima di chiudere.

"Ora vieni nel letto con me e mi racconti cosa è successo" mi abbraccia, mi prende in braccio e si incammina verso camera nostra.

"Che figli di puttana" dice

"Dormi così ti tranquillizzi, vedrai che domani troviamo una soluzione" mi accarezza le guance, mi lascia dolci baci tra i capelli. Amo mio fratello. Solo lui riesce a farmi stare meglio anche nelle peggiori situazioni.

Spazio autrice

Che ne pensate?

Scusatemi.
Non sto passando un bellissimo periodo.
Spero di tornare presto felice come prima.

chérie// baby gangDove le storie prendono vita. Scoprilo ora