Capitolo 2

4 1 0
                                    

Victoria

Dopo esser stata convinta da Chanel, più tardi mi preparai insieme a lei per andare alla festa.
Io misi un vestito a maniche lunghe nero accompagnato da degli stivali alti fino al ginocchio in camoscio.
Chanel invece, si mise dei pantaloni a zampa d'elefante e un top scollato che le metteva in risalto il proprio seno.
Dopo esserci truccate ed aver messo i vari accessori ci dirigemmo all'auto di mia madre che poi ci accompagnò al locale.
Già da fuori si sentiva la musica che andava oltre un limite e si intravedevano delle luci che fuoriuscivano dalla porta d'ingresso.
Davanti ad essa ci fu ovviamente il bodyguard al quale demmo i nostri documenti.
Ci fece entrare e da subito non mi sentì al mio posto, non era fatto per me.
«Victoria che hai? Un po' di buon umore dai! Perché non ti fai qualche ragazzo stasera?»
«no grazie» risposi riponendo la borsetta in spalla.
«Sei una ragazza bellissima, sai quanti ti verranno dietro»
Rimasi zitta, lei mi trasportò in un ammasso di folla dove tutti stavano limonando,
«Quindi che pensi di fare con Guglielmo?» chiesi a Chanel urlando per via della musica alta.
«Se possibile di farm..» d'un tratto si zittì, fissando un punto ben preciso che non riuscii a identificare.
«Che c'è?» restò impalata.. «Chanel che hai?» dissi continuando a vedere il punto da lei paralizzante.
Notai poco dopo che stava guardando Guglielmo farsi una tipa in un divanetto, come al suo solito.
«Andiamo a prendere un drink?" Le dissi per farla distrarre. Non sapevo che fare, l'avevo avvertita del male che lui le avrebbe potuto creare;
Ma alla fine quando ti piace da morire una persona è inevitabile scordarsela così dal niente.
Lei non mi diede risposta, ma sapevo che si era sentita affranta, disperata per ciò; lo si vedeva dai suoi occhi che pian piano si riempivano di lacrime. Posò il proprio sguardo in basso, facendo scappare quelle gocce dai suoi occhi bruni che stava cercando di trattenere e io, per fare qualcosa, gliele asciugai.
La presi per mano e la portai a forza dal barman a prenderci un drink alcolico.
«Chanel..non te lo vorrei dire, lo sai. Ma lui è questo che ti fa: piacere e male. La seconda più della prima e non puoi andare avanti così..Devi scordartelo.»
«Victoria non capisci, te sei praticamente ghiacciata nel tuo petto e non provi alcun sentimento per nessuno. Io invece, sono una sensibile di merda che non riesce a non pensare a quella persona anche se vede con i propri occhi che le fa del male in continuazione» mi rispose con una voce tremante.
Ci rimasi male, alla fine non ero senza sentimenti o ghiacciata nel petto come diceva lei, ero solo consapevole di quel che mi aspettava in caso mi dovessi aprire con una persona non conosciuta a profondo.
Sapevo che ci sarebbe stata sicuramente una parte oscura opposta a quella piena di luce, ero consapevole del fatto che qualsiasi ragazzo mi avrebbe fatto del male prima o poi.
Ormai mi ero abituata di questa idea e quindi non davo importanza a nessuno, per me tutti erano uguali a livello di destino.
Mentre pensai a questi rigidi pensieri che mi entravano nel profondo non mi accorsi che il Barman stava consolando Chanel, offrendole degli shottini che prendeva continuamente.
Era sempre così e ciò mi faceva anche ridere da un certo punto di vista. Era la solita ragazza che per sfuggire dai problemi riservati per lei dalla vita, li risolveva e buttava sull'alcool.
Mi ricordava ogni volta me qualche tempo prima, quando ancora non ero come ora, ovvero più responsabile..forse anche noiosa. Fui decisa a prendere anche io un drink alcolico.
Uscendo dal bagno, per sbaglio un ragazzo stava entrando contemporaneamente e mi scusai appena lo vidi.
Era una sagoma alta, muscolosa.
«scusami» dissi tranquillamente.
Lui mi guardò da testa ai piedi, accennando un sorrisetto.
«Perdonata» disse in seguito.
Lo scansai e andai a raggiungere Chanel.
Mi misi nuovamente seduta sullo sgabello di prima, ordinai un Moscow Mule.
«Anche per me» disse al barman con un sorriso.
Era il ragazzo che scontrai in bagno.
Mi girai appena a guardarlo e lui faceva lo stesso.
«perché stai tutta da sola?» Disse toccando e girando ripetutamente il suo bicchiere.
Gli do uno sguardo veloce, per fargli capire di farsi gli affari suoi ma per non sembrare troppo seria risposi:
«In verità avrei un'amica, ma sta..» dissi mentre cercai di individuarla tra la folla. Notai che stava ballando con il Barman mentre se lo limonava ed ero così fiera di lei per aver voltato pagina così in fretta. Continuai la frase con una faccia sorpresa: «..ma sta limonando con il Barman» sorrisi.
«Solo con lei sei?» Continuò il discorso.
«Si» dissi dubbiosa della domanda sua appena fatta.
«Non ho altri amici, ma sto bene così» continuai.
«Ah si? Stai bene con una sola amica?» disse guardandomi interessato, con il mento appoggiato sulla propria mano.
«Si, non ho spazio per nessun'altro» dissi fredda.
Lui continuò a fissarmi come per dire di continuare il discorso, solo che non dovevo e volevo dedicargli altre parole. Così lo guardai anche io e visto che non capì mi disse:
«e perché?»
Non sapevo con certezza perché questo ragazzo, stupendamente attraente, mi stava facendo domande di cui non gli sarebbe dovuto importare nulla.
«Le persone sono come i bus: te le trovi tutte assieme e pian piano se ne vanno» dissi sorseggiando il mio drink con lo sguardo altrove.
Lui fece un sorriso guardando in basso.
Chanel corse da me per raccontarmi tutto euforica e mi avvertì che il barman con cui si stava divertendo ci offriva quanti drink volevamo.
«Adesso..andiamo a divertirci per davvero» continuò a dire prendendomi e tirandomi per il braccio.
Mi allontanai quindi da quel ragazzo di cui ero ignara del nome e raggiunsi Chanel con la sua nuova conquista, molto sexy aggiungerei:
Biondo cenere, occhi verdi, alto e bel fisico. Aveva un atteggiamento molto interessante, era determinato e gentile, elegante e pignolo nel suo lavoro.
«Ciao piacere, tu sei..?» mi chiese cordialmente.
«Victoria, piacere. Te invece?» Ricambiai.
«Allon» rispose sorridendomi.
«Che bel nome, mai sentito prima d'ora». Mi mostrai subito sorridente e amichevole, sembrava piuttosto che Allon e Chanel volessero qualcosa di serio, qualcosa di più di una serata in discoteca.
Ciò mi sembrava molto strano poichè venti minuti prima Chanel era triste per Guglielmo.
Sembrava che Allon l'avesse staccata da quel momento, che l'avesse portata in un altro mondo.
«Qualcosa di originale» replicò ridendo.
Chanel lo guardò e rise altrettanto; aveva uno sguardo perso che non si sapesse a cosa fosse dovuto, se all'attrazione per Allon o per Guglielmo.. forse non ci pensava più.
Ci mettemmo in dei divanetti che circondavano dei piccoli tavolini, a noi erano uniti degli amici di Allon, suppongo.
Feci nuove conoscenze, mi divertì parecchio quella sera.
Non mi accorsi che durante le chiacchierate avevo bevuto svariati alcolici.
Mi sentivo girare la testa e, quindi me ne accorsi da quello.
Non bevevo quasi mai, ne approfittai per chiedere a Chanel se andassimo a ballare in pista.
Lei accettò.
Andammo in mezzo all'immensa folla e ballammo energicamente, accompagnate dalla musica che ci trascinava con sé, specialmente quella reggaeton.
Accanto a me e Chanel trovai un gruppo di ragazzi ,tra cui presente il ragazzo di prima.
Stavano prendendo in giro una ragazza perché aveva un semplice velo in testa.
In realtà, il ragazzo con cui mi scontrai poco prima non stava dicendo né facendo niente, ma mi infastidì il gesto da parte dei suoi amici.
Smisi subito di ballare, li osservai attentamente. Non erano aggressivi o violenti però non sopportai il motivo per cui la stavano prendendo in giro.
Mi volli avvicinare, l'azione fu interrotta dal braccio di Allon.
Lo guardai con un'aria infastidita.
Perché lo stava facendo? Perché era d'accordo con loro?
«Non ti conviene intrometterti» mi disse
«E perché?» gli chiesi dubbiosa.
Sembrava avessimo già una confidenza a livelli un po' troppo alti..
«Li conosco, se si mischia qualcuno diventano aggressivi. Meglio se te freghi» mi rispose.
D'improvviso mi girai e notai che la ragazza presa in giro se ne era andata.
Cercai di identificare la figura di quel ragazzo che non dava un'impressione sbagliata ma che, evidentemente ingannò.
«Chi cerchi?» si intromise Chanel.
Non volevo dare importanza a uno dei tanti ragazzi di una discoteca che neanche conoscevo.
«Ehm..qualche ragazzo con cui divertirmi» dissi per sbaglio. Non seppi neanche io il motivo per cui dissi una cosa del genere.
Non ero più la ragazza che cercava attenzioni da un ragazzo con cui mai mi ero approcciata prima, non ne avevo più voglia.
Ormai la cazzata era stata detta e, in qualche modo dovevo divertirmi.
Avrei preferito altro, ma sarei risultata troppo noiosa.
La cosa fu influenzata anche dai drink bevuti in precedenza e notai subito un ragazzo che mi strappò via gli occhi per posizionarli sul suo affascinante corpo.
Era alto, moro, tatuato. La camicia bianca sbottonata nella parte iniziale dette la possibilità di osservare i suoi pettorali attraenti quanto i suoi occhi di un grigio sporco ed ingannevole.
I jeans neri non troppo attillati gli fasciavano le sue gambe toniche, la vista su di esse veniva alternata con le sue mani che apparivano davanti; Erano piene di vene e quelle dita erano colmate di anelli interessanti.
Lo osservai bene, ne ero particolarmente attratta.
Sorrideva coi suoi amici e quel sorriso mi tirava a sé come una calamita.
Il suo naso all'insù e le labbra carnose mi trasmettevano piacere.
Il suo profilo sembrava disegnato, era perfetto; privo di difetti che perlomeno da quest'angolazione, non risultavano.
«Tobias Holdin, 19 anni e un fregno che ti smonta la testa, anche la figa se ci vai a letto..dicono che sia bravo, in caso ti interessasse» mi si rivolse Chanel facendomi un occhiolino.
«No, non mi interessa» dissi guardandolo.
D'improvviso, nel nano secondo in cui lo guardai dicendo quest'ultima frase si girò e mi acchiappò lo sguardo. Mi osservò da testa a piedi, cosa non definirei la cosa gradevole nonostante non sapessi se fosse in modo positivo o negativo.
Passò dal corpo alla faccia, successivamente agli occhi dove i miei si incastrarono senza via d'uscita.
Fece un lievissimo sorriso, mordendosi leggermente il labbro inferiore.
Mi sbranò con gli occhi, mi sentivo anche fin troppo osservata, ma la cosa era alquanto piaciuta.

Mi distrai e il mio sguardo ritornò su Chanel, non volevo apparire troppo presa, poiché non lo fossi davvero.
Ballammo muovendo i nostri bacini e i nostri fondoschiena in modo sensuale, che erano continuamente provocati dalla musica inserita dal dj.
Mi feci mandar giù un ennesimo shottino, così forte da farmi provare amarezza;
Chanel andò per un attimo dal suo amato barman con cui quella sera ci stava dando da fare e inaspettatamente vidi a stento questo ragazzo venire verso di me, non chiaramente dalla vista offuscata per un momento; mi sentivo girare la testa, avevo bevuto troppo.
«Non dovresti bere troppo» mi disse.
«E tu saresti?» risposi io, prendendo un altro drink, stavolta analcolico che bevevo tramite la cannuccia con aria indifferente davanti a lui.
«Indimenticabile» disse con aria provocante.
«Non credo proprio» risposi io.
Aveva chiaramente detto quella frase per farmi capire che sarei stata da subito un bersaglio da portarsi a letto.
Se la credeva, fin troppo.
«Cosa te lo fa pensare?» domandò con un sorrisetto stampato su quel viso così bello e affascinante.
«Tutto. Per prima cosa non sono una ragazza che va a sbavare dietro a tutti e la da al primo momento opportuno. Seconda cosa te la credi troppo» risposi a tono sorseggiando il mio drink.
Girò il suo sguardo verso destra, dove ad attenderlo c'erano i suoi amici.
Pensavano davvero che avrei ceduto così facilmente?
«Me la credo troppo...addirittura». La sua lingua posata lievemente sul labbro inferiore causava un'attrazione fortissima che però, dovevo contenere e concedere a qualcun'altra.
Mi avvicinai a lui, quasi credeva lo volessi baciare; lo si vedeva dai suoi sguardi continui nelle mie labbra.
Mi misi di fianco al suo orecchio, dove poi sussurrai:
«Stai sprecando tempo con la stronza sbagliata», continuai con un sorriso divertito, ironico.
Lui fece un sorriso malizioso. Si percepiva che gli piaceva il mio atteggiamento.
«Ora scusami, ma dovresti andartene..Anzi no- faccio io» accennai un sorriso compiaciuto.
Mi girai e andai nella direzione di Chanel, quando nel mentre, sentivo i suoi sguardi caldi e intensi sui miei glutei.
"Io vado a casa». Dissi a Chanel. Presi la borsetta posizionata sul tavolino in cui ci trovavamo minuti fa e me ne andai.
Fermai il primo taxi disponibile che mi riportò a casa.

ricordami di scordarti Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora