Capitolo 13

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Mi sveglio il giorno seguente non sapendo bene che ore siano. La prima cosa che percepisco è un forte mal di testa, come se ci fossero tanti chiodi a circondare la mia fronte. Mi rigiro nel letto portandomi le coperte fino al mento, proteggendomi dal freddo mattutino.

Con tutta la confusione della notte passata, non mi sono nemmeno fermata ad osservare la stanza nella quale mi trovo. È una camera da letto molto semplice e neutra, le pareti sono bianche con qualche quadro appeso e delle chiazze grigiastre negli angoli del soffitto, un grande lampadario pende dal centro di esso. I mobili e la piccola scrivania sono di legno, marroni come le coperte del letto. C'è una piccola finestra situata sulla parete dove poggia la tastiera del letto. È semplice ma accogliente, perfettamente adatta al posto nel quale si trova.

Tutti i momenti di ieri passano veloci nella mia mente come un flash. La discussione con Cameron, il bacio di cui mi sono pentita fin da subito, tutte le spiegazioni che mi ha dato sul suo comportamento. Quella sincerità che gli balenava tra gli occhi e la stessa intensità del mio non riuscirsi a fidare a causa della paura che tutte quelle parole non fossero vere, come invece sembravano.

Afferro il mio cellulare quasi completamente scarico per controllare l'orario: sono le undici passate. Trovo solo qualche messaggio sul gruppo del compleanno di Chase, sono già state inviate parecchie foto della sera passata. Mi basta osservarle per recuperare un po' di allegria. Io, Chase e Cloe assieme, tutti noi che ridiamo durante il taglio della torta, una foto con Jessica, Tracy e Cloe, un'altra con i miei migliori amici e Cameron.

Piccoli momenti di serenità che hanno il potere di farmi ricordare quanto basti poco per essere felice. Basta il calore di un abbraccio, la vista di un sorriso sincero, del tempo passato assieme.

Persa nello scorrere le foto, sento delle voci aldilà della porta che mi fanno ritornare alla realtà.

« Sta ancora dormendo? » è la voce di Chase.

« Credo di sì » come non poter riconoscere la voce graffiante di Cameron? « Le porto il brunch e poi la lascio riposare finché non si sveglia »

« Perché stai facendo tutto questo? » il mio migliore amico stamattina è in vena di porre domande.

« Tu più di tutti sai quanto tengo a lei, non sto facendo nulla di che » risponde semplicemente e, anche senza vederlo, riesco a immaginare la fossetta sulla sua guancia destra comparire.

« Lo so, intendo perché proprio ora? »

« Ma ti sembrano domande da fare? » lo sento ridacchiare. « Ho sbagliato a non esserci quando avrei dovuto, non voglio continuare a farlo »

« Ti piace davvero? » domanda Chase con fare protettivo e curioso.

« Sì, solo che è difficile con lei » ammette il moro, sospirando: « Non dovrebbe essere così difficile, ma lo è sempre stato »

« Non fermarti solo perché qualcosa sembra difficile » afferma il mio amico. « Lo dico per te, ma anche per lei. Avevate quella scintilla in più quando tutto andava bene »

Accenno un sorriso nel sentire quest'ultima frase, dopodiché appoggio nuovamente il telefono sulla piccola mensola accanto al letto ed aspetto che Cameron entri da quella porta. Quando accade, le sue labbra si piegano leggermente verso l'alto vedendomi sveglia.

« Beh buongiorno, come ti senti? » chiede tirando un calcio alla porta per chiuderla.

« Bene, credo » rispondo semplicemente, osservando ogni sua mossa.

« Sono uscito per fare colazione ed ho pensato di portarti qualcosa da mangiare, devi recuperare le forze » si siede accanto a me ed appoggia il sacchetto sul letto, attento a non farlo rovesciare.

Bleeding love - Due cuori divisiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora