Capitolo 25

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~ Canzoni Per Il Capitolo ~

Never say never ~ The Fray

Never be alone ~ Shawn Mendes

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Ave's POV

Eravamo abbracciati ormai da qualche minuto. Non volevo mettergli fretta, volevo che si prendesse il suo tempo. Sono sicura che ha sofferto davvero per questa cosa. Non credo sia stata una cosa facile da accettare e lo capisco, lo capisco davvero. Se avessi potuto scegliere, non avrei scelto la vita che ho ora. Se fossi dovuta diventare comunque una Sovranaturale, non avrei di certo scelto di essere una delle Sorelle.

Caleb ruppe improvvisamente il silenzio - Non lo avevo mai raccontato a nessuno, e sono contento che la prima sia stata tu - sorrisi pur essendo consapevole del fatto che lui non potesse vedermi - Io ci sono per te Caleb, ci sarò sempre - - Non ho bisogno d'altro allora - il mio sorriso crebbe.

- Ora andiamo, siamo rimasti per terra abbastanza - disse e ci alzammo. Una volta in piedi, lo presi per le spalle e lo costrinsi a guardarmi negli occhi - Stai bene? - gli chiesi - Si, ora sto bene. Possiamo andare - io annuii e lui mi abbracciò ancora una volta.

Camminammo per qualche minuto, poi Caleb si fermò davanti al muro, vi spinse sopra l'anello e comparve una porta, l'aprì e mi fece entrare per prima.

Mi ero aspettata di trovare un'aula, invece, c'era un'altro corridoio con un tappeto identico a quello del corridoio principale, sopra di esso, la Striscia. - Questa è la parte dell'Accademia dedicata allo studio - mi disse Caleb. Sul muro, ad intermittenza, c'erano delle etichette con dei numeri e delle scritte sopra, una delle quali, attirò la mia attenzione. Sorelle diceva la scritta.

- Ogni stanza corrisponde a una cosa della nostra storia, non è come le scuole normali, non puoi decidere di frequentare alcuni corsi piuttosto che altri, li devi frequentare tutti, anche se, dopo una certa età puoi prendere una " specializzazione " - - Okay - risposi semplicemente troppo presa a leggere le targhe accanto ad ogni porta. - Andiamo - disse e camminò verso una stanza, spinse ancora una volta l'anello davanti al muro e comparve un'altra porta.

Entrammo e ci ritrovammo in una stanza molto grande. Era esattamente come me l'ero immaginata: legno marrone scuro a ricoprire il pavimento , una lavagna grandissima, grande quanto tutta la parete e una cattedra, anch'essa in legno e anch'essa molto grande. I banchi erano da due, ovviamente anche quelli in legno. Accanto alla cattedra, c'era una libreria. Mi avvicinai cuoriosa di guardare i libri e lessi un solo titolo * artis magica niger * diceva. Intuii che fosse l'aula di latino, ma non riuscii a tradurre il titolo del libro.

- Ti faccio vedere un'altra aula - mi disse Caleb. Cambiammo stanza e, la seconda, era totalmente l'opposto della prima. Era moderna, similissima alle aule delle scuole normali, ma più bella.

La terza stanza sembrava una specie di vecchia cucina: era piena di scaffali con barattoli sopra, dentro ogni barattolo, grandi quantità di qualcosa, tutte cose diverse e, sopra ognuno di essi, un'etichetta. Notai quattro etichette in particolare. C'era scritto edera, acqua santa, oro e argento.

- E questa che aula è? - chiesi a Caleb - Ti ricordi le pozioni che ti hanno dato durante la Bruciatura? - io annuii - è qui che vengono create - continuò lui - quest'aula viene usata praticamente solo da stregoni e fate, ma, in certe occasioni, anche dagli altri Sovranaturali, anche se non capita spesso - Mi guardai intorno, era veramente tutto bellissimo e... diverso.

- Penso che ora dovremo tornare. Hai bisogno di riposare, domani comincerai ad allenarti - disse Caleb - Si, certo. Andiamo - dissi uscendo dalla porta con Caleb dietro di me.

