Ci sono solo due posti al mondo dove possiamo vivere felicemente: a casa e a Parigi.
Ernest Hemingway
Parigi è la città del mondo dove accumuliamo il massimo dei meriti, poiché vi si possono commettere tutte le specie di peccati con incredibile facilità.
François Mauriac14. Paris
Immersa nell'abbraccio di un ragazzo meraviglioso, il profumo di lui a stordirla, la Senna sotto di lei, la Tour Eiffel che si stagliava maestosa e brillante davanti ai suoi occhi e, infine, una romantica melodia che proveniva dal violino di un musicista di strada come sottofondo.
Poteva esistere un momento più perfetto di quello?
No, non poteva.
"Respira." Le sussurrò Draco all'orecchio.
Hermione sorrise spontaneamente, l'unico sentimento che sembrava conoscere in quel momento era la meraviglia, pura e semplice meraviglia.
L'aveva portata a Parigi, la città più romantica del mondo, infrangendo un migliaio di regole magiche solo per regalarle una serata perfetta.
Il cuore della riccia batteva all'impazzata, tremava tra le baccia del ragazzo non per il freddo ma per l'emozione di essere con lui nella sua città preferita. Quante volte da piccola aveva sognato che un principe l'avrebbe portata nella Città degli Innamorati, quante volte sua madre le aveva raccontato del viaggio fatto con suo padre quando aspettavano lei, quante volte aveva sperato di poter visitare quel luogo così magico.
"Mi hai portata a Parigi!" Urlò emozionata girandosi tra le braccia di lui e guardandolo dritto negli occhi.
"Meriti il meglio, Granger." Rispose baciandole le labbra carnose.
"Parigi..." Ripetè con le lacrime agli occhi per l'eccitazione e la gioia.
Draco diede una rapida occhiata al costoso orologio da polso che indossava.
"Dobbiamo andare."
"Cosa? Di già?" Chiese senza riuscire a celare la delusione.
Malfoy rise scostandole una riccioluta ciocca di capelli dal volto. "Non andiamo via da Parigi, andiamo solo a cena."
"Mi porti a cena? Ma è troppo..." Protestò lei.
"Voglio che sia una serata indimenticabile, quindi nessuna lamentela e seguimi! Te l'ho già detto che sei bellissima vero?"
"Si!" Rispose la riccia lievemente imbarazzata.
Il biondo la prese nuovamente per mano e si avviò con lei lungo un ponte che passava sopra la Senna e portava dritto davanti all'imponente costruzione in ferro simbolo della Francia.
"Hai prenotato in uno dei ristoranti della Tour Eiffel? Sei pazzo?!"
"Perchè?"
"Sono costosissimi!"
"Sei talmente bella che non mi stupirei se ci regalassero la cena, Hermione."
Entrarono in uno dei due ascensori panoramici della Torre senza nemmeno acquistare il biglietto. Il personale addetto alla sicurezza e all'accompagnamento sembrava conoscere Malfoy da sempre, tanto che i comportamenti di alcuni risultavano essere quasi reverenziali. La salita venne riservata solo a loro due con grande stupore di Hermione che non perse però occasione di ammirare dalle grandi vetrate dell'ascensore il paesaggio che offriva la città in versione notturna.
"Hai usato la magia su queste persone?" Domandò la Gryffindor avvicinandosi all'orecchio del ragazzo per non essere sentita dal Lift.
"Assolutamente no."
"E allora perchè sembra che ti conoscano?"
"Perchè mi conoscono. I Malfoy hanno una tenuta in Francia e spesso veniamo qui, sulla Tour Eiffel, a cenare."
"Sai, se i tuoi genitori non avessero seguito i folli ideali di un pazzo assassino psicopatico e megalomane, oltretutto costringendo il loro unico figlio ad essere marchiato come una bestia al macello, potrei dirti che la tua vita è stupenda."
"Grazie per questo rapido riassunto di quanto i miei genitori siano patetici, Miss Granger." Celiò il biondo senza una minima traccia di offesa nella voce.
Hermione aveva ragione, i suoi genitori avevano fatto dei grossi errori e lui aveva finito per pagarne le conseguenze. Non erano brave persone anche se sarebbero sempre rimasti i suoi genitori; la famiglia, per Draco Malfoy, a discapito di tutte le apparenze, contava moltissimo.
"Non volevo offenderti." Si scusò lei.
"Non l'hai fatto."
Uscirono dall'ascensore e si ritrovarono a più di 115 metri da terra. Draco accompagnò la mora lungo il corridoio che componeva il secondo piano della Torre.
