Capitolo 4

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« Scusa, scusa » ripeto a James mentre sono tra le sue braccia, ma lui non risponde. D'altro canto, cosa dovrebbe dire?

Cerco di ricacciare indietro le lacrime, ma è impossibile. Ormai sono fuoriuscite e non hanno intenzione di fermarsi presto. Un po' come una diga di un fiume: destinata a crollare, e quando ciò accade non hai il tempo di ripararla, l'acqua scorre troppo forte e distruggerà anche ciò che è rimasto intatto.

Non avrei dovuto bere stasera, la verità è che non dovrei toccare nemmeno un goccio d'alcool per un po', so quanto fa aumentare la mia sensibilità. Può farti stare meglio, farti ridere e aiutarti a dimenticare i problemi, ma basta un secondo, un attimo per farti spezzare.

« Non è successo niente » dice dopo un po' il mio amico, titubante e chiaramente imbarazzato.

Mi fa scansare da lui, ma cerco di non guardarlo in viso poiché non voglio che veda i miei occhi, mi farebbero risultare ancora più debole.

« Non avrei dovuto » si schiarisce la gola: « Non mi sono mai fatto avanti perché ce n'era sempre una, sentirti parlare di Cameron oggi mi ha fatto infuriare ed ho reagito d'istinto »

« James non mi sembra il caso » cerco di fermarlo. Non mi va davvero di parlare di lui, c'è già la mia mente impegnata con i suoi ricordi.

« No, fammi finire » mi blocca deciso. « Non ho mai avuto le palle per farmi avanti con te nonostante tu avessi capito cosa provassi, ma sapere cosa è successo tra te e quel coglione mi fa andare in bestia. Non è possibile che tu possa preferire lui a me »

Prende qualche secondo di pausa mentre con le dita mi obbliga ad alzare il viso e guardarlo. Io preferisco distogliere lo sguardo e guardare la parete alle sue spalle. È già abbastanza umiliante che lui mi veda così, non riuscirei a sostenere un contatto visivo.

« Guarda cosa ti ha fatto » sussurra. « Non mi sarei mai permesso di trattarti così »

So che ha ragione, ne sono convinta. Cameron mi ha trattata male, ma odio sentire qualcuno parlare male di lui, è più forte di me. Specialmente perché so che James lo fa per motivi futili, quali il loro passato e la sua cotta per me; lui non sa cos'è accaduto realmente.

« Non dovresti paragonarti a lui, non capisco perché dovete sempre trovare un motivo per mettervi contro » sbuffo, non è la prima volta che accade.

« Non è un modo per sfidarlo, è semplicemente la verità » insiste.

« Invece è esattamente quello! » sbotto. Non ne posso più.

Ho troppi sentimenti dentro di me che vogliono fuoriuscire ma io cerco di soffocarli talmente tanto che ad un certo punto esplodo, nascondo tutto con la rabbia, ancora e ancora.

« Lo so che Cameron mi ha trattata male, pensi che sia così ingenua? » alzo la voce guardandolo finalmente negli occhi –ed i miei sono sicura non siano tristi come prima. « Tu me lo ricordi solo perché vuoi apparire migliore di lui, migliore di qualsiasi ragazzo abbia provato a starmi accanto »

« Samantha... » prova a interrompermi, ma lo stoppo subito. È il mio turno di parlare.

« Tu non sai un sacco di cose, dico davvero » sospiro. « Penso che per lui sia stato un gioco, ma allo stesso tempo non riesco a crederci perché era vero. Quando era con me Cameron era un'altra persona. Sapeva aiutarmi, strapparmi un sorriso con semplici cose, piccole attenzioni che aveva imparato a darmi. So che è banale, ma è così. » non so perché gli sto dicendo questo.

« Non me ne frega un cazzo di come stavi quando eri con lui, Samantha! Il risultato è comunque questo: farti stare male! » si agita.

« Ed hai ragione, ma tu non puoi comportarti così! Non puoi giudicare quello che c'è stato tra di noi se ne conosci solo una piccola parte. E specialmente non puoi giudicare me ed i miei sentimenti! Pensi che io sia felice di stare così? » dovrei smetterla di dar voce ai miei pensieri, certe cose sarebbe meglio non dirle.

Bleeding love - Due cuori divisiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora