Capitolo 12

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« Guarda che ho visto che hai sorriso » mi prende in giro Cameron.

« Non ho sorriso » mento puntando i miei occhi nei suoi.

« Qualcosa di buono allora lo so ancora fare » afferma non credendomi minimamente. « Sono felice che tu sia allegra »

« Almeno ora sai che la terra non gira intorno a te » mi posiziono davanti a lui, allungandomi più vicino, inconsciamente.

« Tu dici? » la sua lingua cattura la mia attenzione mentre si inumidisce le labbra. « Come mai sei ancora qui con me, allora? » le sue mani si appoggiano sui miei fianchi, strattonandomi vicino a lui: « Perché non mi allontani, non mi cacci via? » sussurra.

« Cameron... » mugolo in senso di disapprovazione: « Tu pensi ancora di avere potere su di me? » domando retorica.

Sento la sua presa allentarsi sui miei fianchi, le sue mani stropicciare leggermente la stoffa del mio vestito.

« Lasciami andare, Cameron »

« Perché dovrei? » esclama ribaltando la situazione, schiacciando la mia schiena contro l'armadio accanto a noi. « Io non ce la faccio più a stare senza di te »

« Tu ce la fai benissimo, invece » ridacchio nervosamente, guardando ovunque tranne che il suo viso.

« Se vuoi, puoi dire che sono bravo a fingere » ridacchia per poi tornare serio. « Io vorrei dirti tutto, stare con te »

« E perché solo ora? » domando mordicchiandomi il labbro inferiore dal nervosismo.

« Perché mi manchi troppo, è diventato un peso troppo grande »

Porta una mano sulla mia guancia e la accarezza dolcemente. Al minimo contatto, sposto il viso come se mi avesse fatto male, la sua pelle risulta ruvida, dolorosa sulla mia. Lo spintono leggermente ma lui non molla, resta lì, attaccato a me.

« No, lo stai facendo perché sei ubriaco e domani sarà tutto finito, come sempre » sbotto. « Cameron devi lasciarmi stare, io non ce la faccio ad andare avanti così »

« Cosa non riesci a fare? »

« A far finta di poterti resistere, di stare bene senza di te! » alzo la voce mentre sento i miei buoni propositi scivolare lentamente.

« Allora non ci pensare, per una volta » le sue labbra si posano sulla mia tempia, fino a scendere verso il mio lobo, percorrendo tutta la mascella, lentamente.

Ed io lo sento quel suono, quello stridere di unghie che scivolano giù da uno specchio, come la mia maschera cade pian piano, ma senza fare rumore, senza attirare attenzioni.

L'ho creata io questa corazza di arroganza e menefreghismo, questo velo gelido. L'ho fatto solo per tentare di proteggere quella sensibilità e instabilità che provo costantemente. Quante volte ripeto di essere finalmente felice con i miei amici, solo perché infondo ho una paura tremenda che tutto possa cambiare da un giorno all'altro, come già è successo? La verità è che ci vuole meno di quanto sembra per farmi crollare.

Quest'insicurezza è inevitabilmente molto più accentuata con Cameron. Solo lui sa farmi dimenticare di tutta la rabbia e il dolore represso, sa guardarmi l'anima. In lui ho visto qualcosa di diverso, qualcosa di così simile a me. Solo con lui le emozioni che provo sono diecimila volte più forti. Diecimilavolte più felice, ma anche diecimilavolte più arrabbiata, confusa... ferita.

Diecimilavolte più impotente. Mi basta guardarlo, quegli occhi così penetranti da sapermi leggere in un solo secondo, quello sguardo così duro, ma dolce allo stesso tempo.

Bleeding love - Due cuori divisiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora