La sveglia della mattina mi fa fischiare le orecchie e svegliare in malo modo, ma mi sforzo ad abbandonare il caldo delle coperte per evitare di fare ritardo.
Quando metto piede in cucina noto che non c'è nessuna traccia di James, probabilmente oggi non si è ancora svegliato. Ogni mio dubbio viene chiarito quando leggo un suo messaggio sul telefono dove mi spiega che è uscito presto per andare a correre.
Mi riscaldo iniziando la giornata con una tazza stracolma di caffè bollente, è ciò che mi serve per svegliarmi completamente, in più l'odore del caffè mi mette di buonumore.
Decido di lasciar perdere il trucco e vestirmi velocemente per avviarmi subito alla Columbia, l'ultima cosa che deve succedere oggi è quella di rimanere bloccata nel traffico di New York.
Durante il tragitto, per fortuna o sfortuna, la mia mente non è concentrata sull'esame che darò tra meno di un'ora, il che mi evita di farmi prendere dalla leggera ansia sempre presente. Sono concentrata su qualcosa di ben diverso: Jessica.
Mi sembra di vivere in un loop continuo dove i miei pensieri ricadono sempre sulle stesse cose e non faccio altro che ripetermi tutti i miei dubbi all'infinito. Come dovrei approcciare e iniziare il discorso? Come potrebbe reagire? Mi darà almeno la possibilità di confrontarmi con lei o deciderà di ignorarmi come stiamo già facendo?
Dubbi che dovranno aspettare qualche ora per delle risposte.
Il tragitto passa velocemente, così come la mia attesa per l'ora fatidica dell'esame. Prima delle dieci incontro Cloe per qualche minuto e ci fermiamo a fare due chiacchiere mentre lei si sbriga a raggiungere l'aula per la sua lezione, e questo mi aiuta a far passare il tempo.
Dopo l'esame mi sembra di tornare a respirare e di lasciar andare l'ansia che era salita piano piano, ma mi ci vuole poco per riaccumularla ed a farlo accadere è proprio Jessica, la quale si trova seduta con Matt in mensa dopo aver terminato le sue lezioni.
Mi avvicino a loro e non perdo nemmeno tempo a sedermi, se lo facessi, so che non troverei il coraggio per rialzarmi.
« Ciao ragazzi » saluto entrambi stando in piedi accanto al tavolo. « Jessy, se non hai altro da fare, potremmo parlare un attimo? Ci sono cose in sospeso che vorrei chiarire... »
Dopo istanti di silenzio che la mia amica passa a fissarmi, ottengo finalmente una risposta positiva e mi propone di andare in camera in modo da stare al caldo ed avere privacy. La seguo in quei corridoi che non attraversavo da un po', in silenzio e dubbiosa su ciò che mi spetta.
« So che non è passato poi così tanto tempo, ma onestamente a me sembrano passati anni e non ce la facevo più ad aspettare » non so nemmeno come incominciare una frase.
« Tranquilla, va un po' meglio rispetto ai primi giorni » afferma mentre si chiude la porta alle spalle. « Non ci sono rimasta male per Cameron, anche se avrei dovuto, ma il fatto di non provare più nulla per lui mi ha spinta a concentrarmi solo su di te. Ci sono rimasta male Sam, e dire così è riduttivo »
« Posso solo immaginare » dico a bassa voce mentre mi siedo sul mio letto.
« Solo non capisco perché tu l'abbia fatto, non ci riesco »
Ed è proprio questa la domanda che mi aspettavo, che sapevo sarebbe saltata fuori prima o poi. Ci ho pensato e riflettuto, ho scavato a fondo dentro di me per cercare una risposta, ma non l'ho trovata. Non so perché quella sera io lo abbia baciato, so che ero spinta dall'alcool, ma ci doveva essere dell'altro, altrimenti non avrei ricommesso quell'errore.
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Bleeding love - Due cuori divisi
ChickLitSECONDO CAPITOLO DI BLEEDING LOVE - È difficile trovare una spiegazione del perché qualcosa si è rotto, si arriva ad un punto tale che la tua testa dice basta e ti imponi di fregartene, andare avanti, per il tuo bene. Vero Sam? Non vuoi sapere più n...