13° CAPITOLO

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Il mio cuore era impazzito. Batteva come se non ci fosse un domani. E per me forse non c'era davvero.

"Secondo voi cos'è? " disse l'uomo al centro.
"Non saprei, forse un lupo?" Chiese indeciso il cacciatore più robusto.
"No... non può essere un lupo... è troppo grande"

Sembravano sbalorditi... e li capivo!

La zampa era ancora incastrata nella trappola per orsi, e mi faceva male!

"Andiamo a prendere le catene nel furgone per prendere.... La cosa" ordinò l'uomo robusto. "James resta qui a badare a quella cosa!" Stava guardando il ragazzo.
James aveva ancora gli occhi incollati su di me, ma non era una cosa cattiva... anzi mi faceva piacere avere degli occhi così belli su di me.
I cacciatori partirono, potevo sentire i rumori dei passi che facevano.

Quando si allontanarono del tutto il ragazzo di nome James si accovaccio velocemente davanti alla trappola senza paura che io lo attaccassi e iniziò ad aprirla.

Cosa sta facendo!? Ma che razza di cacciatore è?!
Lo guardavo impressionata.

Una volta sbloccata, james si alzò in piedi e disse:" dai scappa!"
Io ero bloccata dalla curiosità che provavo verso quel ragazzo.
"Cosa aspetti!? Non vorrai mica diventare una pelliccia!?"
La sua voce sembrava il coro di tanti angeli, divina!
Così mi girai e iniziai a correre zenza far toccare terra la zampa che mi faceva male.
Dopo una decina di metri mi fermai per vedere James. Era lì, che mi guardava andare via.
Che Cosa vedeva in me? Dopotutto Ero soltanto un lupo un pò cresciuto.

Quando tornai a casa mi trasformai, mi feci medicare e raccontai tutto.

"Perché ti ha liberata?" Chiese zack
"Non lo so ti ho detto!" Risposi a tono
"Eppure a me sembra strano..." Aggiunse jenn
"Perché a me no?" Dissi
"No, non il fatto che ti ha lasciata libera, ma il fatto che non ti abbia seguita...noi licantropi siamo irresistibili agli occhi umani, sotto forma di lupo, ed è solito che ci seguano, però lui non ti ha seguita"
"Ah..."
"Cosa c'è?"
"No no niente... è che... mi dispiace il fatto che non mi posso trasformare" mentii, il motivo è che stavo pensando a James... cosa aveva qul ragazzo da attirare i così tanto?
"Allora... tu iris devi restare a riposo per 2 settimanette" disse jenn "quindi non ti potrai trasformare"
Aveva appena finito di fasciarmi il braccio quando concluse la frase.
"Sapete una cosa? È da tanto che non vado in città, mi sa che domani farò una bella vasca in corso, non solo perché ho strappato la mia maglietta preferita, ma anche perché ho voglia di stare in mezzo agli umani, e risentirmi come loro".

"Mi sembra una buona idea" disse zack.

Il giorno dopo, mi alzai e mi preparai per uscire.
Ovviamente uscii da sola.
Una volta uscita dalla foresta potevo finalmente respirare l'aria di città, mi mancava così tanto.
Mi mancavano tutti questi negozi messi in fila, la folla, le vetrine.
Non era cambiato niente.
All'una decisi di fermarmi a prendere un panino.
Posai le borse con le compere dentro e mi sedetti ad un tavolo solitario.
Mi ricordo ancora cosa ordinai: un panino con prosciutto crudo, mozzarella, pomodoro e maionese. Squisito.
Subito dopo l'ultimo boccone il campanellino attaccato alla porta suonò, segno che qualcuno è entrato.
Mi voltai per vedere chi fosse entrato, così tanto per curiosità.

Quegli quei capelli biondo scuro, quegli occhi verdi pieni di compassione.
Perché capitano tutte a me?

James era lì, che stava atraversando il ciglio della porta, per poi andare ad un tavolo e probabilmente ordinare anche qualcosa.
Una parte di me mi diceva che dovevo conoscerlo, un'altra mi diceva:"scappa scappa SCAPPA!"
No! Dovevo essere coraggiosa e farmi avanti!

Si Era seduto al tavolo accanto al mio. Anche lui era solo. Strano.
Così mi alzai, mi avvicinai al suo tavolo. Cosa potevo chiedergli per fare un po di conversazione? Così dissi le prime parole che mi uscirono dalla bocca:"carine le scarpe! Dove le hai prese?" Che modo brutale per incominciare una conversazione, ma almeno gli avrei parlato.

Mi guardò, piegò il collo, e non disse niente.
Strizzò gli occhi come per guardarmi meglio.

"Le ho prese nel negozio qui di fronte" la sua voce era come vellutata. Profonda ma dolce.

"Posso sedermi?" Chiesi più gentilmente possibile.

"Certo"

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