005 • quella sera

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Una notte del mese di novembre del 1972, Evelyn Lupin si alzò dal letto in preda all'ennesimo incubo. Scese le scale fino alla sala comune dove trovò accesa una bacchetta.

Sorrise quando si rese conto di chi fosse il proprietario.
«Non riesci a dormire, Evie?» chiese Sirius Black seduto sul divano. Aveva le gambe incrociate e sfogliava svogliatamente un libro.

«No, tu?»
«Lo stesso» si limitò a dire lui «Vieni qui» il ragazzo indicò il posto accanto a sé e la castana si ci accomodò.

«Ti va di andare a rubare dei biscotti nelle cucine?» propose Sirius
«Magari più tardi» borbottò Evie appoggiandosi alla sua spalla per il sonno.

In quei giorni non dormiva mai, era il settimo anniversario del morso di suo fratello e appena chiudeva gli occhi vedeva solo Greyback che lo aggrediva.

Il corvino le fece poggiare la testa sulle sue gambe e prese ad accarezzarle i capelli.

«mm...parlami un po' della tua famiglia. Non so quasi nulla» biascicò Evie socchiudendo gli occhi.

«Sì, ma non posso se ti addormenti» la riprese lui, sorridendo.
Poi si rese conto di una cosa stupenda: con Evelyn non faceva che sorridere

«non mi addormento lo prometto» ridacchiò lei rigirandosi la bacchetta tra le mani. Legno di salice e nucleo di crine di unicorno.
Mr. Ollivander l'aveva guardata, le aveva chiesto se fosse la figlia di Lyall e poi le aveva dato la bacchetta senza indugi, sapeva che era perfetta per lei.

«Mm...come credo che saprai, voglio dire ne parlano tutti. Io sono entrato in Grifondoro, la mia intera famiglia è sempre stata smistata in Serpeverde, escluso qualcuno. Tutta i miei familiari sono seguaci di Voldemort e...io ho sempre odiato quello che cercano di insegnare a mio fratello, sai è entrato quest'anno ad Hogwarts e indovina un po'? È in Serpeverde»

Ev si mise a sedere e si appoggiò alla sua spalla: «Non tutti i Serpeverde sono diventati Mangiamorte, voglio dire...non è detto che tuo fratello seguirà... sì, gli ideali che vi inculcano i tuoi»

«In effetti...non saprei...Regulus è un po' quel ragazzo trasgressivo ma non al punto giusto»

«Magari si unirà ai Mangiamorte ma ne uscirà urlandogli di essere degli spregievoli» disse lei

«Come mai non dormi, Ev?»
«È l'anniversario di quando Grayback ha morso Rem e...essendo presente...»

«Tu eri presente? Hai visto tuo fratello...oh mio dio! Mi spiace»

«Non c'ho pensato proprio sul momento, anzi...credevo fosse tutto un gioco...solo quando mio padre è uscito armato di bacchetta ho capito che Remus era davvero in pericolo.
Lui...lui era un dormiglione, a me invece capitava di restare sveglia.
Dormivamo in un letto a castello, sai?» sorrise lei mentre quel vecchi ricordo riaffiorava nella sua mente
«Se solo non fossi andata in bagno quella sera...sarebbe toccato a me: avevo paura delle altezze...e Rem si era offerto di stare nel letto di sopra. Credo che a Grayback non importasse quale figlio prendere...credo che lui volesse solo vendicarsi per ciò che aveva detto mio padre»

«Ev, io...»
«Oh, non preoccuparti...credo che tu abbia visto cose peggiori rispetto a ciò che ho visto io e mi dispiace per ciò che hai dovuto passare, Sir»

Sirius non rispose, non sapeva cosa rispondere.
Così restarono in silenzio per un tempo indeterminato. Ed Ev se ne rese conto quando per qualche motivo, le loro mani si intrecciarono.

L'unico rumore udibile era lo scoppiettio del fuoco nel camino.
«Mi piace il fuoco...» mormorò Evie fissandolo «Posso sapere con certezza che le cose che gli affido non le vedrà nessuno»

«Cosa affidi al fuoco?»
«Le lettere che non il coraggio di spedire è chiaro...come quella che volevo mandare l'anno scorso, le pagine del mio diario in cui mi rendo conto di averci messo troppo di me...»

«Non sapevo avessi un diario»
«Ne ho bisogno, è un po' come un libro di storia babbano, sai lì ci mettono tutte le guerre e le rivoluzioni che hanno cambiato il mondo babbano...io ci metto le mie guerre e le mie rivoluzioni, quelle che mi hanno cambiato, in meglio e in peggio»

Sirius ascoltava le sue parole come ammaliato dalla sua voce cristallina e pur avendo dodici anni si rese conto che quella non era una semplice ragazza.

Evelyn non era la classica Grifondoro, non aveva neppure idea di cosa ci facesse lei in quella casa però sapeva una cosa: il cappello parlante non sbagliava mai.
Magari quando sarebbe cresciuta avrebbe scoperto quel coraggio che il cappello diceva di aver visto in lei quel primo settembre.

tell me why, sirius blackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora