014 • il compleanno migliore di sempre

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Due mesi...sessantuno giorni dall'ultima volta che aveva parlato con Sirius.
A lezione lo ignorava, si sedeva accanto a Remus, a James o a Lily, durante gli allenamenti stava con Marlene e Dorcas e le sere in Sala Comune andava sempre a letto presto.

Perdonare per una cosa del genere non era facile. Remus aveva persino ricominciato a parlargli. E Lily l'aveva convinta a partecipare al suo compleanno.
"Farà 17 anni, Evie, non sarebbe bello se non ci fossero tutti i suoi amici" le aveva detto

Ed era lì davanti al dormitorio maschile che si chiedeva se oltrepassare la porta o meno.
Dall'altro lato avrebbe già potuto sentire il rumore di fuochi artificiali e musica rock se non fosse per l'incantesimo di Frank.

Una gonna grigia, una camicia e un maglioncino rosso e oro era quello che indossava, Marlene glielo aveva imposto.
James le aveva suggerito di legare i capelli quindi li aveva raccolti in una coda alta. Dorcas aveva consigliato di lasciare due ciocche davanti e Alice si era proposta di farle una delle sue stravaganti pettinature, chiamate da tutta la casa "alla Alice". Aveva gentilmente rifiutato e la ragazza sorridente era tornata a pensare ai capelli di Mary.

Girò lentamente la maniglia della porta e quello che l'aspettava non era minimamente paragonabile a ciò che aveva pensato.
L'odore insopportabile di whisky incendiario, di burrobirra e di vino d'ortica riempiva la stanza.
I Led Zeppelin non facevano che spaccarle i timpani.
Pensò che Remus avesse usato un Sonorus per amplificare il suono proveniente dal giradischi in un angolo.
Nonostante all'interno della stanza non ci fosse tanta gente (solo i ragazzi del settimo anno e qualche eccezione del sesto) Eve si sentiva sofficare e non appena trovò Lily, seduta sul letto di James, ringraziò il cielo.

«Ehi! Evie! Sei stupenda!» urlò un po' per sovrastare la musica e un po' perché aveva sicuramente bevuto.
«Oh, Lily! Grazie al cielo! Le ragazze stanno ballando oppure è una visione?» indicò Alice che ballava accanto a Frank, Marlene che si sbracciava assieme a Mary e Dorcas che danzava molto vicino a Peter.
Remus era il Disk Jockey a quanto parve, James aveva fatto del letto di Peter un bar, mentre Sirius si scatenava con Jocelyn.

«No! Hanno deciso di divertirsi! Ti dispiace se le raggiungo?» gridò Lils
«Per nulla» si avvicinò a James e gli soffiò un bicchiere di whisky incendiario da sotto il naso.
«Ehi! Quello era mio!»
«Mi spiace, ma ho bisogno di bere!» strillò all'orecchio del migliore amico «Piuttosto perché non vai da Lily?»

«Oh, certo! Vado subito!» corse accanto a Lily che lasciandosi trascinare dall'alcol gli permetteva di tenerle i fianchi mentre ballavano.
Salutò il fratello e gli propose di mettere il disco che qualche anno fa aveva regalato a James e nel giro di qualche minuto i Queen rimbombavano nella stanza.

Si sentì un urlo di approvazione dai ragazzi e Remus sorrise poi spostò sguardo sulla sorella.
«Quello che hai in mano è per caso uno shot di whisky?» chiese con tono severo
«Può darsi» ridacchiò lei e lo mandò giù tutto d'un fiato.
«Ti dispiace darmi il cambio? La burrobirra sta facendo effetto» mormorò poi Remus indicando la porta del bagno.

«No, certo! Vai pure» rispose e al termine di "We Will Rock You" cambiò disco.
Sirius lasciò Jocelyn a ballare da sola, le si avvicinò e le sorrise.
Lei lasciò che il suo sguardo la percorresse da capo a piedi e ricambiò il sorriso.
Indossava una camicia bianca e un paio di jeans strappati.
«Mi fa piacere che tu sia venuta, Evil» le disse all'orecchio «Mi hai perdonato? Era solo uno scherzo e poi io non gli ho detto di venire alla stamberga strillante la notte di luna piena...»
«Sì, Sir. Ti ho perdonato»
«Oh...ti andrebbe di...venire a ballare?» domandò porgendole la mano.
Le loro mani si stavano per sfiorare quando la mano di qualcun altro si posò su quella di Sirius.
Entrambi alzarono lo sguardo contemporaneamente e videro Jocelyn.

«Tesoro! Perché non torni con me a ballare?» chiese a Sirius
Evie si lasciò ricadere la mano lungo il fianco e rimase delusa solo al sentire la parola "Tesoro".
Sirius la guardava e lei se ne rendeva conto solo che non ne sapeva il motivo. Ballava con Jocelyn e da poco Marlene che si era impossessata del giradischi aveva messo un lento, così tutte le coppie della stanza si erano avvicinate ulteriormente.
Sirius la guardava da sopra la spalla di Jocelyn con sguardo triste, come per dire che gli dispiaceva mentre Jocelyn dal canto suo le sorrideva malignamente. Evelyn si domandò come Tyler il motivo del perché non si trovasse in Serpeverde.

Remus tornò dopo una lunghissima pausa e fece partire "Highway to Hell", con grande disapprovazione da parte di James che finalmente era riuscito ad abbracciare Lily.

Sirius ne approfittò, le si avvicinò nuovamente e le chiese di ballare, stavolta lei rifiutò gentilmente non perché non volesse, ma perché aveva altri piani in mente.
Ci aveva pensato e aveva deciso di dare in quel momento il regalo di compleanno a Sirius.

Lo prese per mano e senza dirgli nulla lo trascinò all'interno della Sala Comune.
La prima cosa notata da entrambi fu l'anormale silenzio e l'aria pulita.
«Puoi restare qui per qualche minuto?» gli chiese poi Eve
«Pff, posso aspettare se si tratta di un regalo» si vantò passando una mano tra i capelli neri.

«Wow, ogni tanto allora lo accendi il cervello, Sir» ridacchiò lei, ma non fu proprio certa di sentirlo dire: "Così mi piaci" e credette di essere impazzita o peggio di essere ubriaca.

Una volta arrivata in dormitorio, si abbassò e uscì dal caos sotto al suo letto un paio di pacchetti quadrati e sottili incartati e chiusi con del nastro grigio. Era indecisa se dargli anche la lettera che aveva scritto mentre era arrabbiata con lui, ma alla fine cedette e dopo aver scritto a caratteri cubitali "LEGGIMI QUANDO SEI SOLO", la infilò tra i nodi di uno dei due.

Tornò in sala comune e lo trovò con sua sorpresa sdraiato e con le mani dietro la testa.
«Secondo me, dovresti fare 17 anni più spesso...» commentò sedendosi nel piccolo spazio che aveva lasciato libero all'altezza del bacino.
«Dici? In effetti... è il compleanno più bello di sempre in più se facciamo sempre questo genere di feste...»
«No, intendevo perché inaspettatamente sei diventato più maturo, credo...»
«Allora...il mio regalo?!» esultò Sirius sedendosi meglio
«Come non detto, mi rimangio tutto. Sembri un bambino!» rise e gli porse i due pacchettini.

«Mm...vediamo...» commentò con dei piccoli urletti il regalo «Non ci credo! Il disco degli AC/DC! Come sapevi che lo volevo?»

«Un certo uccellino...»
«A quell'uccellino bisognerebbe tagliare le ali, anzi le corna» trascinò Evie in una lunga risata che terminò con entrambi con le lacrime agli occhi.

«E il secondo? Non dirmi che...oh cavolo! Il disco dei Queen! Oh mamma! Oh mamma! Ti prego posso svenire? Rischio di svenire!» gridava esaltato.

Poi notò la busta impigliata nella carta regalo accartocciata.
«Leggimi quando sei solo? Sai che non so aspettare...»
Fece per aprire la busta, ma le mani di Evelyn lo fermarono.
«C'è scritta una cosa, Sirius. Per una volta in 17 anni della tua vita, fai caso alle istruzioni»

Il corvino annuì nervosamente e la guardò.
Non si era mai reso conto della bellezza negli occhi di Eve, e se, come dice uno di quei libri di Remus, è vero che gli occhi sono lo specchio dell'anima, quella di Evie era splendida e brillante.

Lo sguardo di Sirius scivolò quasi automaticamente alle labbra che dal sorriso a cui erano abituate erano passate alla serietà di chi sta per fare un discorso davanti a milioni di persone.

I loro visi erano così vicini che Eve poteva sentire il suo respiro sulle labbra.
Lei trattenne il suo per un secondo che le parve infinito.
"Lo farà? Mi bacerà? E se fosse sotto l'effetto di qualche incantesimo? E se invece volesse solo prendermi in giro?" erano questi la miriade di pensieri che viaggiavano all'interno della sua testa, ma tutto volò via come spazzato da un incantesimo quando le labbra di lui si appoggiarono dolcemente a quelle della ragazza.

Nessuno dei due ebbe però tempo di reagire, perché nella stanza entrò di corsa un Peter giallo in viso che vomitò sul tappeto oro e rosso della sala comune.
Una volta ripresosi, il biondo voltò la testa verso di loro, come se si fosse accorto ora della loro presenza.
«M-mi spiace...ho... ecco...ho interrotto qualcosa?» balbettò come se non stesse parlando con il suo migliore amico e una delle sue più care amiche.

«No, nulla, Peter. Tu non interrompi mai nulla» mormorò Sirius con tono infastidito e gli rifilò un'occhiataccia, una di quelle che per anni non si dimenticano.

tell me why, sirius blackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora