Give me sadness and a couple of tea

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Give me sadness and a couple of tea

< Lo sapevi, non è vero? > chiese Rose.

Era arrivata silenziosamente mentre lui manovrava con i circuiti del tardis e si era seduta - beh, appallottolata quasi - sui gradini di vetro, una tazza di thè fumante in mano e una sciarpa rosa intorno al collo.

< Sapevo cosa? > non si voltò a guardarla, preferendo far finta di nulla, ma il rumore della tazza che veniva poggiata sul vetro lo informò che siuramente non si sarebbe data per vinta.

< Sai benissimo cosa, Dottore. > la sua voce si fece pericolosamente simile a quella di sua madre...brutto segno, pensò. < Sapevi che non sarebbe cambiato nulla, che Van Gogh si sarebbe comunque tolto la vita. >

< Alcune cose non possono essere cambiate. >

< Ma Amy lo aveva sperato e ci è rimasta molto male. >

Il Dottore finalmente si voltò. Rose lo stava guardando abbracciandosi le ginocchia, in attesa di una sua risposta. Aveva l'impressione che lo stesse studiando, come a voler essere sicura che fosse realmente lui, al di là del volto nuovo, al di là di quella personalità straripante e a volte infantile... perchè non l'aveva ancora baciata? Era sempre stata lei a muoversi per prima, a cercarlo.

< Dottore? > adesso era seccata e lo stava richiamando alla realtà, < Mi vuoi rispondere? >

< Amy è nuova, si fa prendere dall'entusiasmo di poter viaggiare nel tempo, è comprensibile. >

Rose ridacchiò, adesso di nuovo allegra. Era sempre bello vederla sorridere, si disse, perchè quando lo faceva diventava luminosa e gli ricordava quanto in realtà lei fosse giovane... nonostante ciò che aveva affrontato e sconfitto, nonostante la sofferenza e la morte, lei era giovane e amava ridere. Avevano riso tanto insieme, ma ultimamente lo facevano sempre più di rado.

< Perchè non ridiamo più, Rose? > chiese, senza nemmeno accorgersene davvero.

< Non... > era in difficoltà < non saprei... > abbassò lo sguardo, < suppongo per quello che è successo a Donna, a te... per quello che è accaduto a Amy e a Rory... a volte credo di essere molto triste, Dottore. >

Lo aveva detto con semplicità, una constatazione che non chiedeva pietà, né conforto, solo di essere espressa ad alta voce.

< E tu? > si rivolse improvvisamente a lui, guardandolo intensamente da sotto quelle ciglia incredibilmente lunghe.

Non rispose subito, ma si sedette prima al suo fianco.

< Non lo so, > ammise infine < credo comunque che la tristezza sia sempre qualcosa di passeggero. Persino Amy non sarà triste per sempre e, forse, in quel momento ricorderà. >

< Ne sei certo? >

Eccola, la bambina che era in realtà veniva allo scoperto, indifesa.

< Ah, Rose Tyler, nessuno può dimenticare completamente ed Amy non è una ragazza come tutte le altre, lei è cresciuta con una crepa nella sua parete. >

Rose si sporse e lo baciò sulla guancia.

< Io non ti dimenticherei mai, Dottore, né completamente né in parte, mai. Sono tornata da te da un altro universo. Tu sei il mio Dottore. >

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