Ave ascoltò attentamente ogni singola parola del ragazzo. Aspettò che finisse di raccontare mentre teneva gli occhi spalancati, fissi nel vuoto. Sentiva che Cristal e Caleb la chiamavano, ma lei non voleva muoversi. Ad un certo punto Cristal chiese a Caleb - Non è che magari sta avendo un altro dei suoi episodi? Prova a metterle l'anello al dito - vedendo che Caleb annuiva e sfilava l'anello, Ave si riprese dal suo stato di trance e disse - No, non sto avendo un altro dei miei episodi - - Allora che ti è preso? Come mai non ti muovevi? - chiese Cristal - Perché non mi andava, avevo voglia di abbandonarmi ai miei pensieri e basta - rispose Ave - Abbandonarti ai tuoi pensieri? Ma come sei poetica Aveline Wright, peccato che tu mi abbia fatto prendere un colpo! - sbottò l'amica - Mi dispiace - - Ti dispiace?! Tu... - - Dai Cristal lasciala stare, non è il momento - si intromise Caleb - Mah, fate come volete - disse Cristal e si rimise a sedere - Hai idea di chi possa essere quel ragazzo? - chiese Ave - No, non ho idea e tranquilla non sto mentendo - - Non c'è bisogno che lo puntualizzi, so che non menti,caso mai non parli proprio, ma non menti - a quella affermazione Caleb fece una risata soffocata e poi disse - Comunque dobbiamo scoprire chi sia e che cosa vuole da te o meglio se vuole qualcosa da te. Cristal si alzò in piedi e disse - So che io c'entro meno di tutti in questa storia, ma non vi sembra un po' pericoloso che Ave continui ad usci... No, non importa - si interruppe lei - Pericoloso cosa? - chiese Ave con sguardo severo e di disapprovazione allo stesso tempo, aveva già capito che cosa voleva dire Cristal - Pericolo continuare ad uscire con me - disse Caleb per lei. - spero tu stia scherzando Cristal. Non mi aspettavo che proprio tu dicessi una cosa del genere. Sei sempre st a tu a dirmi di farmi nuovi amici, sei sempre stata tu quella che mi trascinava in tutte le situazioni, a non tirarsi mai indietro e ora? Poi ti vorrei anche ricordare di tutte le persone decisamente molto più pericolose di Caleb con cui sei uscita tu - - Non mi sono mai tirata indietro in altre situazioni, che riguardavano solo me. E le poche che riguardavano anche te non erano pericolose. Finché ci vado di mezzo io è un conto ma quando ci vai di mezzo tu, la tua salute, è un altro. Non permetto che nessuno ti faccia del male, nessuno, neanche a costo di morire - Ave rimase allibita. Non si aspettava che l'amica la pensasse così. Invece di correrle incontro e abbracciarla, Ave, rispose secca - Beh grazie dell'interessamento, ma è la mia vita e decido io. Non ho bisogno di un'altra persona che mi dica cosa fare e che mi controlli continuamente, per quello ho già mia mamma. Quindi se siete dalla mia parte restate e insieme decideremo che cosa fare sennò sapete dov'è la porta. Nessuno nella stanza si aspettava una risposta del genere, neanche Cristal, che sapeva sempre, già da prima che Ave aprisse bocca, che cosa avrebbe detto quest'ultima. Era scossa come nessuno l'aveva mai vista. Caleb e Cristal rimasero in silenzio e fissarla fino a quando Cristal parlò - non sono totalmente d'accordo con te ma sei la mia migliore amica, dove vai tu vado io. Sarò sempre dalla tua parte - e così dicendo si avvicinò ad Ave, la quale le fece un debole sorriso e poi insieme si girarono a guardare Caleb, aspettando impazienti una risposta da parte del ragazzo. Con noncuranza ( cioè come era suo solito fare, almeno da quando Ave lo aveva incontrato ) disse - Io ci sto. Potrebbe rivelarsi interessante. - Bene allora siamo d'accordo, arriveremo infondo a questa storia, insieme.
Ave era tranquillamente sdraiata sul divano con le cuffie nelle orecchie, come al solito, ad ascoltare musica. Sua mamma non era a casa. Da una settimana, Caitlin, stava sempre fuori, faceva turni più lunghi di lavoro e lasciava ad Ave il suo spazio, le dava fiducia. La ragazza era da sola a casa. Ascoltava una canzone dei Green Day " 21 Guns ", si stava per addormentare ma in quel momento le squillò il telefono. Ave sbuffò e si mise a sfere sul divano, con i piedi appoggiati a terra e poi si allungò in avanti per prendere il telefono. Era Caleb. Non aveva voglia di parlarci in quel momento, voleva starsene in pace, tranquilla a dormire o ascoltare musica e entrambe le cose. Così riappoggiò il telefono sul tavolino e si distese di nuovo per tentare di dormire, ma, dopo neanche trenta secondi, qualcuno bussò alla porta. Ave alzò gli occhi al cielo e disse a bassa voce - Ma una giornata tranquilla non si può avere!? - bussarono di nuovo, lei si tolse la coperta e, molto lentamente, si rimise a seder e si mise le pantofole. Bussarono ancora, questa volta con più insistenza e lei urlò - Arrivo, un attimo! Non c'è bisogno di agitarsi tanto! - si alzò e imboccò il corridoio. Arrivò davanti alla porta, l'aprì e davanti a lei c'era Caleb. La guardò un attimo e poi entrò diretto in casa. - Prego, entra pure - disse Ave in tono sarcastico subito dopo che Caleb aveva attraversato la porta. Lei si girò verso di lui e poi disse - Spero che tu abbia una valida motivazione per venirmi a disturbare, cercavo di dormire - - Perché non rispondi nè ai miei messaggi nè alle chiamate? - chiese il ragazzo. - No scusa quindi tu saresti venuto qui solamente perché non ti rispondo?! - chiese Ave arrabbiata. - Sono due giorni che ti scrivo e ti chiamo e tu non rispondi mai - - Beh sai com'è, sei un tantino assillante - - Ave smettila, qualcuno ti sta cercando e non sappiamo perché. Non puoi sparire così, non farti sentire per giorni. Ero preoccupato, pensavo ti fosse accaduto qualcosa - - Ah... quindi adesso saresti il mio babysitter? - - Devi capire che non è uno scherzo, devi stare attenta - - Ma io sono attenta! - sbottò lei - non c'è bisogno che mi controlli continuamente, posso benissimo cavarmela da sola - - No, non puoi. Non con questo tipo di cose - - Se tu magari mi dicessi che " cose " sono potrei anche darti ascolto ma, dato che insisti, con la storia " non posso dirtelo, non capiresti " allora faccio come mi pare - - Ave qui ci va di mezzo la tua sicurezza! - - Ma che t'importa della mia sicurezza!? Ci conosciamo da poco più di una settimana - - M'importa più di quanto pensi - - Comunque non sono in pericolo, ci sei tu che mi controlli continuamente, smette mia madre cominci tu. Tanti vale che trasferisci tutta la tua roba qui tanto sei sempre con me - - Lo sai che hai avuto una buona idea!? - disse Caleb - No, la mia era solo una battuta - ma Caleb era già uscito chiudendosi la porta alle spalle. Decise di mettersi sul divano, ma senza cercare di addormentarsi, aveva capito che quel giorno sarebbe stato impossibile. Dopo una ventina di minuti bussarono di nuovo alla porta. Era ancora Caleb con in mano un borsone. - E adesso che vuoi? - chiese Ave - Mi trasferisco qui, mi sembra ovvio - - Come ti sembra ovvio!? - - Guarda che sei stata tu a darmi l'idea. E in quel momento Ave pensò tra sè e sè " Ma perché non tengo mai la bocca chiusa!? " - Ma non puoi trasferirti da me! - - E perché no? - - Perché c'è mia madre... - - Con tua madre ci ho già parlato io - - Cosa!? Non le avrai mica detto di quello che è successo spero - - Ma secondo te sarei così idiota da dirglielo!? - - Beh ho ancora i miei dubbi... Comunque che cavolo le hai detto? - - No. Ti devi preoccupare di questo, è tutto risolto, ha detto che posso rimanere perché lei sarebbe dovuta partire per un po' di tempo e rimandava la partenza perché non voleva lasciarti sola - - E partire per dove scusa? - - Non me lo ha detto e io non gliel'ho chiesto, non sono affari miei, chiamala e chiediglielo. Ave ispirò esasperata e poi disse - Va bene, resta - - Grazie, ma sappi che sarei rimasto comunque, anche senza il tuo permesso, non ti lascio da sola - - Tanto fai sempre di testa tua - - Allora alla fine ci sei arrivata - disse Caleb facendo una ristata soffocata. - Smettila e vieni con me - disse in tono scherzoso Ave. Anche se faceva vedere il contrario era contenta che Caleb fosse con lei e di non rimanere da sola per chissà quanti giorni. Sun dal primo momento in cui l'aveva visto, si era sentita sicura accanto a lui e poi sarebbe stata un'occasione per conoscersi meglio. Forse se Caleb si fosse fidato abbastanza di lei le avrebbe dato le risposte che Ave cercava. Si fecero strada tra il corridoio che superava l'ingresso dal Salotto e poi arrivarono in camera della ragazza. - Stiamo ristrutturando la stanza degli ospiti, quindi dovremo dormire nella stessa stanza, tu dormi li okay? - disse lei indicando uno spazio sotto la finestra pieno di cuscini - È perfetto rispose lui. - Bene, io vado in cucina a farmi una tazza di caffè, dato che sembra che oggi non riuscirò a fare un pisolino. Nel frattempo tu sistemati. Il bagno è questo - disse Ave appoggiando la mano su una porta di legno bianca alla sinistra del letto - se hai bisogno chiamami. Tu vuoi qualcosa? - -Okay grazie mille. Comunque non rifiuterei di certo un buon caffè - - Bene, vado di la. Dopo ti do gli asciugamani e le coperte.
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Supernatural: La rivolta
FantasyTutti hanno un oscuro segreto, e molti di noi, non ne sono nemmeno a conoscenza. Molti di noi non hanno idea di cosa stia succedendo nelle nostre vite. Non sono consapevoli di chi realmente sono. È come se fossero ciechi dentro, come se non riusciss...