Hermione potè visionare lungo le pareti alcuni pannelli che raffiguravano la storia della struttura intervallati da enormi e maestose finestre che regalavano ai visitatori una favolosa vista su Parigi. Quel Venerdì sera il clima era gelido ma il cielo risultava limpido e stellato, non un filo di nebbia aleggiava sulla città sottostante e la vista da quel punto della torre era assolutamente sublime. Le luci delle abitazioni erano solo dei puntini che adornavano la buia monotonia degli edifici che, a quell'altezza, sembravano piccole casette delle bambole differenti, le une dalle altre, solo per l'altezza: parevano quasi gruppi di lucciole che sostavano in aria nel buio della notte; La Senna, con il suo corso, spezzava la visuale arricchendola con l'armonia dei ponti e la sinuosità del suo letto.
La Gryffindor seguì il suo biondo accompagnatore fino all'entrata del ristorante più esclusivo della città: Le Jules Verne.
Il Maître de salle si avvicinò immediatamente a Malfoy salutandolo cordialmente e dandogli il benvenuto nel ristorante. Hermione sorrise all'uomo, sulla cinquantina brizzolato e perfettamente vestito, che li scortò personalmente ad un tavolo per due persone sito proprio davanti ad una delle finestre della sala. Inutile ripetere quanto la vista di Parigi da quel punto fosse divina. Il tavolo era elegantemente apparecchiato con un prezioso tovagliato in Batista, i piatti, in fine porcellana, decorati con un moderno motivo che assomigliava tanto a un nido d'ape, i bicchieri per l'acqua erano in cristallo e le posate avevano tutta l'aria di essere in argento.
La riccia si accomodò, aiutata dal Maître, su una poltrona in pelle scura che si intonava perfettamente col resto della sala. L'atmosfera notturna e le luci calde e soffuse donavano all'ambiente un'aurea di elegante e raffinata sensualità. Dalle cucine e dai tavoli vicini proveniva poi un profumo invitante di cibo che stuzzicò l'appetito della mora.
"Allora, può andare come primo appuntamento?" Le domandò Malfoy con un ghigno divertito disegnato sulle sottili labbra.
"Immagino..." Iniziò la Gryffindor. "...Che l'espressione inebetita che devo aver stamapata sulla faccia, sia la risposta più veritiera ed efficace alla tua domanda."
"In effetti si, lo è!" Scherzò lui. "Ma rimani comunque dannatamente bella anche con quell'espressione addosso."
Hermione arrossì di colpo. Non era abituata a tutti quei complimenti, nessuno le aveva mai detto così tante volte quanto la trovasse bella, neppure sua madre probabilmente.
"Smetti di arrossire ad ogni complimento che ti faccio, Hermione." L'ammonì lo Slytherin.
"Non ci sono abituata..." Si giustificò inquieta.
"Ti ci abituerai allora. Se Weasley è un idiota non posso farci nulla. Di certo io so riconoscere quando una cosa è bella e preziosa."
La riccia si mordicchiò il solito labbro. Bella e preziosa.
"Me lo fai un favore, Hermione?" Domandò lui prendendole una mano e accarezzandole dolcemente il dorso.
"Certo..."
"Smetti di morderti quel labbro o potrei non rispondere più di me."
Gli occhi dorati della Gryffinsor scintillarono a quella richiesta e un sorriso furbo le spuntò sulle labbra che prese a mordicchiarsi in modo più evidente provocando esplicitamente il ragazzo di fronte a lei.
La risposta che stava per darle Malfoy venne bloccata sul nascere dal Maître che ritornò al tavolo per prendere le ordinazioni. Hermione agguantò velocemente la carta e gli dette una rapida occhiata per evitarsi una figuraccia davanti all'uomo. Agrottò spaesata le sopracciglia quando lesse i nomi di astrusi piatti in Francese che non solo non conosceva, ma che non sapeva nemmeno tradurre.
La Gryffindor si prese un appunto mentale: imparare il Francese!
Fu Draco a salvarla ancora una volta, il biondo scambiò qualche parola con perfetto accento Francese col Maître che annuì affabile e compilò professionale il tacquino con le ordinazioni per poi recuperare i Menù e allontanarsi elegantemente dal loro tavolo.
"Hai ordinato anche per me?" Buttò li la mora incerta.
"Scherzi? Assolutamente no." Rispose lui serio salvo poi scoppiare a ridere un attimo dopo per l'espressione terrorizzata che si era formata sul viso di Hermione.
"Te l'ho mai detto che sei un'idiota?" Sbottò lei lanciandogli un'occhiataccia.
"Un milione di volte più o meno." Rise nuovamente lui.
"Non è colpa mia se non parlo Francese!" Si giustificò la riccia a disagio.
"Hermione, calmati. Sei con me, penso io a tutto." Dichiarò facendole un occhiolino che Hermione trovò incredibilmente sexy.
"Sei bello anche tu stasera." Soffiò lei all'improvviso non riuscendo più a tenere per sè quel pensiero.
"Io sono bello sempre!"
"Non lo metto in dubbio, ma stasera lo sei in modo particolare." Sorrise sincera. "Perchè non porti mai il papillon?" Si informò incuriosita.
Aveva notato una sorta di intolleranza all'elegante nastro già la prima sera che avevano trascorso fuori Hogwarts, cosa strana per un Purosangue come Malfoy abituato all'eleganza e alla perfezione stilistica.
"Perchè lo detesto. Mi sembra sempre di soffocare quando lo indosso, appena posso lo levo. Mi costringo a sopportarlo solo in particolari eventi di Gala." Rispose lui arricciando il naso in una divertente smorfia infastidita che fece ridacchiare la mora.
Il cameriere li raggiunse in quel momento al tavolo con la prima portata che doveva probabilmente essere una sorta di antipasto. Consisteva in una porzione di orata marinata condita con zenzero e lime. Hermione aspettò che fosse Draco il primo ad assaggiarla per non sbagliare a prendere la posata e poi seguì il suo esempio portando alla bocca un pezzetto del raffinato cibo. Sorrise gioiosa quando il sapore delicato del pesce unito a quello più deciso dello zenzero le invasero la bocca irretendole i sensi.
Delizioso.
"Buono?" Domandò Malfoy sorridendole.
"Buono è poco!"
"Rilassati, Granger." Le disse lui subito dopo.
"Sono rilassata..."
"Bugiarda. Non serve che aspetti me per non sbagliare posata o bicchiere dal quale bere. Non importa se usi la forchetta dell'insalata o quella del dessert."
"Te ne sei accorto?" Domandò la riccia colpevole.
"Io mi accorgo di tutto ciò che ti riguarda."
Hermione sospirò. "Non voglio farti fare brutta figura."
"Vuoi sapere un segreto?" Chiese lui complice sporgendosi verso la mora.
"Certo!"
"Stiamo entrambi mangiando con la posata della carne." Rivelò Malfy in tono cospiratorio.
La Gryffindor rise senza riuscire a trattenersi. "Giuralo!"
"Te lo giuro! Parola di Malfoy!" L'accontentò il biondo portandosi simbolicamente una mano al cuore.
"Perchè?! Potevi prendere quella giusta!"
"Certo, se solo sapessi qual'è!"
Hermione assunse un'espressione di finta indignazione. "Draco Malfoy, il Purosangue per eccellenza Draco Malfoy, che non conosce il galateo?"
"Mia madre ha perso anni a cercare di farmi capire quali fossero le forchette adatte ad ogni portata. Non mi è mai entrato in testa, l'unica che riconosco è quella della carne appunto!"
Hermione rise divertita, il perfetto Draco Malfoy si stava rivelando una sorpresa continua.
Il cameriere giunse nuovamente al tavolo servendo una nuova portata che emanava un profumino divino.
"Il Foi Gras!" Gioì la riccia riconoscendo la prelibatezza abbinata al petto d'anatra. "Sai cos'è questo?" Domandò poi indicando una purea dal color giallino.
"Pastinaca." Rispose il biondo dopo aver ingerito un boccone della deliziosa carne. "E' una radice che assomiglia ad una carota, solo un pò più grande e di colore bianco-crema, ha un sapore molto dolce, intingi la carne nella purea e assaggiala." Suggerì.
Hermione seguì il consiglio e trovò l'abbinamento sublime.
"Mi sembra tutto un sogno..." Ammise senza celare l'emozione.
"Mi aspettavo che Parigi ti piacesse, ma non fino a questo punto. Hai qualche ricordo legato a questa città?"
"Più che ricordo direi racconti. Mia madre è stata qui con mio padre quando era incinta di me. Fu un viaggio che le regalò mio padre proprio per festeggiare la gravidanza. Mamma mi ha raccontato milioni di volte quanto le fosse piaciuta questa città e quanto romantico fosse stato quel viaggio! Così ho desiderato fin da piccola di poter venire qui un giorno con...un ragazzo." Raccontò.
"Non dirmi che hai sperato che Weasley ti portasse qui."
"No, non è il posto adatto per lui. Ma sai, con tutto quello che è successo di brutto certi sogni finisci per accantonarli in favore di altri sicuramente più...realizzabili."
"E Weasley era un sogno realizzabile?"
"Ho sempre pensato di si. Ma alla fine mi sono sbagliata, la popolarità l'ha cambiato." Si Rammaricò ripensando agli assurdi comportamenti egoisti e megalomani che aveva assunto l'amico nell'ultimo periodo.
"Sai Hermione..." Parlò il biondo interropendosi solo un attimo per lasciare modo al cameriere di servire loro una portata di Maccheroni al tartufo gratinati. "C'è un'enorme differenza tra l'essere ricchi e l'essere arricchiti. Nascere in una situazione di povertà, il doversi spartire i vestiti usati con i fratelli, il non potersi permettere alcuni vizi e poi all'improvviso essere catapultati in un mondo dove tutto è possibile, dove oltretutto subentra la fama e la popolarità, dove da straccione passi ad essere considerato un Eroe, è difficile. Le persone si rovinano perchè iniziano a volere sempre di più, a non accontentarsi di tutto quello che già hanno. E' come una droga, i soldi danno assuefazione. Chi invece nasce già con una situazione economica agiata è abituato sin da piccolo a far fronte ad un mondo di permissivismo e potere. Diffcilmente cade nella mani dell'eccesso. Si impara a convivere già in tenera età con la superbia e l'arroganza e, una volta adulti, non è più un problema farvi fronte. A Weasley manca questa capacità di autogestione, senza contare che non è nemmeno aiutato dall'umiltà. I Weasley sono una famiglia purosangue conosciuta in tutto il mondo magico. Hanno origini antiche quanto quelle dei Malfoy e il loro sangue è puro da sempre, si sono messi a difendere una causa diversa da quella che le altre famiglie Purosangue hanno perorato non per bontà d'animo, ma per appagare la loro voglia di emergere. Questo te lo posso assicurare, Hermione. Non è un caso se tutti, e dico tutti i Purosangue hanno un'opinione molto negativa nei loro confronti."
La riccia valutò attentamente quell'analisi accurata che in parte aveva iniziato a condividere negli ultimi tempi.
"La sua famiglia però, è sempre stata molto gentile. Arthur e Molly..." Iniziò la Gryffindor subito interrotta dal ragazzo.
"Il problema non è Arthur Weasley, il problema è Molly. Sai qual'è il suo cognome da nubile vero?"Chiese il biondo.
"Prewett." Rispose sicura.
"I Prewett facevano parte delle 28 famiglie sacre, ovvero le uniche famiglie dal sangue incontaminato. Erano tra i nuclei più in auge tra gli abbienti di quel tempo e sono sempre stati ingordi di potere. Volevano essere migliori di tutti gli altri e si sono attirati le ire delle altre famiglie pure. Poi la linea dinastica si è interrotta quando i due fratelli di Molly sono caduti durante la Prima Guerra Magica, e lei è rimasta l'unica discendente. Ma una cosa non è cambiata: la voglia di primeggiare."
"Però Arthur non era ricco, perchè sposare un uomo non abbiente se lei voleva soldi e potere?"
"No, non ho detto soldi. I Prewett volevano solo fama e potere. Quale migliore occasione se non quella di mettersi in evidenza voltando le spalle ai sostenitori dell'Oscuro? Arthur Weasley era un partito perfetto: era condizionabile, innamorato e inserito nel Ministero. Non pensare per un attimo che così facendo hanno fatto la cosa giusta andando dalla parte dei buoni, pensa solo allo scopo. Molly influenza da sempre Arthur Weasley, e col tempo ha influenzato anche parte dei suoi figli."
Hermione non potè esimersi dal pensare immediatamente a Percy Weasley e al suo atteggiamento arrogante e supponente. Aveva voltato le spalle ai suoi cari pur di far carriera nel Ministero.
"Percy..." Disse esprimendo a parole il suo pensiero.
"Ronald e anche i gemelli in parte." Continuò il biondo. "Ma almeno Fred e George hanno raggiunto il successo con l'ironia e il divertimento."
Hermione sospirò. Draco le aveva fornito delle indiscrezioni che non conosceva su quella famiglia e ora sorprendentemente tanti piccoli atteggiamenti che aveva ritenuto privi di valore in quegl'anni assumevano un significato molto diverso.
"Sai..." Parlò ricordando un episodio in particolare risalente a qualche anno prima. "Una volta origliai una conversazione tra Molly e Ron alla Tana. Lei era in stanza con lui e parlavano di me. Ron le stava raccontando quanto fossi stata brava ad usare per un periodo di tempo una giratempo e Molly gli disse che non era importante se io ero più brava di lui a scuola, se per avere voti alti addirittura usavo uno stratagemma per seguire più lezioni, anzi era un vantaggio perchè lui avrebbe potuto chiedermi continuamente di copiare compiti e verifiche ottenendo risultati sufficienti con uno sforzo minimo. Allora presi quella considerazione come una battuta ma, col tempo, ho iniziato a pensare che ci fosse molta più verità di quello che avrei voluto in quelle parole. Quello che mi hai rivelato stasera è come se avesse confermato i miei sospetti."
Draco sorrise leggermente intuendo il rammarico della ragazza. "Volevo che passassimo una serata leggera e allegra, invece guarda di cosa siamo finiti a parlare!" Scherzò riportando il sorriso anche sulle labbra della mora.
"Io invece sono contenta! Significa che siamo...compatibili." Azzardò arrossendo leggermente.
"Te lo dimostro più tardi quanto siamo compatibili, Granger." La stuzzicò lui appena in tempo prima che il cameriere arrivasse con una nuova portata fumante.
"Uh! Arrosto con aceto balsamico!" Esclamò entusiasta riconoscendo la pietanza.
Draco sorrise. "Tornando al discorso di prima...Sei a Parigi con un ragazzo!" Osservò il biondo.
"A meno che tu non mi nasconda qualche sorpresa si, sono a Parigi con un ragazzo, Malfoy!" Concordò irriverente.
"Non mi sfidare, Gryffindor!"
"Mmh! Approposito, devo ringraziare nuovamente Pansy e Daphne per questo vestito...è stupendo!" Cambiò discorso ricordandosi improvisamente del dono prezioso.
"Pansy e Daphne questa volta hanno solo scritto il biglietto. Ho scelto personalmente l'abito."
Hermione si bloccò con la forchetta a mezz'aria stupita.
"Dici sul serio?"
"Certo."
"E' pericoloso uscire da scuola durante il giorno..."
"Ne è valsa la pena." Asserì convinto.
"Come potrò sdebitarmi per tutto questo?"
"Lasciandotelo strappare stasera." Rispose lui con ovvietà disarmante.
"Non osare!" Lo ammonì lei. "Mi piace troppo, al massimo me lo sfili con calma!" Rise.
"O magari ti prendo con l'abito addosso..." Ipotizzò sentendo un fremito all'inguine. "Ho voglia di toccarti."
"Anch'io..." Soffiò lei.
"Signori..." Li interruppe il cameriere. "Il Dessert." Annunciò professionale posando davanti ai due un piatto semplicemente stupendo: una miniatura della Tour Eiffel fatta di croccante cioccolato sostava al centro di una sorta di rete fatta anch'essa di cioccolato fuso; ai lati una pallina di gelato e un budino con della gelatina di fragola rossa.
"Se avessi una macchina fotografica sotto mano immortalerei queso capolavoro!" Disse Hermione con l'acquolina in bocca.
La mora osservò la piccola torre provando a capire come mangiarla.
"Questa la voglio proprio vedere..." La provocò lo Slytherin.
Hermione colse al volo l'allusione di Malfoy ma, nonostante le guance le si imporporarono velocemente, decise di giocare al suo gioco. Si guardò attorno bene attenata che nessuno la stesse osservano e assaggiò con le labbra la punta della piccola scultura in cioccolato, poi la leccò e la succhio leggermente senza staccare gli occhi da quelli del biondo.
L'espressione sul volto di Malfoy cambiò radicalmente, un lampo di lussuria attraversò le sue iridi chiarissime. Con una mano scese a sistemarsi il cavallo dei pantaloni che iniziava a stringere.
La riccia fece durare la provocazione solo pochi secondi per evitare di essere vista da qualche cliente o da qualcuno del personale, ma furono sufficienti per far chiedere con urgenza il conto al tavolo da parte del ragazzo.
Hermione fece appena in tempo a finire il dolce prima che Malfoy lasciasse una discreta quantità di banconote Babbane sul tavolo e la trascinasse fuori dal locale.
In ascensore rimasero appiccicati ai due lati opposti per evitare di saltarsi addosso; quando tornarono in strada Draco le afferrò una mano e iniziò a camminare spedito verso il chiosco ormai chiuso di un giornalaio, si fermarono dietro alla piccola costruzione che forniva loro un nascondiglio sufficientemente adeguato per estrarre e attivare una nuova passaporta illegale e quindi nuovamente irrintracciabile.
"Portus." Sussurrò il ragazzo.
Hermione seguì la mano di lui e afferrò un pacchetto di gomme da masticare. Si concesse un ultimo sguardo attorno a sè prima di tornare a prestare attenzione al biondo.
"Promettimi che ci torneremo..." Azzardò speranzosa.
"Te lo giuro." Rispose lui baciandole la bocca un attimo prima che la Passaporta si attivasse trascinandoli nuovamente verso casa.
Atterrarono nella cantina di Mielandia. Le luci erano spente a significare che ormai il negozio era chiuso. Hermione provò a raggiungere la botola ma le braccia di Malfoy la fermarono bloccandola contro una parete. Lo Slytherin si avventò sulle sue labbra affamato. La bocca della riccia si schiuse immediatamente lasciando passare la lingua di lui che prese a giocare con la sua in modo sensuale. Intanto le mani di Draco andarono ad afferrarle la gonna tirandogliela su per le gambe fino a scoprirle la biancheria in pizzo che le venne strappata via con forza. Hermione aprì le gambe lasciando che una mano di lui andasse a stimolarla mentre lei si dedicò ai pantaloni che slacciò infilando una mano nei boxer per estrarre il membro duro e pronto del ragazzo. Malfoy non riuscì ad attendere oltre e finalmente entrò in lei facendole cacciare un urlo per l'intrusione frettolosa.
"Merlino!!!" Ansimò lei.
Il biondò iniziò a spingere così forte che ad ogni colpo la Gryffindor veniva sollevata da terra di qualche centimetro e la schiena le sfregava contro la pietra del muro.
"Si! Si! Si!!! Ah!" Gemeva mentre la bocca del biondo le torturava il collo.
"Ahhh! Merlino!!!" Urlò stringendosi forte al corpo muscoloso dello Slytherin quando l'orgasmo sopraggiunse.
Senza fiato rimase aggrappata alle spalle del ragazzo che lentamente la fece scivolare a terra dove poi riprese a spingere dentro di lei. Nonostante l'orgasmo appena consumato la riccia riprese ad ansimare e gemere incontrollata, strinse forte le gambe attorno ai fianchi di Draco e si concentrò sul respiro caldo e irregolare di lui che si infrangeva contro la sua bocca.
Averlo dentro di sè e guardarlo consumare quell'amplesso fra le sue gambe e con gli occhi velati di desidero puntati nei suoi era un'esperienza quasi ultraterrena. L'immagine fece tremare tutto il corpo di Hermione che strinse i muscoli interni venendo nuovamemente e raccogliendo il seme dello Slytherin che, con un ringhio, si concesse quel godimento immerso nella sua carne bollente.
Draco si prese un momento per assaporare l'orgasmo e le succose labbra di lei che l'avevano immediatamente cercato bisognose. Arretrò per uscire dal corpo della mora non volendole pesare troppo addosso e, nel farlo, urtò un sacco in iuta pieno di caramelle tonde dai mille colori che si sparpagliarono in tutta la stanza.
Hermione rise immersa in quell'arcobaleno di caramelle colorate e Draco pensò che non ci fosse nulla di più bello di quella ragazza stesa su quel pavimento mezza spogliata che lo guardava con quegl'occhi dorati brillanti, felici e appagati.
"Torna qui..." Lo richiamò lei tirandolo verso di sè.
"Non vado da nessuna parte..." Ansimò lui all'orecchio della Grifona lasciandole poi un bacio sulla bocca. "Torniamo in camera mia, ho bisogno di averti nuda fra le mie mani." Dichiarò passandole lascivo una dito lungo una gamba liscia e nuda.
"Fa l'amore con me!" Lo pregò la riccia infilando le ditra tra i capelli corti del ragazzo e guardandolo dritto negli occhi.
"Tutta la vita!" Le promise il biondo stringendola forte contro di sè.
Tutta la vita.

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Lilla
Fanfiction[COMPLETA!] Quando la Guerra finisce non rimangono solo Vincitori e Vinti, rimangono soprattutto persone che piano piano devono imparare a riprendere in mano le redini delle proprie vite. Hermione è cresciuta nella paura diventando un'Eroina, una di...