Arrivammo alla Sala comune e andai verso Mathew, appena mi vide disse - Allora Ave? Che ne pensi della aule? - mi chiese - Emh... Sono molte - rise un po' - Si, in effetti sono molte - risi anche io, ma smisi nello stesso momento in cui vidi Edric entrare dalla porta della Sala comune. - Come già sai, - inziò Mathew - Edric sarà il tuo tutor per quanto riguarda gli Artim, mentre, per i Merchis, ci sarà Caleb - sorrisi contenta di avere Caleb come istruttore - per i Remistis e Fenel, devo ancora trovare qualcuno disponibile, ti farò sapere al più presto. Gli allenamenti inizieranno domani, ho già informato Edric e Caleb, affidati a loro, ti verranno a chiamare quando sarà ora - - Bene, grazie. Vado in camera, a domani - - A domani - mi salutò Mathew.

Camminai verso l'uscita, ma venni fermata giusto prima di aprire la porta - Ave - mi chiamò Cristal. L'abbracciai, ero così felice di vederla, ero abituata a vederla ogni giorno e invece, ora, la vedevo davvero poco, proprio nel momento in cui avevo più bisogno di lei.

- Stai andando in camera? - mi chiese - Si, vieni con me? - lei annuì e insieme uscimmo dalla stanza andando verso camera mia. Entrammo e Cristal rimase a bocca aperta - È davvero grande! - disse - Si, lo so - le risposi - È...è così fredda - disse lei. Adoravo quando succedevano queste cose, era come se ci leggessimo nel pensiero. Mi misi a ridere e lei si girò a guardarmi - Che c'è? - mi chiese ridendo un po' anche lei - No, nulla, stavo solo pensando che ho detto esattamente la stessa cosa quando sono entrata qui la prima volta - lei rise ancora più forte e non potei fare a meno di fare lo stesso.

- Ti hanno già dato una camera? - le chiesi dopo un po' - In realtà non ancora, mi sono scordata di chiederlo a Mathew - mi rispose - Allora starai con me finchè non ti daranno la tua camera e, spero per loro, che sia grande e vicina alla mia - dissi ricominciando a ridere e lei mi imitò.

- Vado a farmi una doccia - mi avvertì Cristal andando verso il bagno in camera, almeno per quello non c'era bisogno dell'anello, era già stato abbastanza difficile trovare qualcuno che ci aprisse la porta della camera.

Quando sentii l'acqua della doccia scorrere, presi la borsa e la poggiai sul letto, mi misi a sedere a gambe incrociate sul materasso e tirai fuori il libro che mi era caduto a casa. Lo aprii lentamente facendo attenzione a non rovinare la copertina che sembrava molto vecchia. Dalla prima pagine cadde qualcosa, probabilmente la stessa cosa che avevo visto sporgere da una delle pagine a casa. Era una foto. Rappresentava mia madre, da giovane, con un uomo più o meno della sua stessa età accanto. Erano schiena contro schiena e mia mamma aveva una anello dei Sovranaturali al dito. Come avevo fatto a non riconoscerlo? Non si toglieva mai quell'anello dal dito. Sarei dovuta stare più attenta ai dettagli. Appoggiai la foto sul letto con molta cura, sembrava che si potesse sbriciolare al minimo tocco. Ripresi a sfogliare il libro, capii solo dopo un po' di tempo che, in realtà, non era un libro, era un diario, un diario scritto da mia madre.

***

#spazioautrice
Holaa
Allora ho deciso di cambiare il nome alla storia perchè questo non mi ha mai convinto molto. Stavo pensando a " Rings ", ma non mi fa impazzire e quindi credo che lo cambierò con " Supernatural ". So che è un po' scontato ma è il tema principale insieme alle Sorelle.

Comunque se avete qualche suggerimento, commentate qua. Aspetterò un po' prima di cambiare il nome, cosicché possiate commentare in tanti. Spero lo facciate sul serio

Al prossimo capitolo <3

Supernatural: La rivoltaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora