020 • amortentia

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Qualcuno avrebbe potuto dirle, ad Evelyn s'intende, che ciò che accade al ballo resta al ballo, quando in effetti Sirius non aveva accennato ad un minimo cambiamento con lei.
Il giorno dopo Evie fece colazione col suo migliore amico, che la costrinse a raccontare gli avvenimenti dal suo punto di vista, ma di Sirius neanche l'ombra. Accadde lo stesso alla prima ora quando non si vide.
Per quello Trasfigurazione era stata più noiosa del solito.

Era la seconda ora quando, mentre Eve, James, Peter, Remus, Lily, Lene, Dorcas, Mary, Alice e Frank andavano alla lezione di Pozioni, la testa del corvino fece capolino da uno dei corridoi.
Evie si domandò dove fosse stato e se sarebbe stato meglio per lei non saperlo.
Sirius le sorrise, come se nulla fosse, e le diede il buongiorno, baciandole però la guancia.
«Buongiorno, Felpato. Ottimo orario per svegliarsi devo dire, hai saltato Trasfigurazione» lo rimproverò Remus da bravo prefetto.
Il ragazzo, per tutta risposta, si limitò a scuotere la testa e a sorridere, rispondendo che aveva avuto da fare.
La castana rimase un po' delusa quando nemmeno camminando vicino con le mani che si sfioravano Sirius accennò un minimo imbarazzo con lei per l'accaduto. Mentre lei arrossì al minimo tocco delle loro dita.

Non sapeva che cosa si aspettasse davvero da lui. Dopotutto era il solito, spavaldo, estroverso, menefreghista, playboy. Niente di più, niente di meno.

La frase di Sirius la sconvolse quando una volta entrato per primo in classe esclamò: «Godric! Eve, quanto profumo ti sei spruzzata?»

Entrando nell'aula pensò che avrebbe ucciso Lumacorno prima o poi.
Al centro della stanza, una sostanza ribolliva all'interno di un calderone.
La ragazza riconobbe all'istante quella pozione da cui il vapore si innalzava formando delle spirali e il cui colore cangiante tendente al madreperla faceva intuire facilmente di cosa si trattasse.
L'Amortentia era l'ultima pozione che avrebbe voluto vedere a lezione, dopo ciò che era successo.
L'odore della pioggia e delle pagine nuove di libri era quasi inesistente in confronto a quello di menta, che si sprigionava nell'aria.

Poi ripensò alla frase del corvino e arrossì all'istante sedendosi alla destra di Remus.
Ciò significava che Sirius...lui l'amava?
«Ragazzi, perdonatemi. Devo ancora mettere a posto il materiale dalla lezione precedente» Il professore fece il suo ingresso, ma diede le spalle si suoi alunni maneggiando con ampolle nei cassetti.
Evie trasse un sospiro di sollievo udendo quelle parole: già l'anno scorso aveva passato una dura giornata, tutto il tempo con il suo profumo nelle narici.

«Però penso che i più svegli di voi abbiano già capito cosa c'è qui dentro. Non è così, signorina Lupin?» domandò alla ragazza, che era immersa nelle fantasie in cui Sirius le dichiarava il suo amore davanti al lago nero.
«Mi scusi professore, come ha detto?»
«Mi sembra di aver capito che lei ha intuito cosa abbiamo fatto nella lezione precedente...»
«Naturale, è amortentia» disse mentre il docente metteva via il calderone.
All'affermazione di Eve qualche studente sussultò, Sirius incluso e che successivamente non avrebbe staccato gli occhi di dosso a lei per l'intera durata della lezione.
«Bene adesso, possiamo cominciare»

Mentre camminavano per andare ad Erbologia, sentì la mano di Sirius sfiorare la sua, con l'intento di afferrarla.
Glielo permise e poi lui le sussurrò: «Poi possiamo parlare?»
Lei rispose positivamente, ma mentre chiacchierava con Mary, un flash la disorientò.
«Per Salazar! Sirius, quando volevi farmelo sapere?!» la voce insopportabile di Jane Parkinson raggiunse le orecchie di Evie, che prontamente lasciò la mano di Sirius come se scottasse.
«Smettila, Jane. Io non ho diritto alla privacy?»
«Quale privacy, Sir? Dimmi che stai scherzando! Vanti tutte le tue conquiste e so persino dove trovare le tue famose tacche al muro, ne aggiunta una recentemente, è la piccola Evelyn Lupin a quanto pare»
Il cuore della ragazza in questione prese a battere all'impazzata.
Se Jane avesse avuto ragione, se benché lo amasse, lui non avesse fatto altro che prenderla in giro? Sapeva bene com'era fatto. Non si faceva scrupoli con nessuno.
«Non so di cosa tu stia parlando, Parkinson. E non chiamarmi Sir» ringhiò arrabbiato il Black.

«Davvero, non fare finta. Sono la tredicesima barretta Sirius, secondo te non so di cosa sto parlando?»
Evelyn all'improvviso ebbe un immediato bisogno di prendere aria.
Indietreggiò lentamente, fino ad avere la possibilità di girarsi e correre via.
Sentì la voce di Sirius chiamarla dietro di lei, ma era ormai troppo lontana così continuò a correre fino al Lago Nero.

Si sedette a terra e respirò a pieni polmoni. Poi afferrò una pietra e la scagliò all'interno del lago.
«Non vorrei che il kraken si risvegliasse per arrabbiarsi con te» la voce di Regulus la raggiunse.
«Non c'è nessun kraken, ho verificato»
«Di persona?»
«No, ma ho buttato lì James e tuo fratello»
«Allora tutto è possibile, Eve» Reg la reggiunse e si sedette accanto a lei, che poggiò subito la testa sulla sua spalla.
«Secondo te potrebbe averlo fatto davvero?»
«Cosa? Aver svegliato il kraken?»
«No, scemo! Usarmi, come una conquista» ammise più a se stessa
«No, no e poi no, Evie. Dove sei finita? Dov'è finita la Eve che lo ama con tutte le sue forze, e che si fida?»
«Non ne ho idea» sussurrò Evelyn
«Non vorrei sembrare ripetitivo, ma parla con lui, cavolo!» le disse esplicitamente Regulus «i vostri problemi stanno nella conversazione»
«Ci proverò, Reg» poi chiuse gli occhi e inspirò.
L'aria fresca della mattina le aveva rinfrescato i polmoni e adesso si sentiva un pochino più pronta ad affrontare una conversazione con Sirius. O meglio, si sentiva un po' meno impaurita al pensiero di parlare con lui.
Così s'incamminò nuovamente verso il castello domandandosi come Regulus riuscisse a spuntare così silenziosamente nei momenti più opportuni.

Fu a lezione di Erbologia che Sirius insistette per mettersi accanto a lei.
«Riguardo a prima, posso spiegare...»
«Com'è il detto? Via il dente via il dolore?» lo interruppe Evie.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 26, 2023 ⏰

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