Viktor

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L'inizio è dolce, assurdo, felice. L'intreccio pieno di buona volontà, forte e carico di tensioni. La fine, una lacerazione.
Nuria Barrios

Sarebbe un Mondo migliore se "Ti amo" e "Addio" si potessero dire una sola volta nella vita. E mai alla stessa persona.
mheathcliff, Twitter

Il mondo è rotondo e il luogo che può sembrare la fine può anche essere l'inizio.
Ivy Baker Priest


12. Viktor


Fidati di me.



Hermione aveva perso il conto di quante volte Draco le aveva ripetuto quelle tre semplici parole in quei giorni.

Non era più tornata sulle sponde del Lago Nero da quella sera, quando lui era venuto a cercarla; aveva passato ogni notte con il biondo nella sua camera da letto o in Sala Comune Slytherin assieme agli altri. In quel tempo, condiviso con il resto delle Serpi, aveva avuto modo di accorgersi di quanto lo sguardo di Malfoy fosse sempre posato su di lei: la cercava, la osservava la bramava. Continuamente.

Era una sensazione esaltante sentirsi desiderate da qualcuno, se poi quel qualcuno era Draco Malfoy allora il tutto assumeva una piega anche piuttosto eccitante. Saltarsi addosso a vicenda era diventata una pratica quotidiana, ogni tanto uno dei due trascinava l'altro in qualche sgabuzzino, o anfratto buio della scuola, e scoppiava irrimediabilmente la passione; non importava se c'era il tempo di scambiarsi solo un bacio o di consumare un rapporto contro una colonna scomoda, la tensione sessuale che si instaurava tra loro in quei momenti era comunque alle stelle.

Se qualcuno le avesse detto che, un giorno, avrebbe afferrato Malfoy per la manica della divisa da Quidditch e l'avrebbe rinchuiso in un'aula vuota per poi farlo sedere su una sedia impoleverata e buttarglisi addosso in preda al desiderio, avrebbe sicuramente cruciato il poveretto senza pensare nemmeno per un momento alla sua reputazione da Eroina o alla gravità di quello che avrebbe comportato una tale azione criminale.

Eppure l'aveva fatto esattamente il giorno prima.

Quando Draco era rientrato verso gli spogliatoi, dopo una partita di allenamento contro i Ravenclaw, lei l'aveva agguantato prima che si ritirasse col resto della squadra e l'aveva praticamente sequestrato in un'aula poco distante dallo spogliatoio maschile.
Lo Slytherin non aveva mosso un dito quando lei gli aveva sbottonato i pantaloni della divisa e, dopo essersi solo sfilata le mutandine, ancora vestita, si era impalata sul suo membro già pronto e pulsante.

Hermione non era mai stata particolarmente fantasiosa, o meglio, non era mai stata particolarmente audace nel sesso, più per vergogna che per reale incapacità, ma quel giorno, quando di nascosto l'aveva guardato giocare la partita e poi rientrare sudato, con i capelli biondissimi appiccicati alla fronte e la divisa fradicia a evidenziargli i muscoli del torace e delle gambe, qualcosa in lei era scattato e aveva capito che avrebbe dovuto averlo dentro di sè immediatamente se non avesse voluto impazzire.
Avevano consumato un amplesso assolutamente inaspettato per entrambi ma estremamente soddisfacente.
Lei gli aveva morso con forza una spalla, quando l'orgasmo era sopraggiunto, per non farsi sentire dal resto della squadra Slytherin che sostava dall'altra parte del corridoio, mentre lui, per lo stesso motivo, aveva soffocato i suoi gemiti sul suo collo lasciandole un succhiotto violaceo che le era valso giorni di bugie su un presunto mal di gola atroce che l'aveva costretta a vagare per la scuola con una grossa sciarpa arrotolata al collo.

Ciò che più aveva colpito la Caposcuola di quell'amplesso però, non era tanto l' improvvisa intraprendenza che aveva scoperto di possedere, bensì gli occhi di Malfoy che, una volta raggiunto l'apice del piacere e ripreso fiato, l'avevano guardata in modo diverso rispetto al solito.
Li aveva visti brillare, ma non solo per la lussuria del momento, Hermione aveva letto in quegl'occhi altro, molto altro.
C'era appagamento, felicità, sorpresa e un altro sentimento che non sapeva definire...forse affetto.

Poteva Malfoy provare affetto per lei? Era solo puro e semplice sesso oppure c'era davvero altro?

"Ti si fredderà la zuppa, Herm."

La Gryffindor sussultò tornando con la mente alla Sala Grande. Ginny la guardava con un misto di divertimento e sospetto negli occhi.

"Oh si, era troppo calda stavo aspettando si raffreddasse un pochino..." Si scusò immergendo il cucchiaio e portandoselo alle labbra. Era davvero fredda!

"Non ti ha staccato gli occhi di dosso." La informò la rossa riprendendo a mangiare con un sorrisino sulle labbra.

"Chi?" Domandò Hermione fingendosi sorpresa.

"Voldemort col tutù, è ovvio."

"Ginny!" La riprese la riccia conscia di essersela cercata.

"Che c'è? Chi sono io per decidere se Voldemort deve andare o no in giro col tutù?!"

"Mi farai ammattire Ginevra Weasley!"

"Oh no, non c'è pericolo! Mi sembra che Malfoy abbia già fatto tutto il lavoro sporco al posto mio!"

"Ginny, ti prego. Dammi tregua!"

"Ma io ti darei tregua se tu non avessi la testa da un'altra parte, o meglio, su un altro tavolo."

"Non è vero!" Negò la riccia decisa ad averla vinta almeno per una volta con l'amica.

"E' fredda la zuppa?"

"No." Mentì

"Uh! Non ci posso credere, è verde-argento!!!" strillò la rossa all'improvviso facendo scattare attenta la testa della Caposcuola Gryffindor.

"Cosa?!"

"Il tutù di Voldemort!" Rispose la giovane Weasley guardando la riccia di sbieco con un ghigno quasi spaventoso sulle labbra tinte di rosso.

Hermione sospirò ammettendo la sconfitta.
Aveva effettivamente la testa da un'altra parte, o meglio su un'altro tavolo come diceva Ginny, e non riusciva a prestare attenzione a nulla che non fosse interente a Malfoy o agli Slytherin.

"Chi l'avrebbe mai detto..." Continuò la rossa trattenendo a stento una risata. "L'irreprensibile Caposcuola Gryffindor, membro del Golden Trio, Salvatrice del Mondo Magico e So-Tutto-Io per eccellenza, resa umana da una scopata!"

"Ginny, per l'amore di Merlino, abbassa la voce!!!" Strillò la mora facendo guizzare irrequieta lo sguardo verso i compagni di casata seduti vicino a loro.

"Bè, una o più scopate..." Continuò la Weasley infinitamente divertita dalla reazione di Hermione.

"Morgana! Vuoi anche i dettagli?!" Sbottò la riccia ormai paonazza in volto.

"Cielo no! Merlino me ne scampi! Cinque orgas..."

"Ginny!!!!!" Urlò Hermione facendo voltare verso di sè l'intera tavolata Gryffindor e più di metà di quella Hufflepuff.

Ginevra esplose in una risata cristallina che fece venir voglia alla mora di scavarsi una buca tra le pietre del pavimento e seppellircisi per il resto della vita.
Fece per aprir bocca, e pregare ancora una volta l'amica di smetterla, ma venne interrotta da una civetta dal folto piumaggio brunastro, con barre e macchie bianche sul dorso, che planò dritta verso di lei e abbandonò una lettera proprio accanto alla sua zuppa ormai ghiacciata.

"Chi ti manda posta a quest'ora, Herm?" Domandò la rossa appena riuscì a calmare le risate che le avevano fatto lacrimare gli occhi.

"Viktor." Rispose Hermione senza togliere lo sguardo dalla pregiata busta in pergamena dove era vergato, da una calligrafia elegante ma spessa, il suo nome e quello della scuola assieme all'inconfondibile simbolo della Scuola di Magia e Stregoneria di Durmstrang che faceva bella mostra di sè al centro della chiusura in ceralacca rossa.

"Krum? Da quanto non lo sentivi?" Si informò la rossa incuriosita dalla missiva fuori orario.

"Da prima di partire alla ricerca degli Horcrux. Gli scrissi io per salutarlo e informarlo che la nostra corrispondenza si sarebbe interrotta per qualche tempo. Ovviamente non gli spiegai perchè."

Ginevra annuì alla spiegazione dell'amica, sapeva che lei e il Bulgaro erano rimasti in contatto dopo il Torneo Tremaghi e sapeva anche che tra loro, in quel periodo, era successo qualcosa.

"Aprila." Suggerì.

Hermione grattò con le unghie un angolino della cera rossa e poi tirò facendola staccare dalla carta. Il foglio era riempito dalla familiare e minuscola calligrafia di Viktor che tendeva a scrivere le parole in modo molto ravvicinato, cosa che, unita ai frequenti errori dettati dalla diversità della lingua, non facilitava certo una comprensione immediata. In quel caso però, le righe erano poche e il concetto molto chiaro.


Hermione.
Io spera tu stai bene. Non sentiamo da tanto noi. Mi sei mancata.
Il Prossimo Week-end io venire Inghilterra per partita di Quidditch.
Io spera potere incontrare te Hogsmade.
Ti aspetta si vuoi tu a Madama Piediburro alle ore 3.30pm di Sabato.
Manchi tanto.
Tuo Viktor




Aveva tutta l'aria di essere più un telegramma babbano che una lettera, ma lo scopo era davvero fin troppo chiaro: Viktor voleva vederla.

"Viktor chiede di vedermi." Informò la rossa passandole la lettera così che potesse leggerla lei stessa.

Ginny afferrò la pergamena e la lesse avida, aggrottò le soppracciglia più volte, scosse la testa e infine restituì la lettera alla legittima proprietaria.

"A parte il fatto che mi stupisce che ancora si presti a giocare per la sua vecchia scuola, Viktor non ti vuole solo vedere, Hermione. Viktor ti ha chiesto un appuntamento."

"Che dici, Ginny! E' solo un tè tra amici, sono certa."

"Da Madama Piediburro vai con una ragazza solo se hai un appuntamento. E' un locale per coppiette, Herm. Dovresti saperlo."

"So che tipo di locale è, Ginny. Ma non ci sono solo coppie in amore li dentro...e poi Viktor vorrà davvero solo salutarmi."

"Certo, se decidi di andare però non dirlo a Malfoy." Le suggerì la rossa.

"Non intendevo dirglielo perchè non credo siano affari suoi, in ogni caso, anche se dovessi informarlo, non penso avrebbe dei problemi per un saluto ad un vecchio amico."

"Io credo che invece siano affari suoi visto che state insieme, e penso che di problemi ne avrebbe parecchi visto che è un appuntamento."

"Noi non stiamo insieme." Sottolineò la riccia colpita dall'affermazione della Weasley.

"Quindi, convieni con me che è un appuntamento." Osservò Ginevra pratica. "E sul fatto che non state insieme ho qualche serio dubbio visto come vi state comportando!"

"Di cosa stai parlando?" Domandò la Caposcuola ignorando di proposito il commento sull'appuntamento.

"State sempre insieme, vi cercate, sono giorni che non rientri a dormire in camera tua alla Torre e lui, da quando ti è arrivata questa lettera, non ha staccato un attimo gli occhi da noi due."

"Magari si è accorto di essere perdutamente innamorato di te!" Ironizzò la riccia provando a prendersi gioco dell'amica con l'intento di mascherare quanto quella breve analisi del suo rapporto con Malfoy l'avesse scombussolata.

"Se da una parte questa eventualità mi divertirebbe molto, soprattutto perchè Harry potrebbe finalmente decidere di ucciderlo sul serio, sono assolutamente certa che Draco Malfoy non sia minimamente interessato a me."

"Ne sei assolutamente certa?" Perseverò la Caposcuola.

"Assolutamente, si."

"E cosa ti da questa certezza?"

"Il fatto che da quando ti è arrivata questa lettera io gli ho fatto almeno dieci boccacce e un paio di gestacci, Zabini se ne è accorto tanto che si sta sbellicando dalle risate assieme a quell'idiota di Tiger, mentre Malfoy non ha battuto ciglio, evidentemente troppo interessato alla tua corrispondenza!"

Hermione sospirò. "Magari sta solo fissando altro!"

"E cosa? La tua scollatura? Impossibile, sei abbottonata fino al mento e hai la sciarpa! Che poi, qui si muore dal caldo e non mi pare tu abbia mal di gola come dici, se fossi una giocatrice d'azzardo punterei un centinaio di galeoni sulla possibilità che tu stia nascondendo un succhiotto o un morso."

"Per fortuna allora che non sei una giocatrice d'azzardo!" Celiò la mora.

"Giusto..." Convenne Ginny. "...Ma in quanto tua migliore amica ne punto serenamente mille sul succhiotto!"

Hermione nascose il volto tra le mani esasperata dal potere che Ginevra Weasley aveva su di lei, e su chiunque altro! La rossa prorruppe vittoriosa nell'ennesima risata della serata e si alzò dalla panca battendole una mano sulla spalla.

"Io mi ritiro in Sala Comune, Herm! Ci vediamo domani mattina, goditi la nottata col bel biondino e preparati una buona scusa da rifilargli quando ti chiederà della lettera!" Le suggerì prima di abbandonare definitivamente la Sala Grande ancheggiando graziosamente.

Hermione rimase immobile sulla panca riflettendo a fondo sulle parole dell'amica e sull'invito che le era arrivato.

E se Ginny avesse ragione? Se quello fosse davvero un appuntamento?

La riccia si mordicchiò il labbro nervosa, le sarebbe piaciuto andare ad un vero appuntamento. Non che le notti in compagnia del biondo Slytherin le dispiacessero, ma lei non era quel tipo di ragazza.

Cosa voleva Malfoy da lei?
E lei da lui?

Hermione cercava un fidanzato, un uomo che volesse stare con lei veramente, non solo per qualche ora la notte. La Gryffindor non era in cerca di quelle piccole dimostrazioni melense che tanto piacevano a ragazze come Calì o Susan, le piaceva il rapporto passionale che aveva con Draco, però le mancava la sicurezza, e a quella non voleva e non poteva rinunciare.
La sicurezza di non essere una delle tante, di non essere un passatempo, di non essere un capriccio. Lei e Malfoy non stavano insieme e quella mancata sicurezza era ciò che più la spaventava del loro rapporto. Si era lasciata andare, aveva seguito la corrente degli eventi ed era finita coscientemente tra le lenzuola dello Slytherin dalle quali era anche fuggita ancora una volta in cerca di conferme.
Quella volta le conferme erano arrivate, lui l'aveva cercata e riportata nella sua tana, ma più i giorni passavano più Hermione Granger si rendeva conto che quelle notti di sesso erano probabilmente solo una distrazione, un'evasione dal mondo che li circondava e li opprimeva. Di giorno, se si escludevano gli anfratti bui in cui si incontravano clandestinamente, si ignoravano entrambi ad eccezione di qualche occhiata a pranzo e a cena che preludeva solo a ciò che sarebbe avvenuto nella camera del biondo.

Da un paio di notti a quella parte però, la riccia si era accorta di provare un certo piacere nell'attendere che lui si addormentasse per poi rimanere ad osservarlo per qualche minuto. Aveva provato, in quei giorni, ad ignorare i battiti del suo cuore che, in presenza del biondo e in quei momenti di contemplazione notturna, aumentavano furiosi e incontrollati. Aveva scoperto un Draco Malfoy intelligente e passionale ma anche dolce. Che le piacesse era ormai innegabile anche se a parole non l'avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura.
Purtroppo però, quella verità inesorabile che stava prendendo forma dentro di lei, pesava enormemente sul suo cuore. Era impensabile in quel momento rinunciare a quel ragazzo che le stava invadendo l'anima, sebbene fosse conscia che su di lui non avrebbe potuto scommettere nulla poichè tutti conoscevano la reputazione di Draco Malfoy.

Se Ginny aveva ragione a pensare che Viktor le avesse chiesto un appuntamento allora forse quella sarebbe stata l'occasione giusta per poter capire fino a che punto fosse coinvolta con Malfoy e quante possibilità avesse ancora di salvarsi da lui. Senza contare che Viktor avrebbe potuto rivelarsi anche una compagnia tanto piacevole da farle dimeticare l'altezzoso Purosangue.

Forse.

Hermione alzò lo sguardo verso il tavolo verde-argento alla ricerca del ragazzo che sembrava essersi impadronito dei suoi pensieri. Salutò con un cenno e un sorriso Pansy e Daphne che sedevano proprio accanto al posto, ormai vuoto, che poco prima era occupato da Malfoy.

Se n'era andato.

La Caposcuola si alzò dal tavolo e, dopo aver salutato i pochi compagni di casata rimasti nel salone, sparì oltre l'uscio del portone diretta alla sua Torre. Ogni sera, prima di sgattaiolare nella camera di Malfoy, rientrava nella sua stanza per concedersi una doccia veloce e per recuperare la divisa pulita da indossare la mattina seguente. Quella sera però la sua avanzata venne bruscamente interrotta da un braccio che la strattonò con forza dietro ad una statua situata nel corridoio del quinto piano.

Hermione, nonostante la mano premuta sulle labbra, non emise un verso tranquillizzata dal familiare profumo di costoso dopobarba che le invase le narici. Inspirò piano la piacevole fragranza e attese paziente che lui la liberasse da quella presa ferrea che le aveva imposto.

"Ciao." Sussurrò lui tra i ricci di lei.

"Ciao." Rispose Hermione quando la mano finalmente abbandonò le sue labbra e si posò sulla spalla.

"Sei troppo lenta a mangiare, Granger." Sibilò.

"Lo dice sempre anche mia madre, Malfoy." Celiò la Gryffindor dopo essersi voltata verso il biondo.

"Una cosa su cui io e lei andremmo d'accordo allora."

Hermione rise. "Un Purosangue che concorda con una Babbana? Questa si che è una novità!"

"Sono un uomo pieno di sorprese." Soffiò lo Slytherin avvicinando il volto alle labbra carnose e invitanti della riccia.

"Non stento a crederlo!"

"E' successo qualcosa?" Domandò all'improvviso lui cambiando repentinamente discorso e allantanandosi qual tanto che bastava per poter guardare la ragazza dritta negli occhi.

"A cosa ti riferisci?" Indagò lei confusa.

"Non è usuale ricevere posta di sera, se succede è per un'urgenza solitamente..."

"Ah...ti riferisci alla lettera? No, nessuna urgenza."

"Devo essere più diretto, Granger?"

Hermione lo guardò agrottando le sopracciglia, se possibile ancora più confusa. Possibile che Ginny avesse ragione? Lui la stava davvero osservando?

"Chi ti ha scritto, Hermione?" Domandò allora Malfoy giocherellando con un ciocca dei capelli di lei.

La riccia attese un momento prima di rispondergli. Si torturò il labbro inferiore indecisa se mentirgli oppure dirgli la verità.

Non intendevo dirglielo perchè non credo siano affari suoi, in ogni caso, anche se dovessi informarlo, non penso avrebbe dei problemi per un saluto ad un vecchio amico.

"Era Viktor." Soffiò la mora puntando lo sguardo negli occhi di lui.

Hermione si stupì quando vide chiaramente un lampo attraversare quelle iridi argentate che ormai le erano diventate così familiari.

"Krum?" Si accertò il biondo palesemente indispettito dalla rivelazione.

"Si, Viktor Krum."

"Ancora vi sentite?"

"Bè, avevamo smesso prima che io partissi con Harry e Ron alla ricerca degli Horcrux, stasera è stata la prima volta che l'ho risentito da quel momento."

"Che cosa vuole?"

"Mi ha chiesto di...vederci. Sabato pomeriggio. E' qui con la squadra di Quidditch della sua vecchia scuola." Rispose la Gryffindor accompagnando le parole con un lieve movimento delle spalle.

"Dove?"

La Caposcuola si stupì del tono che Malfoy aveva usato. Sembrava quasi arrabbiato.

"Madama Piediburro."

"Un appuntamento, perfetto!" Ruggì il biondo allontanandosi di scatto dalla mora.

"Non è un appuntamento!"

"Si che lo è, Granger."

"Bè, in ogni caso, anche se lo fosse, non sono affari tuoi!" Sbottò innervosita.

"Ah, non sono affari miei?! Cos'è, vieni a letto con me per allenarti così quando toccherà a lui sarai pronta?" Inveì cattivo.

"E' solo un tè con un vecchio amico!!! Perchè tu e Ginny dovete sempre pensare male?!"

"Dovresti dare ascolto alla tua amica, Krum è un animale senza cervello che vuole solo scoparti!"

"Strano, non mi sembrava tu facessi nulla di diverso! Almeno lui mi ha chiesto un appuntamento prima!" Sibilò pentendosi un secondo dopo delle parole che le erano sfuggite di bocca e che davvero non pensava.

L'espressione di Malfoy si raggelò e ad Hermione parve di essere retrocessa nel tempo a quando lui non perdeva occasione per umiliarla o insultarla. Provò ad allungare una mano verso di lui ma il biondo si scostò rapido. Le labbra strette erano diventate quasi bianche mentre gli occhi, solitamente chiari, avevano assunto una tonalità scura, come un cielo in tempesta.

"Allora và all'appuntamento e poi fatti scopare, Sanguesporco."

La cattiveria con cui pronunciò quella frase, e l'assoluto disprezzo che trasudavano quelle parole, fecero spalancare gli occhi alla riccia che, incredula e impotente, lo guardò voltarsi e andarsene via.

Hermione si riscosse dal torpore, e da quella sensazione di vuoto che l'aveva pervasa improvvisamente, solo quando una lacrima le toccò il labbro che solo pochi attimi prima aveva martoriato in preda al dubbio di rivelare o meno quanto vi fosse scritto su quella missiva.

La Gryffindor strinse la pergamena tra le dita tanto che quella si accartocciò producendo un rumore che avrebbe potuto benissimo essere scambiato con quello del suo cuore che si spezzava.

Se voleva una prova di quanto fosse coinvolta da Draco Malfoy, l'aveva avuta.

L'aveva avuta e ne era uscita perdente.

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