Cameron si passa una mano tra i capelli, strattonandoli leggermente verso l'alto, uno dei pochi gesti che mi fa capire quanto sia agitato in questo momento. Lo conosco bene, ormai.
Onestamente non sembra convinto nemmeno lui di volermi dire tutto, ma è stato lui a proporsi quindi mi limito ad aspettare che sia pronto.
« Premetto che anni fa avevo una testa completamente diversa, non ero maturo ma volevo credermi tale e commettevo scelte perennemente sbagliate. Anche se tuttora le mie scelte sono discutibili... » ironizza e mi viene quasi da accennare un sorriso.
« Fin dal primo anno di liceo ho iniziato ad entrare in un gruppo di ragazzi più grandi di me. Mi facevano sentire superiore e speciale: ero il più piccolo tra di loro, ma mi trattavano da grande » dice tutto d'un fiato, quasi come se avesse ripetuto questi pensieri più e più volte durante gli anni. « Quello che facevamo però non ci caratterizzava come uomini maturi, eravamo delle merde, non trovo altre parole per descriverci »
« All'inizio non facevo nulla di che, stavo con loro, andavamo assieme alle feste, mi divertivo a sentirli scommettere e mi facevo qualche risata quando raccontavano di come fossero andate le cose » spiega senza mai posare lo sguardo su di me, ma io lo osservo attentamente, studio ogni sua singola espressione per capire qualcosa in più su questo ragazzo.
« Al secondo anno ho iniziato ad uscire assieme a questa Ashley e ci siamo messi assieme. Io mi credevo innamorato, era l'amore che conoscevo in quel momento, ma amare una persona è ben altro... » i suoi occhi si incastrano nei miei per qualche secondo, il tempo necessario per farmi scorgere una scintilla tra le sue iridi.
Mi si mozza il fiato per qualche secondo, quello sguardo mi ha tolto l'aria dai polmoni.
« Andava bene tra di noi, ero felice e lei anche. Un giorno, non so nemmeno io bene come, ho iniziato a partecipare in primo luogo a queste scommesse. I ragazzi mi spronavano e mi facevano sentire potente ed accettato, ero ancora un ragazzino al quale serviva l'accettazione degli amici, quindi non mi sono tirato indietro »
« La maggior parte delle volte scommettevo con James su chi riuscisse a portarsi a letto per primo una ragazza. A volte vinceva lui, altre io. Io facevo un gioco pulito, mentre lui, più di una volta, facilitava le cose con l'alcol o droghe varie » si volta verso di me e, vedendo il mio viso sconvolto, precisa: « Per quanto odi James non lo farei mai passare per uno stupratore. Le ragazze erano sempre abbastanza coscienti per decidere, hanno provato a dirgli di no anche in quegli stati, erano solo più allegre. E lui non ha mai insistito che qualcuna di loro bevesse o si facesse di qualcosa, proponeva e basta »
Mi rilasso immediatamente, non è comunque una bella cosa usare delle ragazze apparentemente ingenue solo per vincere delle scommesse e per il sesso, ma il fatto delle droghe iniziava a preoccuparmi; stavo davvero iniziando a pensare che James le violentasse.
« Ma Ashley? » azzardo a chiedere. Non so se sia un bene interromperlo proprio ora, ma voglio capire bene le cose ora che ne ho l'occasione.
« Stavamo ancora assieme e lei era all'oscuro di tutto, non l'ha mai saputo anche se giravano delle voci, lei si fidava di me. James ha esagerato prima, non è che le facevo un regalo ogni volta che vincevo una scommessa, ma è ovvio che usavo quei soldi, quali altrimenti? » domanda come se fosse ovvio.
« Non cambia il fatto che tu sia stato un bastardo » sussurro, sono sicura che lo sappia ma sta raccontando il tutto in modo così superficiale da farmi venire i brividi.
« Lo so, sto solo cercando di essere il più sincero possibile con te. Ho paura dell'opinione che ti farai di me dopo oggi » ammette.
Non dovrei dirlo, lo so bene, ma è più forte di me. Appoggio una mano sulla sua spalla, i suoi occhi si incrociano con i miei. « Non posso negarti di essere un po' scossa, non me lo aspettavo, ma sono cose del passato e quello che penso di te non cambierà »
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Bleeding love - Due cuori divisi
ChickLitSECONDO CAPITOLO DI BLEEDING LOVE - È difficile trovare una spiegazione del perché qualcosa si è rotto, si arriva ad un punto tale che la tua testa dice basta e ti imponi di fregartene, andare avanti, per il tuo bene. Vero Sam? Non vuoi sapere più n...