Capitolo 14

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Ave aprì gli occhi, lentamente. Era ancora nella stessa stanza di prima ma questa volta era un po' più illuminata, il che significava che la porta era più aperta di quanto fosse prima. Le faceva male la testa. E si ricordò, per la seconda volta, che a casa sua era svenuta e aveva battuto la testa. Si mise a sedere, faticosamente, ma almeno ci riuscì. - Ti sei svegliata! - disse qualcuno dal fondo della stanza - Dove sono? - chiese Ave ancora stordita - Sei all'Accademia - - Alla cosa? - - Immagino che il tuo amico non ti abbia detto nulla - - Parli di Caleb? - - Si lui. A proposito è appropriato chiamarlo amico? - - In che senso? - chiese Ave confusa - Ho visto come ti guarda, siete solo amici? - - Certo che siamo solo amici! - - Beh, credo che allora dovrai dirlo a lui perché non sembra esserne consapevole. - Aspetta, ma tu come fai ad aver visto come mi guarda, non ci siamo mai incontrati - - Hai presente che qualcuno ti ha portata qui? - - Ah... - - Comunque mi sono già presentata prima ma presumo che non ti ricordi molto - - Si, in effetti non ricordo quasi nulla - - Okay, io sono Kate Hill. Cosa ti ricordi? - - Mi avete detto che non mi avreste fatto del male. Ma... Ma non sei stata tu a dirmelo è... è stato qualcun altro, ma non ricordo chi - - Si, c'era un'altra persona. Si presenterà a tempo debito. Ora devi prepararti. Abbiamo parecchie cose di cui parlare - disse Kate - lì c'è il bagno, i vestiti e il resto dell'occorrente sono sul letto. Hai dieci minuti, mi troverai esattamente qui quando avrai finito. Ave la guardò un attimo e, nella penombra, notò che aveva i capelli biondi, lunghi e degli occhi azzurri che luccicavano nel buio. Distolse lo sguardo e andò in bagno. Era molto grande, con una vasca da bagno enorme. Aveva proprio voglia di farsi un bagno caldo e ascoltare un po' di musica per calmarsi ma Kate le era sembrata il tipo di ragazza a cui pochi disubbidiscono a meno che non vogliano finire male. Si risistemò in meno di dieci minuti e uscì dal bagno - Già fatto? - le chiese Kate - Pensavo che sarei dovuta venire e trascinanti fuori - - Non mi sembrava il caso di stare a prepararmi. Sai com'è, sono stata rapita e trascinata in questo posto. Il trucco, i capelli e i vestiti non sono proprio la mia preoccupazione maggiore - disse sarcastica Ave. - Sei pronta? - - Pronta per cosa? - rispose Ave con un'altra domanda - Pronta per conoscere un po' di gente. E così dicendo, Kate, si avviò verso la porta e la spalancò. La stanza venne inondata di luce e, per la prima volta, Ave, riuscì a vederla tutta. Non era grandissima. C'era un letto singolo più spostato verso destra ma non contro la parete, un tappeto persiano che ricopriva tutto il pavimento, una poltrona, sulla quale, probabilmente, Kate si era seduta aspettando che Ave si svegliasse e uscisse dal bagno. Non c'erano finestre o comodini o lampade o altro. Era una delle stanze più semplici che Ave avesse mai visto in vita sua. Seguì Kate fuori dalla porta e si ritrovò in un corridoio lunghissimo con un tappeto altrettanto lungo, anch'esso persiano e con sopra disegnata una linea che sembrava fluttuare. - Dove stiamo andando? - chiese Ave alla ragazza - Nella Sala comune - quella risposta non chiarì nulla. Ave ancora non sapeva dove fosse, non sapeva come stesse Caleb e se gli fosse successo qualcosa. Era con la ragazza che l'aveva rapita ma che poi le aveva detto che non le avrebbe fatto del male. Ma come poteva fidarsi? Non aveva altra scelta. Doveva farlo e basta e sperare che tutto andasse bene e che, sul serio, nessuno le avrebbe fatto del male, non aveva altra scelta. Camminarono per uno o due