Victoria
«Allora per quanto starai quì?» chiesi a Chanel.
Quel treno di cui avevo parlato era di nuovo passato davanti a me, ce l'avevo, infatti, proprio davanti ai miei occhi: Lei.
«Fino a domenica pomeriggio; tanto non c'è scuola, così sto un pò con te». Mi diede un abbraccio forte e intenso, tanto da farmi quasi affogare.
«Scema mi stai affogando» dissi ridendo con poco fiato per trovarmi a un millimetro dalla superficie d'acqua, «È proprio questo il mio scopo» sorrise e mi mandò sott'acqua con una spinta in testa.
Feci un sospiro quando tornai in superficie, «Lo sai che me la dovrai pagare, vero?»
Sorrisi. In quel momento ero felice, tanto felice.
Chanel mi ha sempre fatto quell'effetto; quando rivedevo il suo carattere e tutto di lei i sorrisi ritornavano per non andarsene più. Era proprio quello che mi faceva sentire bene, l'avrei voluta avere affianco per tutta la vita, fino alla nostra morte.
«A parte gli scherzi, che mi racconti del misterioso?» disse tirando due occhiate fugaci a Tobias.
«Nulla, è insopportabile, a volte» mi girai anche io a guardarlo e nello stesso momento fece lo stesso esatto mio movimento. Incrociammo gli sguardi, ma da subito levai quella situazione.
Non avevo voglia di divertirmi con lui. Invece, per lui sembrava l'esatto contrario nonostante ieri mi avesse sbeffeggiato con aggressività, in bagno.«Non me ne frega un cazzo della vostra conversazione».
Non me l'ero di certo presa a male. Non ero la tipa che soffriva dietro a una sciocchezza; tantomeno di un ragazzo. Me ne fregavo.
Con Tobias, non ci rimasi male, ma pensai a quel suo lato che si fece da subito vedere.
Avevo già scoperto qualcosa di lui.
Aveva degli attacchi di rabbia come me, era un puttaniere di cui tutte erano a conoscenza, si divertiva a flirtare con tutte e rispondeva male.
La mia conoscenza verso i suoi confronti si stava ampliando.
Dissi queste stesse cose a Chanel, dopodiché tirò un'occhiata maliziosa a Nathan che indubbiamente la ricambiò.
«Chi è il suo amico?». Mi chiese con un sorriso curioso.
«Nathan. È un vero stronzo; ma non quanto Tobias, a quanto mi dicono le mie amiche.
Sono nello stesso gruppo e, per quello che so, lui è il più egocentrico è concentrato sul scoparsi tutte. Lascialo fare, Chanel. Lui è peggio di Guglielmo.»
Lei sbuffò in un' espressione desolata; «Perchè me lo chiedi? Con Allon non stanno procedendo bene le cose?». Chiesi.
Non me ne ricordai, inizialmente; poi, dopo che mi fece la domanda su Nathan, la loro situazione mi ricorse in mente.
Chanel sfuggì con lo sguardo dai miei occhi per posarlo in un punto perso.
Continuai ad osservarla per attendere la risposta che avrebbe dovuto dare alla mia domanda:
«Nono, stanno procedendo benissimo, le cose..è che c'è qualcosa che mi frena, con lui. Non so che cosa, Victoria. Seriamente.»
«Guglielmo?» chiesi con possibile ragione.
«No. Lui è uno stronzo, me ne sono già scordata. Forse è proprio perché vuole una relazione seria; io... io non ce la faccio al momento. Ho bisogno di altro, di divertimento.»
«E pensi che Nathan possa soddisfare le tue voglie» continuai per lei con le braccia incrociate e roteando gli occhi. Nathan le avrebbe fatto del male,
«Possibile che ogni ragazzo di cui tu sia attratta maggiormente è uno stronzo o uno che pensa solo a scoparsele tutte?» la sbeffeggiai. «Hai trovato Allon, lui è l'unico che ti starebbe al fianco davvero, sempre. Perché sostituirlo per una notte con uno stronzo?» sbuffai, come lei.
Mi girai verso Nathan e Tobias.
«Senti, gliene parlerò. Voglio solo divertirmi, al momento..»
«Chanel, ragiona cazzo! Non puoi divertirti adesso perché ne hai voglia lasciando da parte Allon e riprenderlo quando più ne hai bisogno, non funziona così!» le sbottai contro.
Cercai solo di farla ragionare, non poteva trattare così Allon, nè uno qualunque.
«Gli parlerò e dopo di ciò me la spasso. Va bene?». Restò con la sua testa calda che nessuno poteva romperle da quanto fosse dura. Poi uscì dalla piscina per recarsi in bagno sotto suo avviso.
Affermai e mi girai contro la coppia, che se ne stava seduta sui lettini nell'acqua bassa.
Quei lettini erano una figata.
Ancora non realizzavo di essere in una villa, di mio padre poi; quello era ancora più difficile da credere. In quella villa c'era tutto: una mini sala giochi, una palestra, una stanza per rilassarsi quando avresti potuto usare semplicemente il salotto, o il letto¿, addirittura un mini-cinema.
Sarah mi aveva raccontato che la usavano quando portavano a casa i parenti o i loro amici; si riunivano lì e guardavano tutti insieme un film per passare del tempo.
Ritornai ai miei pensieri guardando più precisamente Nathan.
Pensavo a quello che Chanel mi aveva detto pochi minuti prima. Il mio sguardo, quindi, ricadde involontariamente su quest'ultimo.
Tobias se ne accorse tirandomi un'occhiata rabbiosa e dubbiosa, poi scese dal lettino ributtandosi in acqua e posizionandosi di fronte al lettino del suo amico, coprendomi la visuale.
Sbuffai lievemente divertita dall'idea che fosse geloso, ma sopratutto perché me lo era venuto a dire a me precedentemente.
Lo psicopatico era geloso.Uscii dall'acqua velocemente per il freddo, ricoprendomi all'istante dall'asciugamano che avevo piegato sui lettini.
Mentre mi aggiravo l'asciugamano mi arrivò una notifica sul telefono; proveniva da Grace, Kimberly e Britney poiché avessimo un gruppo insieme.Kimberly:
Stasera un mio amico da una festa, ci siete?Grace:
Io ci sono senza dubbio.La stessa risposta diede pure Britney, io invece, avrei aspettato Chanel. Se avesse accettato ci saremmo andate insieme ma se non voleva ero d'obbligo a stare con lei.
Quando alzai lo sguardo spegnendo il telefono mi trovai Tobias, seduto nel lettino di fronte al mio a gambe socchiuse..
Il mio sguardo ricadde subito sul suo membro, e soltanto allora capii che l'affermazione convinta che avevo dato, "quel cazzo minuscolo che ti ritrovi", era del tutto sbagliata.
Alzai poi lo sguardo sul suo viso che intanto aveva un sorriso per avermi scoperto a guardare lì..
Sapeva cosa ne pensavo a riguardo, poiché feci una faccia del tutto sopresa. Non lo avevo fatto apposta. Ma lui mi beccò.
Mi morsi l'interno guancia presa dal panico, non volevo sembrare una delle sue tante conquiste dopo aver guardato in quella parte.
Lo guardai negli occhi, magari per intimidirlo e fargli distogliere lo sguardo, ma con lui non funzionò questa tecnica; dopotutto aveva quel "comportamento conquistante" con cui tutte le ragazze lo descrivevano. Un motivo c'era: proprio perché, invece che distogliere lo sguardò, stette lì, immobile e impalato con tutta la sua bellezza ammaliante, a sorridere e a fissarmi più che mai.
Non distolse lo sguardo nemmeno per un secondo, lo feci piuttosto io quando mi arrivò un'altra notifica dal telefono, quindi di conseguenza abbassai la testa per guardare il mittente del messaggio.
Era Nate che mi aveva scritto su Instagram:Ei, stasera vieni alla festa di un mio amico? Le tue amiche vengono 😉
Tobias vide sullo schermo del cellulare il messaggio, perché io prima, avevo spostato il telefono sul tavolino che era più vicino al suo lettino che al mio.
«Nate..» schernì un sorriso, «Quello vuole solo scopare. Non ci andare» continuò a dire girando il mio telefono osservando la cover.
Cazzo. Era rimasta quella di Bambi...
Sorrise divertito dalla cover e si rivolse ulteriormente ai miei occhi:
«...bambi» sussurrò.
Quella voce roca mi fece rabbrividire, insieme alla sua bellezza che con solo indosso un boxer da bagno risultava essere ancor più incantante.
«Che te me frega se ci vado o no? La vita è mia». Risultati piuttosto scontrosa, e il mio scopo era proprio quello. Rimediavo al sembrar interessata alle sue attenzioni.
In verità lo ero eccome, ma non potevo mostrarlo, tanto meno esserlo.
«Me ne frega, perché quello lo conosco e non si merita di stare al mondo. Vuole solo il tuo corpo, bambi» mi indusse a pensarci, ma me ne fregai completamente, sopratutto se la frase derivava da uno come lui:
«Ma non è la cosa che vuoi anche tu con tutte, psicopatico?» mi stampai in faccia un sorriso ragionevole.
«Si, ma di loro non me ne frega un cazzo. Te non ci vai, alla festa». Le pupille gli si dilatarono.
Aveva detto che gli importava di me?
Si alzò dallo sdraio incamminandosi dal suo altro psicopatico, ma io lo fermai continuando con la mia testardaggine.
Mi alzai anche io, avvicinandomi a lui e alzando la testa per la sua altezza che mi fronteggiava.
«Io ci andrò.» mi imposi con sicurezza. Non era nessuno per vietarmi di andare ad una festa per divertirmi, anche se apprezzai la vittoria della dimostrazione della sua gelosia.
«Bene, allora ci vengo anche io».
Lo guardai con aria scontrosa, pronta a disdire la serata per non incontrarlo anche in un locale, ma da dietro sbucò Chanel, che credo mi stesse già fissando da un bel pò. La notai solo allora, da lì mi fece un sorriso furbo per vedermi insieme a lui; la solita scema.
«Fai quel che ti pare. Così vedi bene come mi faccio Nate». Risposi sicura con un sorriso scontroso che lui ricambiò con uno sguardo infuriato.
Se ne andò dal suo amico come Chanel venne verso la mia direzione.
«Avevi voglia di divertirti? Bene, stasera accadrà quello che vuoi. Prepariamoci che abbiamo da andare a una festa stasera».
Mi guardò vittoriosa e insieme prendemmo le cose sui lettini per portarle in camera.
Nel mentre risposi anche io nel gruppo,Tu:
Io ci sono, porto anche un'amica. È un problema?Kimberly:
«No, più figa più ragazzi intorno😝».Kimberly, quella con sempre attorno ragazzi.
Quel messaggio mi fece sorridere.
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ricordami di scordarti
Short StoryIl preside della San Thrope School permise a Victoria di passare dalla succursale alla sede principale per motivi di trasloco. Infatti, la madre di Victoria, la spinge a far tornare un legame tra lei e il padre. Victoria, però, sembra volere tutt'al...