007 • la notte porta consiglio

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James la trascinò fino al caminetto e si lasciò cadere su una delle poltroncine, restando in posizione eretta invece che stravaccarsi com'era suo solito.
«Di cosa volevi parlare?» chiese lei restando in piedi.

«Da quanto?» disse semplicemente il suo migliore amico
«Da quanto cosa?»
«Da quanto ti piace Sirius?» domandò lui

«Io...dal secondo anno...tu come hai...»
«Per cinque anni? Me l'hai tenuto nascosto, Evie? L'ho saputo da Lily, voleva aiutarti e...in effetti a Diagon Alley ti sei comportata in modo strano. Ma, Eve, sei la mia migliore amica: puoi dirmi qualsiasi cosa. Soprattutto chi ti piace»

«D'accordo, Jamie»
Lui assunse una posa più rilassata e gettò la testa all'indietro: «Ti prego, non farlo mai più! Non voglio mai più recitare la figura del migliore amico serio, geloso e antipatico. Anche perché non lo sono. Beh sì, geloso lo sono: nessuno può rubarmi la mia Eve» le prese le braccia, sfruttò il proprio peso e l'aiuto di Eve per alzarsi e l'abbraccio.

«Oh, dovrei esporti ad uno zoo babbano, un raro esemplare di piccolo Jamie sdolcinato che mostra il suo amore nei confronti della sua migliore amica» disse ridendo senza riuscire a fermarsi.

«Evil? Vado a parlare con Silente...ti va di venire con me?» il viso di Sirius fece capolino dalla scala del dormitorio maschile
«Certo!» esclamò lei con i capelli scompigliati per l'abbraccio quasi soffocante di James.

«Conquistalo, Evie» le sussurrò James all'orecchio.
Lei sbuffò e ridacchiò allo stesso momento. Avrebbe voluto picchiare il suo migliore amico in quel momento, non poteva dire cosa più sbagliata per metterla in ansia.

Evelyn affiancò Sirius che aveva iniziato a camminare verso il quadro.
«Dunque... cos'è che non devi fare mai più?» chiese il corvino una volta fuori dalla torre Grifondoro.
«Nulla...una cosa stupida» si limitò a dire, aveva già detto troppo a Diagon Alley, non aveva intenzione di perdere di nuovo il controllo.

«Mm...prima o poi me lo dirai» sussurrò lui sorridendo
Camminarono fianco a fianco fino alla statua del grifone.
«Marlene mi ha detto che Silente sarebbe stato...» disse Sirius
«Esattamente qui, signor Black» lo interruppe il diretto interessato

«Buonasera, professore» sorrise Eve
«È un piacere rivederla, signorina Lupin» rispose il preside superandoli «Sorbetto al limone» pronunciò a voce alta per farsi sentire dalla statua che si girò e lasciò spazio ad una scalinata.
«È un dolce babbano, dovreste provarlo» consigliò poi mentre i due studenti lo seguivano sui gradini.

«Lo faremo» mormorò Sirius, che aveva l'aria di uno che non voleva perdere tempo
«Mi dica, signor Black, come mai siete venuti qui?»

«Ho ricevuto una lettera dall'avvocato di mio zio, volevo sapere se potevo andare al ministero, dove si trova il suo studio...» spiegò lui velocemente

«Oh, sì. Ho saputo della morte di suo zio. Un brav'uomo, forse un po' troppo istintivo, mi dispiace. Certamente, può recarsi al ministero tramite polvere volante. L'importante è che sia accompagnato da un prefetto o da un insegnante» enunciò Silente

«Grazie e lei può venire con me?» chiese Sirius indicando un punto accanto a lui, laddove sarebbe dovuta esserci Eve, si guardò intorno e la vide persa tra i ricordi e i manufatti che erano esposti sugli scaffali.
Sfiorò la spada di Grifondoro e l'incisione Godric Grifondoro si illuminò facendola trasalire.
«La leggenda narra che si illumini solo al tocco di un vero Grifondoro» sorrise calorosamente il preside avvicinandosi «la leggenda dice anche che la spada può assorbire qualunque tipo di potere con cui viene a contatto, solo per diventare più forte» Silente la prese tra le mani e il cappello parlante inizio a brontolare «La spada e il cappello sono strettamente connessi. Si dice che solo un vero Grifondoro possa estrarre la spada dal cappello nel momento di bisogno»

tell me why, sirius blackDove le storie prendono vita. Scoprilo ora