Capitolo 15

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Dopo giri e rigiri in aiuto eravamo finalmente arrivati al locale.
Io e Cole scendemmo dalla macchina mentre Tobias era intrattenuto da una chiamata.
«Perché sei così incazzato oggi? Che diavolo ti prende..» approfittai dell'assenza di Tobias per chiedergli cosa stesse succedendo.
«Da cosa lo deduci, mocciosa?» mi rispose spazientito.
Bene, quando mi chiamava tata era tranquillo, quando invece era arrabbiato per qualcosa mi chiamava col nomignolo appena dato, mocciosa. È sempre stato così.
Continuai, «Inizialmente mi hai risposto male a me, pensavo fosse per il commento sul non prendere le sigarette..poi hai risposto di merda anche a Tobias.»
«Guarda come cazzo ti sei conciata» si riferì con lo sguardo ai capelli, al trucco e poi all'outfit non molto tranquillo.
«Sembra che ti sia vestita così per fartelo strusciare da qualcuno là dentro» disse facendo cenno col mento al locale, «e sembra anche che tu lo abbia fatto apposta per qualcuno, proprio quì accanto» tirò un'occhiata alla macchina. Oh no, adesso, riferendosi a Tobias, pensava che mi fossi vestita così per lui. Ci mancava questa..
«Ti sembro una che ci prova con il proprio fratellastro? Appena conosciuto poi..pff, fai ridere, Cole.» incrociai le braccia avanti al petto, tenendomi sotto il Blazer ben chiuso.
Faceva tantissimo freddo, ed eravamo solo ai primi di ottobre; tra l'altro quella sera pioveva e nonostante ci riparassimo dalla pioggia sotto un portico, la pioggia trasportava un'umidità da brividi.
«Beh vedremo se le tue parole rimarranno le stesse, a fine anno». Continuò a dire i suoi pensieri non richiesti, cosa faceva pensargli che ci avrei provato con Tobias?
«Senti, è di una bellezza da pochi, ma ciò non mi induce a flirtarci. Quindi smettila.» chiarii.
Stavo dicendo quelle parole con sincerità, con tutta la mia sincerità, ma lui continuava a non crederci. Dopo avergli chiesto perché ne dubitava non mi rispose.
Appena girai le spalle mi rivolse parola:
«Perché nonostante tu abbia detto che non ci flirteresti mai, hai comunque detto che è di una bellezza ammaliante, lo riconosci pure te. So quali sono i tuoi gusti sui ragazzi, e lui li rispecchia tutti. Stagli alla larga, Victoria perché sennò..»  «Perché sennò cosa? E cosa dovrei dire io di Sarah, allora? Anche lei rispecchia tutti i tuoi standard» mi interruppi quando vidi Tobias avanzare verso di noi, allora mi zittii.
Innervosita da tutti, mi allontanai e andai davanti all'entrata dove mi stava aspettando Grace.
Dopo esserci salutate entrammo, la musica alta ci investì completamente.
Entrando, si notava gente sui divanetti a limonare, gente a ubriacarsi ingoiando bicchieri e bicchieri di alcool.
Si notava anche gruppi di ragazzi che facevano a rissa,
«Spero che i tuoi amici non siano delle teste di cazzo» dissi a riguardo, avvicinandomi all' orecchio di Grace per la musica che copriva la mia voce.
«Teste di cazzo da fare risse no, ma generalmente si. Mi dispiace dirtelo, considera in merito che però, sono dei fighi da paura. Magari ti trovi un tipo» mi urlò facendomi l'occhiolino e ridendo come una pazza. Le feci cambiare idea con solo lo sguardo.
Sorrisi in seguito, poi abbassai lo sguardo sul cellulare che intanto vibrò.
Era la chiamata iniziata da Chanel.
«Oh cavolo..proprio ora» sbuffai, feci cenno a Grace che mi allontanavo per un attimo, lei mi rispose con la mano che mi aspettava al tavolo con i suoi amici, indicandomi dove si trovavano.
Mi recai in bagno dove la musica si sentiva ancora, ma ben più bassa rispetto al di fuori.
«Heeeey stronza! Come stai?» disse entusiasta per risentirci. Lo ero anche io, mi scocciava solo risentirla in un momento come quello; mi avrebbe bombardata di domande. In fondo non era passato nemmeno tanto tempo.
«Heey bene tu? Mi hai chiamata in un momento un po' sbagliato, sai?»
«Mi sa, sento la musica da quì. Ti richiamo più tardi dai, ti lascio divertire e ricorda ogni minimo dettaglio perché poi mi racconterai tutto!!» mi avvertì.
Risi e le dissi che ci saremmo sentite dopo. Pensai a ritornare da Grace dove ci sarebbero stati i suoi amici che avrei conosciuto sotto volere della mia amica.
In effetti, più mi avvicinavo più notavo dei ragazzi di bell'aspetto.
Uno in particolare, emanava del tutto aspetti aggressivi; proprio come piaceva a me.
I capelli e occhi scuri, un corpo del tutto atletico. Ma io pensavo all'aspetto e agli aspetti aggressivi di Tobias; lui era di tutt'altra bellezza, la quale non ritrovavo in nessun'altro.
Avendo paragonato Tobias a quel ragazzo, capii che provavo un certo interesse per Tobias.
Ma l'odio era superiore, non avrei mai pensato di ritrovarmici insieme, specialmente a letto.
Valutai anche gli altri amici, quasi tutti biondi cenere o castano.
Continuavo a porre la mano per dire "piacere, Victoria", fino a che passai all'ultimo, il moro.
«Piacere, Nate» mi disse con aria sensuale, accennando un sorriso seducente.
Gli sorrisi a mia volta e mi presentai.
«Presto arriveranno anche delle femmine, sono simpaticissime» mi disse Grace mentre mandava giù l'ennesimo drink alcolico.
«Da quanti drink stai bevendo, più tardi dovrò tenerti i capelli davanti al water perché tu starai vomitando, smettila» gli levai il bicchiere di mano, risolsi io la situazione bevendolo.
«Ah si, senti chi parla» mi si rivolse contro lei, «e dai solo un drink, non sono mica come te». Mentre ridevo e ballavo sballata come non mai avviarono le canzoni reggaeton, le mie preferite in assoluto e le stesse che mi facevano muovere il didietro in modo incontrollabile.
Arrivarono presto le femmine a cui si stava riferendo Grace prima, mi presentai ricambiando la loro sembianza amichevole.
Sembravano da subito carine, disposte a conoscermi; temevo un po' di più le femmine rispetto ai maschi, magari c'era di mezzo la gelosia e l'invidia, o anche solo per un ragazzo noi femmine diventavamo le peggior bestie.
«Ciao, io sono Kimberly», «Io Britney» si intromise una bionda, alta e magra. Era perfetta quanto l'altra, che a differenza sua era castana scura.
«Io sono Victoria, piacere» risposi amichevolmente.
Iniziammo a ballare con il raggaeton, noi ragazze muovevamo i nostri bacini e il sedere in un modo volgare, tanto che i maschi da dietro ci facevano dei commenti.
Alcune se la sarebbero presa, noi invece li apprezzavamo. Anzi, a dire tutta, a me poco me ne importava; al momento non ero alla ricerca di un ragazzo o uno con cui andare a letto, perciò pensai a divertirmi e a spassarmela.
Dopo poco, mi trovai a poca distanza Tobias con il suo gruppo d'amici insieme a quello di mio fratello. Si stavano divertendo tanto, da quel che potei vedere.
«Voi conoscete Tobias?» Chiesi alle ragazze indicando loro dove si trovava.
«Oh, io si. Chiacchieriamo sempre, siamo migliori amici e ci conosciamo dalla 2ª media, perché?» disse Britney.
«No così» dissi, ma Kimberly si voltò verso di me, mi fece l'occhiolino con un sorriso malizioso e mi colpì due colpi alla spalla. «No, vi prego. Non pensate a quello. Sono solo..curiosa» chiarii.
In verità avrei voluto dire loro tutt'altro, come ad esempio che era il mio fratellastro; ma allo stesso tempo scartai quella possibilità perché le avevo appena conosciute, magari prendendoci più confidenza e anche più fiducia, avrei detto loro ogni dettaglio.
Comunque, loro sembrarono non darmi ascolto, urlarono il suo nome attirando la sua attenzione nella nostra direzione.
«Siete delle coglione!» urlai con arroganza, ma allo stesso tempo ebbi anche un po' di ironia nella frase. Loro se la spassarono a ridere divertite.
Dissi a tutte loro di far finta di niente e di ballare come in precedenza, non perché avevo il suo sguardo su di me, o comunque su di noi, ma per tornare a come eravamo prima.
«Insomma, sul serio. Che mi dite su di lui? Sul suo carattere, sul suo modo di fare..» ritornai alla domanda iniziale. Alla fine volevo sapere davvero le cose che avevo chiesto; nient'altro di più e nient'altro di meno. Solo qualche informazione da ricavare sul mio fratellastro...
«È il ragazzo perfetto con cui andarci» rispose Kimberly con un sorriso divertito, «è bravo a letto, te lo dice una con cui ci è stato. Purtroppo pensa solo a scoparsi tutte, non puoi cambialo. Ma guarda il lato positivo» aggiunse avvicinandosi al mio orecchio mentre lo guardava, «Almeno questa cosa porta buone cose quando ci vai a letto, è una belva» mi disse in seguito, facendomi ridere a crepapelle con anche Britney e Grace; ritrovavo un po' di sporco in quello che aveva detto Kimberly, ma a me lo sporco piaceva, tanto.
«Ma, passando alle cose serie, ha continui sbalzi d'umore, non toccare mai certi pulsanti con lui, potrebbe diventare aggressivo, più di quanto lo possa diventare una tigre. Ha sempre attacchi di rabbia che non riesce a fermare nessuno.
A parte ciò, sarebbe finito diverse volte in carcere per alcuni comportamenti avuti se suo padre non fosse lo sceriffo.» Ecco perché il giorno dell'incidente del bus, lo chiamò figliolo, era il suo padre.
Invece, per quanto riguarda gli attacchi d'ira era proprio come me.
La nostra parentela si vedeva da questo forse, avevo anch'io i soliti attacchi irrefrenabili.
«Non ti innamorare mai di lui, potrebbe farti male, tanto male.»
Io e Kimberly finimmo di stare appicciate quando lui si voltò dalla nostra parte, prese dall'ansia ci girammo subito e facemmo finta di niente, muovendo il fondoschiena in modo sensuale come in precedenza.
Si giunsero a noi subito i ragazzi che ci vennero attaccati dietro.
A me si attaccò proprio Nate, che si muoveva col mio stesso ritmo, seguendo ogni mio movimento e toccandomi ovunque in modo provocante.
Prima stava ad osservarmi seducente dal divanetto e, poi era venuto da me per giocare, intuii.
Mi toccava delicatamente, dalla spalla ai fianchi, al fondoschiena che sembrava essere il suo punto debole. Per farmi girare dalla sua parte poi, mi prese il braccio, lo alzò sopra la testa e come si faceva ad un tempo mi fece girare.
Avevo la visuale coperta da lui, ma bastava un piccolo movimento a destra per intravedere Tobias che mi stava guardando stare a contatto con il corpo di Nate.
Io ricambiavo lo sguardo, poi Nate prese a strusciarmi il suo naso sul mio, avvicinandosi sempre di più alle labbra. Gli concessi quel bacio, mi baciò arduamente stringendomi le natiche mentre infilava la lingua in modo appassionato, rude. Ricambiai quel gesto mentre lo sguardo di Tobias ricadeva su di me. Sembrava geloso, ma se lo fosse stato davvero perché avrebbe dovuto?
Era il mio fratellastro.
Mi staccai dopo poco, non ne avevo più voglia. Non vedevo più traccia di Tobias, bensì vedevo quella del suo gruppo, quello di mio fratello era sparito altrettanto.
Avevo voglia di andare a casa, si era fatta una certa ora.
A tal proposito presi il telefono in mano per visualizzare l'orario: erano le due e un quarto della notte.
Avevo in realtà promesso a Sarah che il mio arrivo si sarebbe tenuto alle due e mezza.
Quindi per rispettare quell'orario dovevo andarmene ora, ma restai altri dieci minuti per godermi a pieno la serata.

Con le braccia in aria, il bacino e i fianchi che ondulavano in continuazione e la mia mano destra che reggeva un drink mi sentivo libera. Era da tanto che non lo ero, specialmente ad una festa.
«Invece di Nate? Che mi dite?» chiesi interessata.
Mi rispose Kimberly. «Oh no, girl. Hai scelto la pecora nera del gruppo», le altre si misero a ridere, io non conoscendolo non capivo il perché, ma me lo spiegarono subito come se mi avessero letto nella mente:
«Il tipico ragazzo che tutte si vogliono portare a letto, lui le accetta tutte, anche le peggiori.
Stagli alla larga, fidati di me. Se proprio vuoi stargli vicino, stacci nel suo letto for one night. Poi basta.» Si andava alla grande, tra Tobias e lui.
Lo guardai, lui mi sorrise maliardo.
«Non mettertelo in testa solo perché ci hai limonato, può essere una bestia dopo» intervenne Grace. Assolutamente no, per me quel bacio non significò assolutamente niente e, nonostante Nate avesse quei modi di fare come piacevano a me, non avrei mai valutato l'idea di poterci avere qualcosa di serio. A dire il vero né con lui né con nessuno, al momento.

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