Victoria
Una soffiata di vento diede una leggera spinta alla portafinestra per poi farla accostare, insieme a quell'odore astratto d'autunno di metà settembre.
Le foglie incominciavano a staccarsi dal ramo di appartenenza e si ammucchiavano per terra, i colori dei paesaggi erano ormai ben differenti da quelli d'estate e il vento dava quel frescolino che era rimediato da una coperta.
Me ne stavo sul divano a leggere un libro con una candela al mio fianco, necessitavo quei momenti di leggerezza; ma purtroppo furono interrotti dai miei soliti ed infiniti pensieri mischiati fra la mente che non se ne andavano mai, indipendentemente dalla voglia di pensarci o meno.
Mi girai e mi rigirai nella mia amata coperta che avevo sempre con me nonostante il poco freddo che facesse, non riuscivo a concentrarmi sulla lettura del libro che si trovava tra le mie mani.
Pensavo a cosa mi stesse aspettando per un lungo periodo da mio padre, colui che non c'è mai stato a supportarmi come figlia e ne tanto meno a mia madre, che non fece altro oltre a riparare interrottamente ai suoi errori da sola. Non si riusciva nemmeno a capire come stava e, proprio per questo, io avrei lasciato lei e Jordan, il suo compagno, per un pò da soli.
Tra meno di quattro giorni dovevo partire e l'ansia mi circondava, oltrepassava in tutti i pori presenti nel mio corpo e non feci a meno di mordermi le unghie per lo stress.
Quel giorno salii per preparare la valigia che poi avrei portato da mio padre e non avevo una minima idea di come avrei fatto a stare con quell'essere brutale per oltre 6 mesi; già da quel momento non ebbi nemmeno un briciolo di entusiasmo.
Portai tutto il mio armadio ridotto a due valigie, poi a una dedicata alle creme, ai profumi e ai trucchi ma che erano ancora incomplete, e un borsone con tutti i libri per il mio percorso di una scuola non tanto differente dalla mia:
Fino a quel momento dovetti, insieme alla mia classe, stare in succursale poiché la sede principale fosse esageratamente piena di altri studenti; ma per motivi di "trasloco" il preside mi fece passare a quest'ultima..in una nuova classe.
La succursale fu tremenda.
Regnava in essa la sporcizia più assoluta e nessuno si limitava a fare anche una sola piccola cosa per renderla più accogliente. Spazzatura per terra, ragnatele e muffe agli angoli delle tante mura della scuola..polvere, cartacce ovunque tu andassi.
I bagni erano con delle fessure che permettevano agli altri di poterti guardare mentre eri in bagno, tra l'altro senza carta igienica.
Ti rendeva svogliata dall'andare a scuola, anche se d'altra parte non crebbi che quella nuova esperienza mi avrebbe potuto far cambiare idea.
Debbi ammettere però che ci furono corsi differenti dalla succursale da poter frequentare per intraprendere nuovi argomenti mai trattati, e la cosa mi piacque.
Scelsi criminologia, economia aziendale, chimica, biologia e per finire astronomia.
Da una parte fui felice per iniziare una nuova esperienza che non sapevo se mi fosse mai capitata con l'altra classe, ma ci furono alcune cose che mi turbarono parecchio, come ad esempio stare in una scuola differente da quella della mia migliore amica, Chanel.
Io e Chanel eravamo inseparabili, ma nel vero senso della parola.
Non c'è stata volta in cui litigammo così pesantemente da dirci cose disprezzate nei confronti dell'altra; lei per me era una sorella con cui poter confidare di tutto, a partire dai miei inevitabili litigi e problemi in casa.
Da quanto fossimo migliori amiche chiamavamo la madre dell'altra "Zia":
Anche le nostre madri erano migliori amiche, più di quanto lo fossimo io e Chanel.
Io infatti, ho avuto un rapporto estremamente interessante con Evelyne, la madre di Chanel: se avevo qualsiasi problema con mia madre ne potevo parlare con lei; mi avrebbe supportato e compresa.
La cosa ovviamente fu reciproca per Chanel con mia madre.
Insomma, le nostre madri erano per l'altra una seconda mamma ed era una cosa molto bella.
Non sopportai l'idea di passare anche solo il primo giorno da sola, dato che non conoscevo nessuno e ciò mi metteva un'ansia irrefrenabile.
Sono sempre stata una ragazza introversa, per certi sensi. Mai mi è piaciuto di aprirmi ad amici che non fossero Chanel e tantomeno parlarci per fare nuove amicizie, o almeno provarci.
Molte persone mi categorizzarono come "quella che non ha un cuore", una cosa del tutto falsa.
Io un cuore ce l'avevo, ma lo dedicavo solo a poche persone, le stesse di cui mi fidavo senza alcun dubbio.
Non mi capitò niente in passato per farmi diventare fredda come un iceberg, era il mio carattere ad essere così e per certe situazioni ero fiera di averlo.
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ricordami di scordarti
Short StoryIl preside della San Thrope School permise a Victoria di passare dalla succursale alla sede principale per motivi di trasloco. Infatti, la madre di Victoria, la spinge a far tornare un legame tra lei e il padre. Victoria, però, sembra volere tutt'al...