Il mondo attorno a me si blocca. Le uniche cose presenti nella mia mente sono i ricordi con mia nonna che passano veloci come un flash, davanti ai miei occhi.
Non è possibile.
Non sento mia nonna tutti i giorni, ma ci chiamiamo almeno una volta a settimana e fino a pochi giorni fa stava bene. Lei mi avrebbe avvertita se ci fosse stato qualche problema. Lo avrebbe fatto, vero?
Nonna Genesis era l'unica colonna ancora in piedi della mia famiglia, l'unica che sentivo e l'unica a credere sempre in me.
« Sam? » Thomas richiama la mia attenzione dall'altro capo del telefono.
« Non è possibile, Thomas » insisto: « Non... non ha senso. Stava bene »
« Mi spiace non poterti spiegare bene le cose, ho provato ad informarmi ma non mi hanno detto tutto. So solo che è stata una morte cardiaca improvvisa, probabilmente è dovuta alla sua malattia, lo sai bene come funziona... »
« Lo so, certo che lo so, ma non era ancora così grave » la mia mente non fa altro che voler negare l'evidenza. « Insomma, era peggiorata ma era ancora stabile »
Chase mi guarda confuso, mentre Cameron al mio fianco sembra aver capito tutto, forse perché è riuscito a percepire qualche parola di Thomas. Mi accarezza la coscia con una mano mentre resta appoggiato al mio ventre.
« Mi dispiace tanto, davvero. Non sapevo se i tuoi genitori ti avessero avvisato ma ero sicuro che avresti voluto essere presente al suo funerale. È tra due giorni »
« Ti richiamo tra poco » chiudo la chiamata senza aspettare una risposta, ho bisogno di aria.
Mi alzo dal letto scansandomi da Cameron, afferro il mio pacchetto di sigarette ed esco dalla camera senza spiaccicare parola, mentre la voce del mio migliore amico mi richiama.
Sbatto la porta sentendo la rabbia crescere dentro di me.
Il mondo è sempre stato ingiusto con i più buoni, lei non meritava di andarsene. Non era ancora pronta, io non sono ancora pronta.
Esco dalla porta antincendio più vicina, ma nonostante l'aria aperta mi sento soffocare. Sento gli occhi pizzicare ed in pochi secondi il mio viso si bagna di lacrime. Mi lascio cadere sul primo scalino, aggrappandomi a fatica al corrimano.
Il mio respiro è irregolare, non riesco a respirare, a pensare, a fare niente. La mia mente è in una confusione mai provata prima.
Estraggo una sigaretta dal pacchetto e la accendo con mani tremanti mentre si bagna leggermente delle mie lacrime.
Mi porto una mano al petto, mi piego in due. Inspiro ed espiro il fumo sperando di calmarmi, di rilassarmi e di riuscire a pensare al daffare.
Tiro un calcio alla ringhiera, sentendo tremare tutte le scale di metallo e la mia rabbia fuoriuscire, scatenarsi. Ne tiro un altro e un altro ancora mentre stringo gli occhi dai quali continuano ad uscire lacrime amare.
Non mi accorgo di quello che succede attorno a me, non percepisco nemmeno la porta alle mie spalle aprirsi, sento solo la voce di Cameron: « Sam, Sam! »
In pochi secondi raggiunge lo scalino sotto di me e si accovaccia per guardarmi in viso mentre Chase appoggia le sue mani sulle mie spalle, accarezzandomi.
Il moro mi blocca le gambe, le quali continuano a scalciare prepotentemente contro la ringhiera: « Ehy, respira, ci siamo qua noi »
Lancio il mozzicone della sigaretta il più lontano possibile e ne accendo subito un'altra non sapendo come placare questo dolore opprimente che mi stringe il cuore.
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Bleeding love - Due cuori divisi
ChickLitSECONDO CAPITOLO DI BLEEDING LOVE - È difficile trovare una spiegazione del perché qualcosa si è rotto, si arriva ad un punto tale che la tua testa dice basta e ti imponi di fregartene, andare avanti, per il tuo bene. Vero Sam? Non vuoi sapere più n...