10. Lorenzo

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Capitolo dieci

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Capitolo dieci

- Cosa volete per pranzo voi donne? - Domandò Federico a me ed a sua sorella mentre parlavamo ininterrottamente sul suo letto da un'ora, l'avevamo letteralmente escluso. - Se posso intromettermi. -

- Dai, cucino io. - Adriana si alzò. - Vi lascio un po' da soli. -

Così io e Federico rimanemmo da soli in quella che sarebbe stata la camera di sua sorella da qui ai prossimi quattro giorni.

- Di cos'avete parlato? - Mi domandò sedendosi accanto a me.

- Un po' di tutto, soprattutto di te da piccolo. - Sorrisi. - Mi ha fatto vedere delle vostre foto. -

- Oh mio Dio... -

- Eri adorabile! - Feci gli occhi dolci e gli stampai un veloce bacio sulle labbra. - Avevi proprio un bel culetto! - Affermai ripensando a quella foto del suo lato b.

- Che incubo. - Borbottò stendendosi nel letto.

- No dai, è stupenda tua sorella. - Mi stesi accanto a lui. - Spero di averle fatto una buona impressione. -

- Ma si, sicuramente. - Mi guardò appoggiando la testa sul palmo della sua mano. - Sennò non ti avrebbe parlato per così tanto tempo. -

- Mh, vero. - Mi girai verso di lui.

Con la mano libera iniziò ad accarezzarmi prima i capelli, poi il viso e la fece scorrere lungo tutto il mio fianco, stringendolo successivamente.
Si avvicinò e mi baciò, un bacio senza malizia, era dolce. Approfondimmo facendo scontrare anche le nostre lingue, rendendo tutto più passionale; le mie mani vagavano lungo tutto il suo corpo, passavo dagli addominali, alle spalle, al collo, alle guance, fino ai capelli, che tirai per avvicinarlo ancora di più a me.

- Dio... - Gemetti quando strinse il mio sedere. - Cosa mi fai... - Mormorai sul suo lobo e sentii lui respirare più profondamente.

Infine feci aderire completamente il mio corpo al suo ed allacciai la gamba sinistra al suo bacino, facendo toccare le nostre intimità e rimasi abbastanza colpita da quello che sentii.

- Non puoi fare così... - Mormorò con voce roca tra un contatto e l'altro. - Non ce la faccio sennò. -

Mi staccai di qualche centimetro dalle sue labbra ed abbozzai un sorriso. - C'è tua sorella di sotto. -

- Che c'entra? -

- Se non fosse per lei, avrei già mandato a fanculo la regola da filosofo verginello che hai detto ieri sera. - Sussurrai e mi alzai di scatto dal letto, lasciandolo lì, da solo, desideroso.

Andai in bagno e chiusi la porta per urinare in santa pace, ero contenta e soddisfatta della mia ultima mossa, dovevo farmi desiderare.
I miei pensieri vennero interrotti dal mio telefono che iniziò a squillare: Chiara.

FARESTI CON ME | FEDERICO CHIESADove le storie prendono vita. Scoprilo ora