Mi prendo qualche istante per imprimermi in testa questo momento di pace, serenità.
Osservo il viso di Cameron illuminato dalla luce che filtra dalla finestra di camera sua, la sua mano passa tra i suoi capelli spostandoli dalla fronte leggermente impregnata di sudore. Guarda il soffitto con quello sguardo perso e rilassato che gli ho visto tante volte.
Tiro le lenzuola fino a coprire i nostri corpi nudi, annusando il loro odore, quello di Cameron, lo stesso odore che faceva parte della mia quotidianità ma che mi è stato strappato via da un giorno all'altro.
Gli accarezzo il petto disegnando cerchi immaginari sulla pelle, sapendo che questo momento dovrà finire a breve.
Mi sposta i capelli dal viso, andandoli ad incastrare dietro al mio orecchio. Il suo indice percorre la mia mascella e ciò mi spinge ad alzare lo sguardo verso di lui. Le mie iridi smeraldine si incontrano con i suoi occhi. Dentro ci vedo sempre sentimenti in contrasto tra di loro. Oltre la calma è presente anche la preoccupazione.
Cameron è così, è mille sfaccettature diverse tutte assieme, mille emozioni, mille problemi. Sono abituata a vederlo sereno e allarmato allo stesso tempo, ma oggi continua a sembrarmi strano. È come se avesse qualcosa dentro di sé che vuole fuoriuscire ma viene trattenuto.
« Devo andare a lezione, non posso perdere anche le prossime ore » affermo scansandomi da lui ed andando a rivestirmi con non poca difficoltà, interrompendo quel contatto che tanto mi era mancato.
« Sì, meglio così » forza un sorriso, tirandosi su e poggiandosi sui gomiti.
« Tu non vieni? » cerco di capire siccome non allude ad alzarsi.
« Inizia ad andare tu » si sposta ancora una volta i capelli dal viso, oggi sembrano più ribelli e spettinati del solito.
Mi infilo le scarpe ed il cappotto un po' titubante sul come comportarmi, ma appena afferro il mio zaino sento la sua voce richiamarmi.
« Te ne vai senza salutare ora? » ridacchia, un sorriso sincero.
Mi poggio sul suo letto lasciandogli un bacio a fior di labbra, con la fretta di andare a lezioni che mi chiama, ma lui non mi fa allontanare.
Mi bacia portandomi più vicina a sé, non lasciandomi andare.
Mi bacia con lo stesso desiderio di poco fa, facendo risvegliare tutte le parti di me. Lo stesso desiderio che io ho di lui e lui di me, costantemente.
Mi bacia in maniera scomposta, labbra contro labbra, respiri che si uniscono, la sua pelle contro i miei vestiti.
Ed è facile per la mia mente perdersi in un bacio simile, un bacio che mi permette di aggrapparmi a lui con tutta me stessa, come avrei voluto fare nei giorni passati, quando cercavo solo di nascondere ciò che non ho mai smesso di provare per lui.
« Ci vediamo dopo » sussurro sulle sue labbra.
« Avvisa James di non venirti a prendere, ti porto a casa io » mi avvisa mentre esco dalla porta, ed io gli faccio cenno con la mano di aver capito.
Con la mente ancora annebbiata da Cameron, prendo posto in uno dei banchi dell'aula di filosofia.
La filosofia resta una delle mie materie preferite, ma oggi ho la mente da un'altra parte. Mi sento una ragazzina in preda agli ormoni, in grado di pensare solo al ragazzo che le piace, perché è questo quello che sto facendo: pensare a Cameron.
Alle sue carezze, alle sue mani strette sui miei fianchi, pronte a modellarmi e farmi sua.
Alle sue labbra così perfette per le mie, capaci di scatenare qualsiasi cosa al minimo contatto con la mia pelle.
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Bleeding love - Due cuori divisi
ChickLitSECONDO CAPITOLO DI BLEEDING LOVE - È difficile trovare una spiegazione del perché qualcosa si è rotto, si arriva ad un punto tale che la tua testa dice basta e ti imponi di fregartene, andare avanti, per il tuo bene. Vero Sam? Non vuoi sapere più n...