Parte terza: Ombre oscure Capitolo 11

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Dopo la cena, Ave e Caleb avevano riaccompagnato Cristal a casa. Anche se non viveva molto lontano da casa Ave non voleva lasciarla tornare da sola. Erano sulla via di casa. Ancora una volta, Caleb, aveva il braccio intorno alla vita di Ave, usando la scusa che facesse freddo. Erano a pochi passi dal portone di casa quando videro un'ombra muoversi velocemente accanto a loro e neanche un secondo dopo, era lontano da loro una decina di metri. Caleb tirò fuori di corsa le chiavi di casa dalla tasca dei jeans e disse - Ave, corri! - e le prese la mano aprendo il portone alla velocità della luce e trascinandosela dietro. La spinse dentro di esso è poi entrò anche lui. Richiuse il portone con una forza tale che fece tremare il pavimento e la ringhiera delle scale poi, senza dire una parola, la prese ancora per mano e iniziò a correre verso le scale. Arrivarono davanti alla porta di casa più velocemente di quanto avessero mai fatto e poi entrarono. Una volta in casa, Caleb, chiuse tutti i chiavistelli della porta blindata e poi guardò Ave con aria preoccupata. - Stai bene? - le chiese avvicinandosi a lei, abbassandosi per avere gli occhi di lei alla stessa altezza dei suoi e prendendole il viso tra le mani. - Ch-che è successo? - chiese Ave - Ave, stai bene? - insistette Caleb - No. Non starò bene finchè non mi dirai che cosa è appena successo la fuori. Caleb non aprì bocca e dopo qualche secondo di silenzio Ave disse - Aspetta, fammi indovinare, non me lo puoi dire vero? - - Ave mi dispiace, credimi mi dispiace tantissimo, vorrei davvero dirti tutto in questo momento ma non posso, sono vincolato. Ave lo guardò con aria interrogativa ma anche arrabbiata - Vincolato da cosa? - - Non posso dirti nemmeno questo ma, ti prego, fidati di me. Abbi pazienza. Quando potrò dirtelo te lo dirò, subito, senza esitare. Appena mi diranno che potrò dirti tutti correrò qui. Non importa se sarò dall'altra parte della città o dall'altra parte del mondo, correrò qui e ti racconterò tutto però, ora, ti devi solamente fidare di me. Ave annuì avvilita. - Va bene. Però ora ho bisogno di farmi una doccia - - Okay intanto io scelgo un film.
Ave prese un cambio di vestiti per evitare di dover tornare in camera in accappatoio e andò a posarli in bagno. Ritornò in camera per togliersi le scarpe e si mise a sedere sul letto. Si stava slacciando le scarpe quando vide un'ombra alla finestra. Il suo cuore iniziò a battere velocissimo e il suo respiro divenne irregolare. Di nuovo quel brivido. Questa volta era più forte, non era mai stato così forte. Era come se Ave avesse dei pugnali conficcati in ogni centimetro del corpo tranne in un preciso punto. La sua spalla s'illuminò , o meglio, s'illuminò la voglia circolare che aveva sulla spalla sinistra e cominciò a pulsare. Quello era l'unico punto che non faceva male. La voglia emise un bagliore accecante proprio l'istante prima che Ave urlasse e poi cadesse a terra svenuta.

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#spazioautrice
Ciaoooo
So che questo capitolo è corto ma l'ho fatto corto di proposito per lasciare un po' di suspense.
Il prossimo capitolo sarà decisamente più lungo, ve lo prometto.
A prestoo <3

Supernatural: La rivoltaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora