Cloe è stata con me fino all'istante nel quale io e Cameron non siamo partiti per l'aeroporto.
Inutile dire che ho passato tutto il tragitto a guardare fuori dal finestrino, senza spiaccicare parola, mentre Cameron mi accarezzava la coscia per cercare, nel suo piccolo, di darmi conforto. Sono fortunata ad averlo.
Arrivati in aeroporto ci sbrighiamo a fare il check-in, il quale dura un'eternità. L'aereo è in ritardo di qualche minuto.
« Vieni da me se hai bisogno » afferma Cameron lasciandomi un bacio tra i capelli, prima di raggiungere il suo sedile. Io annuisco semplicemente, continuando a guardare davanti a me.
Avendo prenotato i biglietti all'ultimo non siamo riusciti a trovare due posti vicini. Lui è preoccupato a lasciarmi sola, non vorrebbe farlo, ma sarà per poco tempo.
Invio un messaggio a Thomas prima di inserire la modalità aereo e far partire una delle tante playlist salvate su Spotify.
Mi devo sforzare a non piangere di nuovo, ma per fortuna riesco a trattenermi nonostante il mio viso rispecchi a pieno i miei sentimenti. Nessuno vorrebbe una ragazza che continua a piangere come compagna di viaggio.
Durante il volo Cameron si alza più volte per venire a controllarmi e si becca più di una volta dei richiami da parte delle hostess. Può alzarsi, ma non può continuare a stare in piedi in mezzo al passaggio perché lo blocca.
« Cameron, tranquillo. Tra poco saremo arrivati, vai pure al tuo sedile » lo rassicuro stringendogli la mano.
Una volta atterrati prendiamo un pulmino che ci porta fuori dalla pista di atterraggio. Scrivo un altro messaggio a Thomas per avvisarlo che siamo qui, nonostante lui mi abbia già scritto di essere arrivato.
Appena lo vedo mi si ferma il cuore. Quei ricci ribelli e biondi, i suoi vestiti sempre scuri, un piccolo sorriso comprensivo che mi rivolge da lontano.
Affretto il passo per raggiungerlo e mi catapulto tra le sue braccia, alzandomi in punta di piedi e stringendolo come mai avrei creduto di fare. Solo lui sa quanto ho fatto per mia nonna, quanto altro avrei fatto per evitare tutto ciò.
Scoppio nell'ennesimo pianto di queste giornate quando mi stringe più forte, affondando il suo viso tra i miei capelli.
« Lo so, Sam » mi sussurra, non lasciandomi andare.
Mi perdo tra le sue forti braccia e le sue carezze, tra il profumo del quale mi ero dimenticata, cullata dalla sua voce che non fa altro che ripetermi quanto gli dispiace.
Thomas mi scansa da lui per guardarmi il viso, chiudo gli occhi non appena le sue mani si posizionano sulle mie guance. Dopo poco saluta Cameron con un sorriso.
« Grazie per ospitare anche me » dice il mio ragazzo stringendogli una mano.
« Non c'è nessun problema, immaginavo che saresti voluto venire » afferma incamminandosi verso l'uscita. « A settembre ti avevo detto che mi sembrava il ragazzo giusto per te »
« Thomas » lo richiamo con un sorriso mentre Cameron ridacchia e mi poggia un braccio sulle spalle.
Arriviamo alla macchina, una Chevrolet Cruze nera, diversa da quella che mi ricordavo. È una bella macchina ma molto rovinata, chissà quante ne avrà cambiate in questi anni.
Mi siedo nel posto del passeggero accanto a lui mentre Cameron si siede dietro. Appoggio la testa al finestrino e chiudo gli occhi senza dire una parola. Non ho voglia di vedere questa città, sono appena arrivata e già sento il bisogno di andarmene via; vedere i paesaggi, le strade dalle quali una volta passavo tutti i giorni, la mia scuola, i locali -specialmente quelli di Dave- non mi fa bene.
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Bleeding love - Due cuori divisi
Chick-LitSECONDO CAPITOLO DI BLEEDING LOVE - È difficile trovare una spiegazione del perché qualcosa si è rotto, si arriva ad un punto tale che la tua testa dice basta e ti imponi di fregartene, andare avanti, per il tuo bene. Vero Sam? Non vuoi sapere più n...