Tutti guardarono Ave e poi scoppiarono a ridere all'unisono, tutti tranne Mathew, Edric, Kate e Caleb. - Zitti! - disse Mathew e le risate si fermarono all'istante. - So perfettamente, Aveline, che tutto questo possa essere sconvolgente ma, questa, è una cosa seria e a noi non piace essere presi in giro - disse Mathew. Ave si guardò intorno. Davvero tutti pensavano che si stesse prendendo gioco di loro? - Anche per me è una cosa seria, non sto scherzando, non ho detto quei colori di proposito, ho visto la striscia cambiare, ve lo giuro! - - E noi come possiamo semplicemente crederti? - chiese Mathew. Ave non sapeva cosa dire, si guardò attorno in cerca di aiuto quando qualcuno parlò - La Bruciatura - suggerì Harmony e Caleb la guardò malissimo - NO! Non se ne parla - scattò - le farebbe male. Non c'è un altro modo? - continuò - Potremo provare con un incantesimo - propose Kate - No, non ci sono incantesimi per questo - disse Mathew. - Mi spiegate cos'è? - chiese Ave. Caleb iniziò a dire qualcosa ma lei lo interruppe - Non voglio sentire nulla da te - disse Ave senza neanche guardarlo in faccia. La tristezza e forse anche la disperazione si impossessarono del volto di Caleb che però decise di non dire nulla. - Ogni Sovranaturale ha qualcosa che lo brucia e la Bruciatura è il rituale che, solitamente, si usa per punire qualcuno. Tutto dipende da cosa ti brucia la pelle. L'edera brucia le fate, l'argento i lupi, l'acqua santa i vampiri e l'oro gli stregoni - disse Edric - Oh... - fu l'unica cosa che Ave disse. - Non vi sembra che ne abbia giá passate abbastanza negli ultimi due giorni?! - con sorpresa di tutti, era stata Kate a parlare. - No, Kate, lo voglio fare. Se questo è l'unico modo per capire che cosa sta succedendo nella mia vita e per farvi vedere che potete fidarvi, che non mento, allora lo farò, avrò qualche bruciatura ma prima o poi passerà - disse Ave. Era determinata a mettere insieme tutti i pezzi, a capire che cosa ci fosse in lei. - Cosa farai tu? - chiese qualcuno. Cristal. Ave si chiese da dove fosse comparsa. Caleb le spiegò tutto ancora prima che Ave potesse mettersi davanti all'amica - No no Ave, non si discute, tu non fai proprio nulla - disse Cristal - Basta! Smettetela di dirmi cosa devo e non devo fare. Cristal tu dovresti capirmi meglio di tutti. Sai i giorni, gli anni d'inferno che ho passato non capendo che cosa ci fosse di diverso in me, ora mi si presenta l'occasione di mettere un po' d'ordine nella mia vita, se ordine si può chiamare e tu vuoi che io l'abbandoni e basta? Vorrei che tu fossi con me e che mi stringessi la mano ma lo farò comunque, con o senza il tuo appoggio - disse Ave decisa. Cristal rimase zitta per un po' con gli occhi puntati su Ave - Hai ragione - non disse altro e le prese la mano. Ave si girò verso gli altri, non prima di aver sorriso a Cristal, e poi disse sicura di se - Andiamo? - Mathew annuì e fece strada. Non dovettero camminare molto. Entrarono in una grandissima stanza, con un soffitto altissimo, più alto degli altri. Era diviso in quattro parti, da quattro colori: giallo, rosso, verde e blu. Precisamente sotto ogni parte del soffitto c'era una piattaforma circolare, più rialzata rispetto al pavimento, con delle catene ai lati che, intuì Ave, servissero per tenere fermi i "prigionieri ". - Il primo elemento che proverai sarà l'argento - disse Mathew. Ave annuì lentamente - Dove mi devo mettere? - chiese - Edric, guidala tu - rispose. Edric la guidò fin sopra la piattaforma circolare e Cristal li raggiunse - Senza di me non lo fa - disse decisa a Mathew prima che lui potesse dirle qualcosa - Pronta? - chiese Edric ad Ave. Non rispose - Farà male? - chiese - Si - rispose lui - ma se non vuoi farlo, dillo ora, questa è la tua ultima possibilità - - No, lo farò - e fece un finto sorriso a Cristal. - Sono pronta - disse decisa senza riferirsi a nessuno in particolare, forse a se stessa. Mathew le diede la spalle e si sfilò l'anello dal dito. Ave non vide dove lo mise perché, Mathew, le coprì con il corpo, la visuale. Dopo pochi secondi ci fu una pioggia d'argento a cadere su di lei. Non urlò, strinse i denti e si buttò a terra per via del dolore, faceva male ma era sopportabile. Vide la faccia preoccupata di Cristal che le stringeva la mano ma che non disse nulla perché voleva essere forte per l'amica. Poi, Mathew, fermò sempre con l'anello, la pioggia d'argento ed Edric si avvicinò a lei. Non le chiese nulla e la sua espressione sul volto era sempre neutra ma le si mise davanti e guardò le parti del corpo non coperte dai vestiti, era piena di chiazze rosse. Si girò verso Mathew e poi disse - La brucia, ma non troppo, non come gli altri Merchis - lui annuì e poi fece cenno a qualcuno di avvicinarsi a lui. Disse qualcosa all'orecchio di quel qualcuno che sparì subito dopo dietro una porta per ricomparire pochi attimi dopo con in mano qualcosa. Fece dei passi per avvicinarsi ad Ave e superò Caleb che non aveva ancora aperto bocca e non mostrava alcuna emozione positiva. Il ragazzo venne fermato dopo poco da Kate - Faccio io - disse strappando di mano la scatola che il ragazzo aveva e mettendosi davanti ad Ave. Era una scatola di primo soccorso, solo diversa da quelle che Ave aveva visto prima, di plastica e con una croce rossa sopra. Questa era di legno e ferro battuto. Dentro di essa c 'erano quattro boccette, prese quella con il liquido ambra e la diede da bere ad Ave, la quale la prese in mano ma non l'aprì - È una pozione di guarigione per lupi mannari, guarisce le bruciature superficiali causate dall'argento - disse Kate. Ave la guardò un attimo, era difficile ammettere che stava per bere una pozione per lupi mannari perché questo significava che era un lupo mannaro. L'aprì e la bevve tutta. Vide le chiazze rosse svanire in poco tempo. - Andiamo avanti. - disse Ave ancora determinata - Sei sicura? - le chiese Caleb, ma lei lo ignorò e cambiò piattaforma. Si posizionò su quella accanto, sotto il soffitto rosso. Sospettò che fosse la parte destinata ai vampiri e aveva ragione. Si ripetè esattamente la stessa cosa che era successa sull'altra piattaforma, solo che, quando Edric disse a Mathew che anche l'acqua santa la bruciava, lui non riusciva a crederci e si mise lui personalmente a controllare le bruciature di Ave. Poi Kate arrivò sempre col kit del pronto soccorso e questa volta le diede una boccetta piena di liquido rosso. La bevve e le macchie svanirono ancora una volta. Senza dire niente si spostò sulla terza piattaforma ma prima di fare l'ultimo passo venne fermata. Si girò e disse - Lasciami Cristal - - Forse dovresti riposare un po' e poi riprendere dopo - disse lei preoccupata ma si zitti a penna vide lo sguardo dell'amica. Ave si girò nuovamente e vide, accanto alla piattaforma. Edric con un... Ghigno? No, doveva esserselo immaginato. Si posizionò sulla piattaforma e successe la stessa cosa sotto il soffitto verde, l'edera la bruciò e tutti erano ancora più sbalorditi, anche Edric trattenne per qualche secondo il respiro. Arrivarono sul l'ultima piattaforma con Cristal che teneva ancora la mano di Ave, non l 'aveva mai lasciata ed era più preoccupata che mai, pensava che fosse troppo d'affrontare in una volta sola, anche per Ave. Cadde una pioggia d'oro ma questa volta fu diverso ed Ave urlò, urli strazianti e poi si buttò a terra dal dolore. L'oro aveva procurato alcune piccole lacerazioni nella pelle che si stavano espandendo ogni secondo sempre di più - Fermalo! - urlò Edric con grandissima sorpresa di tutti.
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#spazioautrice
SCUSATE, SCUSATE, SCUSATE
mi dispiace davvero tantissimo per non aver pubblicato prima ma questa settimana ho avuto milioni di cose da fare e scusatemi anche se il capitolo è corto ma subito dopo di questo ci sarà la parte quarta quindi non potevo farlo andare avanti più di così.
Ah e vi volevo dire che quella nella foto di questo capitolo non è Ave, solo che la foto era perfetta quindi l'ho messa.
A presto <3
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Supernatural: La rivolta
FantasyTutti hanno un oscuro segreto, e molti di noi, non ne sono nemmeno a conoscenza. Molti di noi non hanno idea di cosa stia succedendo nelle nostre vite. Non sono consapevoli di chi realmente sono. È come se fossero ciechi dentro, come se non riusciss...