minuti, nei quali Ave, aveva perso ogni speranza di arrivare da qualche parte. Pensò che quel posto, l'Accademia o qualunque fosse il suo nome, dovesse essere immenso. Kate fece comparire una porta e l'aprì con lo stesso identico anello che aveva Caleb e che le avevano messo anche a lei. Entrarono. La Sala comune era anch'essa immensa. Stranamente non c'erano tappeti. Il pavimento era fatto di parquet, c'erano molti divani e tavolini. Sopra ognuno di essi c'era almeno una dozzina di libri vari. C'erano televisori e impianti stereo con accanto non si sa quanti CD. - Aveline, mi stai ascoltando? - chiese Kate - Chiamami solo Ave, non mi è mai piaciuto Aveline - - Okay - - Comunque, cosa dicevi? - - Nulla d'importante, volevo solo dirti che ora incontrerai un bel po' di gente e parleranno di cose...uhm diciamo... strane di cui tu non capirai nulla. Non farci caso. Ti spiegheremo tutto quello che devi sapere dopo - Va bene - acconsentì Ave ed andarono verso il centro della stanza. La stanza era suddivisa in tante salettine. In ogni salettina c'erano dei gruppi di persone ed Ave e Kate si diressero verso il gruppo meno numeroso della stanza. Vederli tutti insieme le ricordò i ritrovi con i suoi amici. Le mancavano. Da quando aveva incontrato Caleb aveva visto solamente Cristal. Il gruppo era composto da non più di dieci persone e nessuno superava i ventidue anni. - Allora di che parlate? - chiese Kate - Finalmente! Ce ne hai messo di... - appena il ragazzo si accorse di Ave si bloccò - Katerine! Perché hai portato una di loro nella Sala comune? - chiese sempre lo stesso ragazzo - Lei non è una di loro - disse Kate - Una di loro chi? - chiese Ave e quindi si girarono tutti a guardarla - Un'umana - Ave non poteva crederci, cos'altro sarebbe potuta essere se non umana? - Certo che sono umana! - sbottò lei - E tu come ti permetti di parlare!? - disse una ragazza in tono severo - Harmony! Non ti rivolgere a lei così! - disse Kate - Okay Smettetela tutti! - disse quello che ad Ave sembrava il più " vecchio " di tutti - Portiamola in corridoio e vediamo di che colore è per lei la Striscia - - Si, buona idea - disse qualcun altro - Cosa sarebbe la striscia? - chiese Ave a Kate a bassa voce - È quella scia sul tappeto del corridoio - rispose un ragazzo al posto suo. Ave lo guardò e lui fece altrettanto. In quel momento si ricordò tutto come in un flash: tutto quello che era successo quando si era svegliata all'Accademia per la prima volta. Gli occhi nel buio, la seconda caduta, le braccia che la sostenevano... Il ragazzo allungò una mano verso Ave per presentarsi e cominciò a dire - Io sono... - - Edric Ross - finì Ave la frase per lui - Ora mi ricordo - - Si sono io - disse il ragazzo - Bene, finiamo dopo con le presentazioni. Ora andiamo - li interruppe Kate. E il gruppo si avviò verso l'uscita della Sala comune. Si riversarono tutti nel corridoio, si spostarono dall'altra parte del tappeto e formarono un semicerchio. Tutti tranne Kate, Edric e il ragazzo che aveva dato l'idea ed Ave. Avevano tutti gli occhi puntati su Ave. Il ragazzo fu il primo a parlare - Togliti l'anello - le ordinò. Lo fece e lo posò sulla mano di lui. - Bene, ora dimmi vedi la scia sul tappeto? - chiese - Si, si la vedo - rispose Ave - E di che colore la vedi? - - È...

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#spazioautrice
Salve a tutti
Scusate se ieri non sono riuscita a postare nulla, mi sono persa tra le litigate tra Harry e Tessa in After
Oggi credo che riuscirò a postare solo questo capitolo ma non ne sono sicura.
Grazie per le visualizzazione, i commenti e i like.
A presto <3

Supernatural: La rivoltaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora