7° CAPITOLO

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Oggi è lunedì, e questa settimana non abbiamo scuola, fortunatamente...
La giornata stava andando tutto per il verso giusto finché...
" iris, vieni qui ti devo dire" disse mio padre con un tono un pò rotto.
"Arrivo subito!"
Quando scesi dalle scale vidi mio babbo che mi aspettava seduto sul divano.
"Mettiti seduta ti devo dire una cosa importante" abbassó lo sguardo per farmi capire che non si trattava di una cosa che avrebbe migliorato la mia giornata di bene in meglio, ma anzi di bene di orribile.
Mi sedetti accanto a lui.
Lo guardai e notai una lacrima che gli scendeva fino al mento.
"Ha chiamato l'ospedale..." disse.
Non riuscii a capire.
"Non ce l'ha fatta..."
Un colpo al cuore mi fece sprofondare sottoterra. Le lacrime mi bagnarono il volto che qualche secondo prima era il più felice della terra.
"Tua madre era una persona così giovane e bella..." continuò singhiozzando.
"Era anche forte... ma a quanto pare è stata battuta... dal cancro..." Non riuscivo a continuare. Avevo la gola bloccata. Questa sensazione...non la avevo mai provata... in 15 anni di vita.
Mi alzai dal divani e lasciai la stanza per correre in camera mia.
Mi sdraiai sul letto a pancia rivolta verso terra e il viso bloccato tra le mie mani continuava a sfogarsi.
Quella notte decisi di scappare da casa e di non ritornare mai più.
E così fu.

La vita non aveva più un senzo ormai. Noi esistiamo per soffrire. Esistiamo per avere un secondo di luce e altri 59 secondi di buio.

Il giorni dopo lo passai a girare in cerca di una nuova vita.
Mi ero portata dietro tutto il necessario: il cellulare, le cuffie, qualche tramezzino nel caso mi venisse fame e il libro.
Camminani e camminai finché non mi trovai un grande cartello con scritto che da quella direzione si giungeva alla foresta del Cantao.
Allora mi venne in mente un' idea.
Non feci caso al cartello e continuai a camminare per la mia strada.
Quando fece buio mi sdraiai sotto ad un albero non troppo alto a guardare le stelle in cielo.
Erano bellissime.
Ogni volta che mi capitava di vedere le stelle pensavo a tutte quelle persone che quardavano lo stesso cielo stellato che stavo guardando io.
Oppure a quanto fosse bella visitare tutto l'immenso spazio.
Mentre continuavo a fantasticare i miei occhi continuavano a chiudersi finché non riuscii più a capire se stavo sognando o stavo pensando.
Un ululato mi cullò fino a che non mi addormentai del tutti.

Quando mi risveglia mi ritrovai due lupi giganteschi che mi stavano venendo in contro. Mi alzai per accertarmi che fossi sveglia.
Sembrava di essere in paradiso. I raggi lunari colpirono il folto pelo bianco di uno dei due lupi affinché possa illuminare.
L'altro mi fece cenno col suo grande capo si salirgli sopra.
Così presi la mia roba e mi aggrappai forte a lui.
In quasi meno di un secondo sfrecciavamo alla velocità della luce tra i grandi alberi che formavano questa foresta.
Non capivo se ero terrorizzata o era bellissimo.
Entrambi.
Strinsi forte le mie gambe al suo petto e lasciai le ciocche di peli che stringevo tra le dita delle mie mani al fine di aprire le braccia per accogliere il vento che mi veniva a dosso.
Sentivi l'aria tra i miei capelli e che mi filtrava tra i vestiti.
Questo non è reale.
Una voce nella mia testa negò quello che mi ero appena detta: invece si.
Chi ha parlato? Mi gira intorno per vedere chi stesse parlando. Tentativo inutile. Accanto a me avevo i due lupi e gli alberi questi sfocati per la velocità con cui andavamo.
Sono stato io disse.
Io chi? Mi domandai.
Io Zack.
Ora che sei nel branco puoi sentire quello che pensiamo. Aggiunse un altra voce simile a quella di Jennifer.
Fico. Dissi.
Dopo qualche secondo di libertà mi ritornò in mente il motivo per cui ero scappata di casa.
Mi dispiace disse jenn avendo visto il mio pensiero.
No tranquilla.
No davvero so cosa si prova, ti capisco è un momento difficile. provò a trqnuillizzarmi tra pochi giorni non ci penserai più
Aveva ragione. Due giorni dopo lo dimenticati totalmente.
Mi hanno ospitata a casa loro finché non sarei diventata maggiorenne. Così sarei andata a vivere da sola.
Una settimana dopo capii di aver preso la decisione giusta. Ero proprio contenta di essere andata a vivere con loro. Mi hanno spiegato tutto sui licantropi. Mi hanno detto così tanto che ormai il libro non mi serviva più.

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