013 • solo uno scherzo

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Usciti dalla sala comune, Sirius le prese la mano.
Lei lo fissò per un periodo indeterminato e solo quando lui le sorrise, si riprese.

«Andiamo?» domandò
«C-certo» si staccò da lui e camminò a distanza di sicurezza. Nonostante lo amasse sapeva che se per strada avessero incrociato una delle tante, come Jocelyn, lui non avrebbe esitato a fermarsi.

«Quindi... ieri ho parlato con James... ha detto che hai trovato un modo per... farlo restare lucido durante la trasformazioni, giusto?»
«Non ne sono sicura... però spero funzioni» ammise lei scendendo le scale, nonostante avesse 16 anni, saltellava ancora come una bambina.

«Ti ricordi che domani mattina, dopo colazione...abbiamo l'appuntamento con l'avvocato di mio zio, vero?» chiese poi Sirius seguendola.

«Sì, certo» mormorò poi corse all'interno della Sala Grande.
Si sedette accanto a James e davanti a Remus.
Sorrise a Tyler che la guardava con espressione interrogativa dal suo tavolo.
"Perché eri con Black?" le chiese muovendo solo le labbra.
Lei sorrise e gli disse di non preoccuparsi.

«Allora, Eve è un cuscino comodo, Sir?» chiese Peter a voce alta, tanto che persino i Serpeverde si girarono.
La ragazza assunse un colorito paonazzo e il fatto di star bevendo acqua non facilitava la situazione.
Prese a tossire insistentemente e guardò Sirius che invece sorrideva come se fosse una normalità, solo un'altra ragazza portata a letto. Cosa che tra l'altro non era successa.

Evelyn portò lo sguardo sul piatto che James le aveva precedentemente riempito.
«Ho saputo una cosa, Evie...» sussurrò James al suo orecchio
«Mm? Cosa?» domandò lei con la bocca piena di carne
«Forse e meglio che te lo dica più tardi...»

Alla fine del pranzo Evie uscì di corsa e andò a sbattere contro Jocelyn.
«Quindi...tu e Sirius, eh. Che bella coppia» disse sorridendo eppure nel suo sguardo c'era pura accidia.
«Noi...no, non stiamo insieme»

«Mi è parso di capire così, quando poco fa Peter ha detto quella frase»

«No...non c'è nulla...non è successo nulla» mormorò lei in imbarazzo poi si rese conto di star dando spiegazioni ad una come lei e la superò arrivando in biblioteca.

Si sedette nel reparto pozioni e iniziò a scrivere il procedimento secondo la quale avrebbe potuto creare la pozione per suo fratello.
Dopo un'ora buona passata a scrivere decise di passare al pratico.
Lumacorno aveva un debole per lei e con un semplice "Vorrei provare un esperimento" avrebbe senz'altro acconsentito a farle usare gli ingredienti.

Parlò col professore che fu felice di trovare un'alunna "fruttuosa e interessata" come lei, poi prese gli ingredienti necessari e si recò nel bagno di Mirtilla.
Un mese, era quello il tempo che si era imposta. Non avrebbe permesso a suo fratello di passare un altra solo plenilunio in quelle condizioni.

Quando uscì James era davanti alla porta che si guardava intorno.
«Eccoti! Ti dovevo dire quella cosa ricordi? È tutto il pomeriggio che ti cerco. Poi andremo agli allenamenti assieme»

«Mm...ok, entra» disse lei facendogli strada
«Ma... è il bagno delle ragazze» si rifiutò Jamie
«Avanti, per Mirtilla non è un problema...vero, Mirtilla?»
«Affatto, Evie. Un Potter è sempre ben accolto nel mio bagno»

«Quindi cosa avevi bisogno di dirmi?» domandò poi sedendosi a terra per ultimare una delle tinture di cui avrebbe avuto bisogno.

«Stai preparando la pozione per Remus, giusto?»
«Sì... però adesso parla»
«Promettimi che non ti arrabbierai, Evie. Promettimelo» si preoccupò di aggiungere James

«Dipende da ciò che hai da dirmi» sorrise
«È-stato-Sirius-a-dire-a-Piton-di-venire-nella-Stamberga-Strillante!» esclamò tutto d'un fiato

«S-Sirius ha fatto c-cosa?!» non riusciva a crederci, la voce aveva preso a tremare, il cuore a battere velocemente.
Adesso non vedeva l'ora di insultarlo, ma avrebbe dovuto aspettare fino agli allenamenti.

«Andiamo all'allenamento, James. O potrei distruggere tutto quello che ho fatto» affermò prendendo il migliore amico per il braccio e trascinandolo fuori dal bagno fino al campo da Quidditch.

«Tutta questa forza? Dove l'hai presa, piccoletta?» domandò Sirius facendola irritare ancora di più
«Non lo so, magari quando qualcuno fa qualcosa che non dovrebbe e io lo vengo a sapere da qualcun altro...mi arrabbio e la voglia di picchiare qualcuno aumenta» disse tra i denti

«È successo qualcosa?» chiese come se ignoto di tutto
«No, nulla» ringhiò per poi andare ad affiancare Marlene, Dorcas e Alice.

«Che ha fatto sta volta?» chiese la McKinnon un po' divertita. Certo lei non essendo a conoscenza della situazione non poteva sapere nulla
«Niente di importante, solo una cosa tra noi» rispose lei e prese a guardarsi intorno come se a disagio. Incrociò lo sguardo di Jocelyn e la sua arrabbiatura non fece che peggiorare.
Andò velocemente nello spogliatoio per cambiarsi e quando tornò James stava parlando.

«Potreste avvicinarvi?» disse «Non ho voglia di urlare né di usare incantesimi adesso»
La squadra si riunì attorno a lui
«Bene, allora...il campionato inizierà a metà del prossimo mese, la prima partita dei Grifondoro però verrà giocata a inizio novembre» annunciò

«Direi che per un paio di settimane possiamo stare tranquilli, no?» a pronunciare quelle parole fu Alex che ricevette in risposta risate da parte di tutti i componenti della squadra

«Alex, non hai la minima idea del tipo di allenamenti che ci farà fare James» rise Eve
«E di che tipo?» domandò Alex
«Del tipo che ci dovremo svegliare alle 5 oppure che dovremo rinunciare ai nostri weekend per allenarci» rispose appoggiandosi alla scopa.

«Ma tu non sei appena entrata nella squadra?»
«È la mia migliore amica, Figg. Dopo tre anni dovresti capire certe cose, no?» si limitò a dire James

Alla fine degli allenamenti Sirius prese Eve da parte e le chiese cosa avesse.
«Cos'ho? Sirius, tu volevi fare diventare il tuo migliore amico un assassino? No, perché incitando uno come Piton a venire alla Stamberga Strillante non potevi volere altro» sbottò arrabbiata

«Io...era solo uno scherzo, Evil»
«Non chiamarmi Evil e non era un semplice scherzo perché uno scherzo significa fargli prendere uno spavento o rovesciare una delle sue pozioni, non ucciderlo!» in quell'istante fu contenta di essere lontana dagli altri, non tanto perché avrebbe voluto picchiare Sirius, quanto al fatto di non voler dire a tutti il segreto di Remus.

Poi si girò e prese a camminare verso la Sala Grande, ma si ricordò e si voltò nuovamente «E mi sembra chiaro che domani al tuo appuntamento ci vai da solo...oppure ti fai accompagnare da Jocelyn» sputò acida per poi correre via.

tell me why, sirius blackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora