Parte quinta: I Concordi Capitolo 24

211 10 2
                                    


~ Canzoni Per Il Capitolo ~

Some nights ~ Fun

All of me ~ Jhon Legend

~~~

Caitlin's POV

Era ormai passata una settimana. Jared mi era sempre stato vicino e gli ero veramente grata di questo.

Ave non rispondeva alle mie chiamate ed ero preoccupata, non vedevo l'ora di tornare a New York per accertarmi che andasse tutto bene. Avrei chiamato Nareen o Fabian per farmi dare il numero di Caleb se avessi avuto il loro.

Una chiamata mi riportò sulla Terra. Il telefono squillò e, sullo schermo, comparve il nome di Jared. - Pronto? -
- Caitlin, sei pronta? -
- Dammi dieci minuti e poi andiamo -
- Bene, ti aspetto qui sotto -
- A fra poco -
Chiusi la telefonata. Finalmente avrei parlato con i Concordi.

Mi preparai molto velocemente e poi scesi. Chiusi la porta della casa momentanea ed entrai in ascensore. Fuori dal protone, trovai Jared appoggiato alla sua macchina nera, mi venne incontro e mi abbracciò - Pronta per il gran giorno? - io annuii e poi lui mi aprii la portiera dell'auto per farmi entrare.

- Hei tranquilla, andrà bene - provò a rassicurarmi Jared. Ormai era da almeno venti minuti che mi massacravo la pelle delle braccia con le unghie, o meglio con quello che ne era rimasto. Arrivammo dopo quaranta minuti di viaggio che sarebbero stati la metà se non ci fosse stato tutto quel traffico.

Ero già stata al Consiglio ma, tutte le volte, mi meravigliavo di quanto fosse moderno da fuori il palazzo. Era strano pensare come il Mondo Magico convivesse indisturbato con il mondo degli umani.

Entrammo nel palazzo molto lentamente e poi andammo all'ascensore. Una volta entrati, pigiai il tasto -20, era il piano più in basso. Le altre persone all'interno dell'ascensore mi guardarono male, probabilmente non erano abituati a vedere gente che andava a quel piano.

Fummo gli ultimi ad uscire dall'ascensore e ci avviammo per il lungo corridoio in metallo. Andai verso il desk informazioni e feci per parlare ma, Jared, fu più veloce - Jared Rasty - disse e la signorina dall'altra parte del tavolo gli sorrise dicendo - Certo, seguitemi. Sembrava di star andando a fare una normalissima visita dal dottore.

Arrivammo davanti ad un'immensa porta decorata con pietre di vari colori, la ragazza aprì la porta e ci fece entrare. Ci ritrovammo in una sala grandissima, due sedie di raso rosso al centro e un tappeto dello stesso colore, che andava dalle sedie ad una sorta di podio, sopra di esso quattro troni di pietra con quattro persone sedute sopra: due uomini e due donne. - Jared Rasty! - disse uno dei due uomini. Capii subito che era il rappresentante dei Merchis - cosa ti porta qui? - conitnuò - Philip. Sono qui per lei - rispose Jared girandosi verso di me. Philip mi guardò e poi disse - Ah! Caitlin Wright! Ora capisco... - - Cosa capisce? - chiesi - Sei qui per tua figlia giusto? - quello parole mi fecero rabbrividire ma cercai comunque di rimanere neutra. Come facevano a sapere che ero il per Ave? Annuii e basta

- Prego, sedetevi - ci disse Robert, il rappresentante dei Remistis indicando le sedie alla nostra destra. Ci sedemmo e poi una delle due donne parlò. Aveva una voce così fredda che mi fece rabbrividire ancora, era la rappresentante degli Artim - Che cosa volete da noi? - chiese. Jared mi guardò e io feci lo stesso prima di rivolgere ancora la mia attenzione ai Concordi - Aiuto - risposi io - vogliamo aiuto - finii - E in cosa potremo esservi di aiuto? - chiese Elizabeth, l'altra donna, con una voce decisamente più dolce rispetto a quella dell'altra. Era la rappresentate dei Fenel.

Presi un grande respiro e cominciai a raccontare - Ho sentito parlare mia figlia con Caleb Dixon... - iniziai - Aspetta. Quel Caleb Dixon? Caleb Dixon figlio di Fabian e Nareen Dixon? - chiese Virginia con la solita voce affilata come coltelli - Si, come mai lo conoscete? - chiesi non capendo il perché di tutto questo interessamento - Tutti lo conoscono, o almeno conoscono la sua storia - mi rispose Elizabeth. Volevo chiedere che cosa intendesse ma Robert non me lo permise - Andiamo avanti - disse - Beh, Aveline stava raccontando a Caleb che, certe volte, le succede di avere strani brividi e sentire come il fuoco dentro, a volte non riesce neanche a muoversi - dissi - E quindi? - chiese Virginia - Quindi - feci un respiro profondo - ho bisogno di sapere se sono i suoi poteri che la richiamano. Non sa nulla del Mondo Oscuro, e ancora non è pronta a sapere nulla - i Concordi si guardarono e poi Philip rise - Caitlin cara, ormai credo sia tardi - disse - Che intendi dire? - chiesi. Quel giorno non capivo nulla. * monstro * disse lui. Non avevo più la dimestichezza di un tempo con gli incantesimi, ma, sapevo perfettamente che cosa significasse: " mostra ".

