true story

16° CAPITOLO

Non potevo immaginare cosa sarebbe successo se lo riavessi incontrato.
Per ora potevo immaginare soltanto che cosa mi avrebbero detto zack e Jennifer.

Continuavo a correre finché un microscopico rametto non mi fece cascare.
Fortunatamente non mi feci nulla, nulla di cui preoccuparsi, soltanto qualche graffi provocato dalle rocce e dai rametti per terra.

Decisi di restare li, sdraiata a terra, per riflettere.

Cosa devo fare? Devo scappare! No... di nuovo no... devo essere forte e affrontare a testa alta le mie difficoltà!
Si devo affrontare tutti.

Mi alzai e mi diressi verso casa.
Non potevo trasformarmi per via del braccio rotto. Peccato avrei fatto prima.

Dopo una mezz'ora di cammino riuscii finalmente è raggiungere la mia meta.
A casa c'erano zack, jenn e un uomo. Probabilmente l'altro lupo.

Appena entrai riuscii a notare gli occhi di tutti e tre addosso.
Zack era appoggiato a un muro di cucina con le braccia incrociate.
Jennifer era apuggiata sul tavolino di cucina.
E l'uomo era seduto su una sedia sempre in cucina.
Sembrava che avessi interrotto una discussione tra di loro.

"Iris, stavamo parlando proprio di te, hai qualcosa da dirci?" Disse zack.
Aveva dei pantaloncini, corti fino al ginocchio, tutti strappati e una canottiera, sporca, che metteva in risalto i suoi muscoli.

Non mi prese alla sprovvista, sapevo che me lo avrebbe chiesto, cosicché mi ero preparata una risposta strategica. Dovetti raccontargli tutto quello successo, dalla A alla Z. Ed infine aggiunsi:"PERÒ... vi ho salvato la vita, quindi dovreste ringraziarmi!"

L'uomo mi guardava con occhi stupiti.
"Zack, jenn" disse a bassa voce facendo cenno di andare via.

Cosa voleva da me?

Quando se ne andarono l'uomo si alzò dalla sedia e si avvicinò a me mettendomi una mano sulla spalla.
Avvicinò le labbra al mio orecchio e mi disse sussurrando:" tieni james stretto tra le tue mani, sarà la tua salvezza. Non ti dico altro"

Sì allontanò da me e uscì dall'abitazione.

Rimasi senza parole. Non sapevo cosa fare.

Zack e Jennifer rientrarono in cucina non dissero niente. Però rimasero a guardarmi.
Mi sentivo persa.

Mi guardavano con aria disprezzata.
Nella mia descrizione di ciò che era successo, non dissi che io in quel ragazzo ci provavo qualcosa che nelle altre persone non provavo.

"Se sapevi che ti avrebbe portato a caccia... perché lo hai seguito?" Chiese jenn.
"Non lo so" mentii. Volevo farlo semplicemente contento.
"Qui c'è qualcosa che mi puzza" Aggiunse zack mentre se ne andava in camera per riposarsi.

"Chi era quell'uomo?" Chiesi.
"Il padre di zack" Rispose jenn.
"Mah!?... non... vabbè... lasciamo perdere, stanno accadendo fin troppe cose in un giorno".

Una settimana mi fu tolta la fasciatura al braccio e decisi di andare a fare una passeggiata nel bosco.

Mi trasformai velocemente senza quasi sentire piu il mal di testa e iniziai a camminare. Non ricordavo quanto fosse bello essere un lupo.

Quando mi trovai nel cuore del bosco raggiunsi finalmente la radura.
Mi accucciai fra le braccia dell'erba che mi cullavano in un dolce riposo.
Potevo osservare tutta la natura che mi circondava.
Ero in pace con il mondo esterno.
Era tutto così calmo finché non Sentii un fruscio proveniente da un cespuglio.

Mi voltai per vedere cosa fosse.
Il fruscio si fermò, e io mi misi nella posizione di difesa per un eventuale attacco.

Il fruscio Era riniziato.
Indietreggiai lentamente. Dal cespuglio uscì un... uomo? Il suo volto non si era ancora mostrato.
Dal cespuglio uscì anche una fucile.
Ero pronta per scappare, però una voce ,al quanto familiare , mi bloccò totalmente:" Ferma! Non ti voglio fare del male".

L'uomo si era finalmente mostrato alla luce della verità.
Iniziai a ringhiere per farlo indietreggiare.
Quegli occhi, quella bocca, quei capelli... James era qui.

Si stava avvicinando a me con il solito sorriso, però stavolta malinconico.
"Non sai quanto ti ho cercata! Perfavore non scappare, non ho dormito... ho perso 3 giorni a cercarti, ed ora... eccoti qua! Finalmente ti posso parlare" disse con voce stanca.
Chiuse gli occhi e si sdraiò. Prese un profondo respiro.
I suoi capelli diventavano ancora più dorati con la luce del sole.
"Vedo che sei guarita" Rise. "Iris"