Davanti a me comparve una specie di nuvola, inizialmente totalmente blu, poi, vidi delle immagini formarsi: un corridoio con un tappeto persiano e due ragazzi che camminavano parlando tranquillamente. Avevo riconosciuto subito quel tappeto, era il tappeto dell'Accademia - Sei piena di domande oggi eh? - chiese il ragazzo ridacchiando, era di spalle, aveva i capelli neri ed era alto. La ragazza non disse nulla, anche lei era di spalle, aveva i capelli neri e lunghi, con dei boccoli alla fine, una ventina di centimetri più bassa di lui. - Chiedi pure - continuò lui - non voglio più nasconderti nulla - Come mai hai deciso di diventare un Merchis? - le voci erano sbiadite e confuse, ma quella l'avevo già sentita, solo non riuscivo a ricollegarla ad una persona. Il ragazzo s'irrigidì - Caleb, tutto bene? -
No. Non poteva essere, non poteva essere lei.

Si spostarono e si misero a sedere per terra. Era lei, era Ave. Come avevo fatto a non riconoscerla? Ma lei non poteva essere la, non poteva essere all'Accademia, lei doveva essere a casa, al sicuro, con Caleb, non doveva sapere nulla.

- Lei sa - disse Robert facendomi tornare alla realtà. Cercai di mettere insieme una frase compiuta - M-ma c-come? - balbettai - È stata portata di forza all'Accademia e le è stato detto tutto - mi rispose Elizabeth. In due settimane, tutti i miei sforzi di sedici anni per fare in modo che non venisse a sapere del Mondo Magico, erano svaniti.

- E- e lei è-è una S-Sovranaturale? - chiesi. - Certo che lo è Caitlin, tu sei una Sopranaturale, come potrebbe lei non esserlo? - mi ripose Robert - E non è neanche una Sovranaturale normale, congratulazioni - si complimentò Virginia - In che sen... - non potei finire la frase perché venni interrotta dal portone che si apriva. Ne venne fuori la signorina di prima - Scusate il disturbo, ci sono i Signori Lidivis - - Certo, noi abbiamo finito qui - disse Elizabeth - No! - urlai - io ho ancora delle cose di cui discutere - protestai alzandomi in piedi e Jared fece lo stesso, ma restò zitto. - Penso che dovresti tornare a casa per vedere che cosa sta succedendo a tua figlia, il vostro tempo è scaduto, potete andare - disse Virginia. Feci per parlare ma Jared mi fermò mettendomi una mano sul braccio - Caitlin - disse, i suoi occhi che cercavano i miei - andiamo. Ormai non ci ascolteranno più, e fidati, è meglio se ce ne andiamo di nostra spontanea volontà adesso - stavo per protestare ma poi decisi di andare via. Mi liberai dalla presa di Jared ed uscii velocemente dal portone. Entrammo nell'ascensore e pigiai più volte, freneticamente, il pulsante che portava la piano terra.

- Caitlin? - mi chiamò Jared - Che c'è? - chiesi con tono abbastanza duro - Tutto bene? - mi chiese - No,no va tutto bene? - lui non disse nulla, mi guardò e mi abbracciò. Qualche lacrima mi rigò il viso e lui le asciugò. - Tranquilla Caitlin, si risolverà tutto, ci sono io con te - mi disse - Grazie - gli risposi e poi le porte dell'ascensore si aprirono.

Non asciugai le lacrime e non cercai neanche un fazzoletto o altro, in quel momento non m'importava, dovevo chiamare Ave. Presi il telefono e composi il numero, aspettai ma l'unica risposta che ebbi fu quella dalla segreteria telefonica. Riprovai, ancora e ancora. Chiamai almeno quindici volte, ma non rispose.

Mi girai verso Jared - Devo tornare a casa, a New York, e devo tornarci oggi - lo informai. - Ve bene, vengo con te - mi disse - Cosa? Perché? - - Perché stai male, e di certo non ti lascerò ad affrontare tutto questo da sola. Su, sali - disse aprendomi la portiera. Arrivammo a casa più velocemente di prima dato che il traffico era diminuito. Sesci dall'auto e poi mi affacciai al finestrino per sentire che cosa aveva da dirmi Jared - Fra un'ora sono qui e si parte - mi disse, io annuii e poi gli dissi - A dopo - e poi corsi a pregare le valige, tornavo a casa.

***

#spazioautrice
Hei. Allora questo capitolo è tutto incentrato su Caitlin, so che può essere noioso perchè già le sapevate queste cose, ma era importante che anche Caitlin le sapesse ed era importante anche conoscere i Concordi.

Che ne pensate di Jared?

Comunque vi ringrazio per le visualizzazioni, i voti e i commenti, sopratutto per quelli. Vi giuro che li amo. Quando ho una brutta giornata leggo un commento e sorrido, è davvero bello sapere che c'è qualcuno che apprezza il tuo lavoro, quindi commentateee. E ancora grazie per aver ascoltato il mio piiiiccolo sfogo su Grey's Anatomy dell'altra volta, sono ancora distrutta ahahaha.

A presto <3

Supernatural: La rivoltaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora